Pontieri al lavoro per ricucire lo strappo tra Pd e Mdp, ma c'è chi rema contro
Nel frattempo, la sinistra approfondisce il dialogo con Grasso

Dalla minoranza dem si spiega che il tentativo estremo per evitare divisioni nel campo del centrosinistra è ancora in corso. Contatti che sarebbero portati avanti anche dal Guardasigilli Orlando che, tra gli altri, coinvolgerebbero Prodi (ieri il Professore era a Roma) e Veltroni. Si tratterebbe di una sorta di chiamata ai 'saggi' del Pd per cercare di trovare spazi di manovra e unire il fronte. In campo pure la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha incontrato nel pomeriggio il coordinatore nazionale Mdp Speranza e il deputato Scotto.
Orfini: "Non vogliamo coalizioni ad ogni costo"
Anche gli ufficiali di collegamento di Renzi - ministri a lui vicini e 'big' del Nazareno - stanno tentando una difficile ricucitura dei rapporti tra le varie anime del centrosinistra. Ma tra i renziani si sottolinea come le manovre in corso difficilmente potranno portare a dei risultati concreti. "Non vogliamo coalizioni a ogni costo", ha sottolineato il presidente del Pd, Orfini.
Dietro le quinte non si nasconde che è in atto un gioco del cerino, ovvero addossare la responsabilità della spaccatura alla controparte. I fedelissimi del segretario Pd puntano alla fine a spaccare Mdp, portando dalla propria parte punti di riferimento ma soprattutto rappresentanti di un mondo di sinistra che si sta organizzando da giorni. Si fa leva sull'interlocuzione con esponenti come il sindaco di Cagliari Zedda e la presidente della Camera Boldrini.
La sinistra approfondisce i rapporti con Grasso
Intanto in Mdp si cominciano a disegnare i contorni della lista che comprenderà Sinistra italiana, il movimento di Civati, Montanari e Falcone. Si smarcano però esponenti provenienti dall'area di centro come Tabacci che dicono "no al modello Fava", ovvero al perimetro attorno al quale si è costruita la candidatura del vice presidente della Commissione Antimafia in Sicilia. E' il presidente Grasso ad aver incontrato chi sta lavorando alla squadra e provocando una crescente irritazione da parte dei renziani.
Oggi dalla seconda carica dello Stato si sono recati Speranza, Fratoianni, Civati e anche Montanari e Falcone. "Abbiamo portato un documento condiviso da tutti che - hanno detto i primi tre - segna l'avvio di un percorso comune cui ci piacerebbe prendesse parte". Un percorso che prevede un centrosinistra alternativo al quale per ora non si unisce Pisapia. Il presidente del Senato e l'ex sindaco di Milano stanno dialogando anche tramite gli 'sherpa' di Cp, ma al momento le due strade non sembrano congiungersi. "Alla fine alcuni esponenti di Cp verranno con noi", dicono da Mdp dove si lavora al simbolo e si guarda ad un traguardo che possa andare oltre il 10%.
La minoranza dem continua ad essere preoccupata per i movimenti a sinistra. C'è chi punta a coinvolgere il ministro Delrio "per far ragionare il segretario", come afferma un orlandiano, ma lunedì in direzione Renzi rilancerà la necessità di andare in campagna elettorale mettendo fine a fibrillazioni e a polemiche. E ad un'aria di rassegnazione che anche oggi si respirava in Parlamento.
I renziani accusano nel frattempo gli ex dem di volersi consegnare ai Cinque stelle. "Già hanno cominciato a dialogare", accusa il senatore Marcucci. Mdp appoggerà a Ostia il candidato M5s a danni di quello di Fdi, ma soprattutto chiederà i voti dei pentastellati per mandare in soffitta il jobs act e già mette in conto un possibile asse con i grillini per il post-voto.
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