Dopo Romano Prodi, Giorgio Napolitano e Walter Veltroni, anche Enrico Letta rompe il silenzio e si schiera al fianco della coalizione di centrosinistra e del premier Paolo Gentiloni. "Il voto del 4 marzo? Se penso a Italia e Europa voglio augurarmi che Paolo Gentiloni ne esca rafforzato con la coalizione che lo sostiene", scrive l'ex premier del Pd su Twitter. Un endorsement che viene accolto con grande soddisfazione dal Pd. "Le parole di Enrico Letta sono importanti. Come Pd e centrosinistra andiamo avanti con impegno per un'Italia più forte e più giusta", afferma il vicesegretario Maurizio Martina.
Pierluigi Bersani, ex segretario dem e ora in Leu, non commenta l'appoggio di Letta al centrosinistra, ma ricorda invece i giorni tesi del passaggio del testimone a palazzo Chigi con Matteo Renzi: "Certamente le cose sarebbero dovute andare diversamente, anche io non ho digerito quel campanellino lì", dice riferendosi alla cerimonia della consegna della campanella che avviene tra il premier uscente e il nuovo presidente del Consiglio, quando il clima tra i due esponenti del Pd fu gelido.
Grasso insiste sul governo di scopo
Intanto prosegue la polemica tra ex compagni di partito su chi è la vera sinistra e chi invece l'ha divisa favorendo il centrodestra. Il leader di Leu, Pietro Grasso, annuncia: "Il 5 marzo daremo vita al partito della sinistra" per "riportare a casa tanti che si sono stufati di certa politica, che hanno ideali e bisogni". Grasso spiega di rivolgersi anche "alle persone che hanno votato M5s a Livorno, Genova, Torino, Milano, Genzano e via dicendo". Il presidente uscente del Senato ribadisce comunque il no a un'alleanza con i 5 stelle perché, assicura, "siamo distanti. Basti pensare ai diritti civili o dei migranti o sull'euro". Tuttavia, Grasso insiste sulla necessità di dar vita a un governo di scopo per cambiare la legge elettorale, a cui potrebbero partecipare oltre Leu anche FI e Pd, per poi tornare a elezioni.
Il centrodestra, se vince, cederà la presidenza di una Camera?
Nel centrodestra si registra un'apertura a lasciare la presidenza di una delle due Camere a un esponente delle opposizioni: è un'ipotesi, tuttavia, osserva Matteo Salvini, "bisogna vedere chi propongono". Dunque non porte chiuse in linea di principio, ma la considerazione che si sta parlando di "ruoli di garanzia, e poi abbiamo visto con Boldrini e Grasso quanto fossero super partes, perché se ti candidi con la sinistra estrema vuol dire che hai svolto il tuo compito con una certa impostazione". Insomma, "non dico no a niente e nessuno ma ora la mia priorità è pensare a chi sarà ministro dell'Agricoltura o per i disabili rispetto a chi farà il presidente delle Camere".
Anche Silvio Berlusconi non lo esclude a priori, comprendendo anche i 5 stelle: "Era una forma di gentilezza, di fair play, normale nella Prima Repubblica. Non sarei assolutamente contrario. Ma si potrebbe fare - avverte il leader FI - se la loro opposizione fosse nei limiti" di una dinamica "responsabile" con maggioranza e governo. Tanto, per il Cavaliere i 5 stelle non saranno mai al governo: "Pur avendo un ottimo risultato, e davvero forse saranno la prima forza politica, sarà impossibile per loro raggiungere il 40 per cento previsto dalla nuova legge elettorale e dunque non potranno dare un governo al Paese perché saranno senza alcuna maggioranza di governo.
Renzi teme un governo Lega-M5s
Per Matteo Renzi il rischio è che vinca il centrodestra e quindi gli estremisti: "il voto del 4 marzo è molto importante perché il rischio di un governo estremista c'è, non escludo nemmeno il governo della Lega". Anzi, "il rischio di un governo estremista c'è, non escludo nemmeno un governo tra Grillo e la Lega. Ecco perché' dico voto utile", aggiunge. Quanto ai grillini, "la nostra squadra è decisamente superiore: il candidato ministro M5s allo Sviluppo economico propone il boicottaggio di Israele e poi c'è Carlo Calenda... non mi fa paura il confronto tra le squadre, mi dispiace non ci sia un confronto tv, mi è stato detto di no", aggiunge il leader dem che, sul futuro del partito, spiega:"Quello che accadrà dopo il 5 di marzo si capirà solo con i numeri chiari perché non è detto che non ci sia una maggioranza. Per me fondamentale ci sia il Pd davanti. Se non sarà cosi', il Pd è responsabile e pronto ad andare all'opposizione".
Di Maio rivela un nuovo candidato ministro
Luigi Di Maio, nonostante le critiche per la lista dei ministri inviata al Colle e la bufera di antisemitismo che ha travolto uno dei ministri in pectore, Lorenzo Fioramonti, va avanti per la sua strada e svela un altro nome dell'eventuale futuro esecutivo 5 stelle: il campione olimpico Domenico Fioravanti come ministro dello Sport. Il leader pentastellato ostenta sicurezza e insiste: "Tutti criticano la mia squadra di governo senza averne una. Io sto presentando la squadra prima perché non devo fare scambi di poltrone con nessuno".