Le accuse di Grillo e come è davvero finita l'inchiesta italiana sulle agenzie di rating

Dal palco de "Italia a 5 stelle" il garante del Movimento 5 stelle ha detto che le tre agenzie indagate dal tribunale di Trani sono state condannate per aggiotaggio. Non è proprio così che è finita

Le accuse di Grillo e come è davvero finita l'inchiesta italiana sulle agenzie di rating
 (Afp)
 Beppe Grillo

Beppe Grillo, comico e fondatore del Movimento 5 Stelle, dal palco della kermesse pentastellata “Italia 5 stelle”, a proposito delle agenzie di rating ha detto: “Sono tre o quattro agenzie a New York, sotto inchiesta a Trani, condannati, aggiotaggio, condannati”.

Grillo sbaglia. L’inchiesta sulle agenzie di rating si è conclusa con la piena assoluzione di tutti gli imputati. Ma vediamo i dettagli della vicenda.

Le tre agenzie di rating

Come scrive il Sole 24 Ore, “Nel mondo esistono oltre cento agenzie di rating, ma quelle che contano sono solo tre. Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings: le prime due coprono l’80% del mercato, la terza il 15%”.

Tutte e tre le agenzie di rating hanno sede a New York, come detto da Beppe Grillo, ma per il resto nella sua affermazione c’è poco di corretto.

L’inchiesta del Tribunale di Trani

La vicenda giudiziaria che ha visto coinvolte le agenzie di rating, accusate dalla procura di Trani di aver declassato il debito dell’Italia allo scopo di destabilizzare il Paese, si è conclusa da un anno e mezzo. A fine marzo 2017, infatti, il Tribunale di Trani ha assolto dalle accuse tutti gli imputati, sia le persone fisiche sia le società stesse (in particolare Standard & Poor’s).

Dunque non è vero che le agenzie si trovino ancora sotto inchiesta, come potrebbe sembrare dalle parole di Grillo, e soprattutto non è vero che siano mai state condannate, né per aggiotaggio né per altri reati, dal Tribunale di Trani.

Anzi. La stessa procura, che pure aveva formulato le accuse, non ha poi presentato ricorso contro la decisione del Tribunale di primo grado e dunque il processo si è concluso senza bisogno di andare in Corte di Appello.

Ma i giudici di Trani non sono stati gli unici ad occuparsi dell’operato delle agenzie di rating.

L’inchiesta della Corte dei Conti

Anche i magistrati contabili della Corte dei Conti avevano esaminato la condotta delle agenzie di rating, in particolare di Standard & Poor’s, tra il 2011 e il 2012, durante la crisi finanziaria.

A febbraio 2014 ne aveva dato notizia per primo il Financial Times, secondo cui la Corte dei Conti stava preparandosi a chiedere 234 miliardi di euro di danni all’agenzia di rating. L’accusa, riferiva il quotidiano britannico, era che Standard & Poor’s avesse “agito illegalmente”, in parte per “non aver considerato la ricca storia culturale dell’Italia al momento del declassamento del Paese”.

La Corte dei Conti italiana aveva replicato a stretto giro, spiegando in una nota che la propria azione era “solo in fase istruttoria e potrebbe dunque concludersi anche con archiviazione, dopo che le agenzie avranno prodotto le proprie motivazioni e controdeduzioni".

Cosa che in effetti è poi accaduta. Come riferirono all’epoca i giornali, a febbraio 2015 la Corte dei Conti ha archiviato l’inchiesta.

Conclusione

Beppe Grillo dice due cose non corrette quando parla delle tre principali agenzie di rating, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. In primo luogo non è vero che siano “sotto inchiesta” della procura di Trani. L’inchiesta si è conclusa da un anno e mezzo.

In secondo luogo non è vero che siano state condannate, né dal Tribunale di Trani né da altri magistrati italiani. Sia l’inchiesta della magistratura ordinaria si quella della magistratura contabile si sono infatti concluse senza nessuna condanna.

Share the Facts
3
1
5
AGI rating logo AGI Verdetto:
Falso
Sono tre o quattro agenzie a New York, sotto inchiesta a Trani, condannati, aggiotaggio, condannati
Kermesse Italia 5 Stelle
domenica 21 ottobre 2018

 

Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it