Il capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera, Luigi Marattin, ha scritto l’8 dicembre su Twitter che “La manovra aumenta (in valore nominale) le tasse sulle imprese di 6,1 miliardi, e la pressione fiscale per la prima volta dopo 4 anni smette di scendere”.
Si tratta di un’affermazione discutibile, perché la manovra ancora non è stata approvata dal Parlamento nella sua versione definitiva. Se la si considera una previsione fatta sulle stime ufficiali disponibili al momento, è in sostanza corretta.
Le tasse sulle imprese
La cifra di 6,1 miliardi di tassazione aggiuntiva per le imprese, il prossimo anno, proviene da un’analisi dell’Ufficio parlamentare del bilancio (Upb) sulla legge di Bilancio per il 2019, presentata in un’audizione del 12 novembre dal presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Nel testo pubblicato dall’Upb si legge infatti che “la manovra di bilancio per il 2019 prevede misure quantitativamente e qualitativamente rilevanti sul reddito di impresa e su quello di lavoro autonomo dalle quali è atteso un aumento del carico tributario pari, complessivamente, a 6,1 miliardi nel 2019 e una riduzione dello stesso di 0,5 miliardi nel 2020 e di 1,8 dal 2021”.
La tabella allegata al testo dell’audizione, che è un’elaborazione dei dati contenuti nei prospetti finanziari allegati alla legge di Bilancio per il 2019 e al Ddl 119/2018 (“Norme per il sostegno e l’incremento della natalità”), spiega come si arrivi a questa cifra.
Da un lato, l’estensione del regime forfettario, con aliquota al 15%, ai soggetti con ricavi inferiori ai 65 mila euro all’anno (ce ne eravamo già occupati qui) dovrebbe abbassare la pressione fiscale sulle imprese nel 2019 di 331 milioni di euro.
Ma le altre misure prese in considerazione – molte delle quali ancora temporanee – compensano ampiamente questa riduzione e portano appunto ad un aumento complessivo di 6,143 miliardi di euro di tasse sulle imprese. Ad esempio, la sola “abrogazione del regime opzionale Iri (Imposta sul reddito imprenditoriale)” pesa per quasi 2 miliardi di aumento l’anno prossimo.
Marattin cita dunque un dato corretto, se riferito al solo 2019, ma risalente a un mese fa e che oltretutto è per forza non definitivo, considerato che la discussione sulla legge di Bilancio per il 2019 è ancora in corso in Parlamento.
L’andamento della pressione fiscale negli ultimi anni
È vero che la pressione fiscale complessiva sia scesa negli ultimi quattro anni. Secondo l’Istat siamo passati dal 43,1% del 2015 al 42,4% del 2016 e al 42,2% del 2017.
Per quanto riguarda il 2018 possiamo riportare il dato contenuto nel Documento programmatico di bilancio stilato dall’attuale governo, secondo cui nell’anno in corso la pressione fiscale dovrebbe calare al 41,8%.
È poi vero anche che nel 2019 la pressione fiscale complessiva non dovrebbe scendere. Sempre secondo le previsioni del governo contenute nel Documento programmatico di bilancio l’anno prossimo il livello di tassazione dovrebbe restare al 41,8%. Dunque Marattin ha ragione sul punto.
Conclusione
La legge di Bilancio per il 2019 ancora non esiste in una versione definitiva che permetta di fare delle previsioni certe, dunque l’affermazione di Marattin è criticabile in quanto sembra dare per acquisito un risultato che invece non è ancora certo.
È vero però che, in base alle stime dell’Ufficio parlamentare del bilancio del 12 novembre, le tasse sulle imprese dovrebbero aumentare nel 2019 di 6,1 miliardi. È poi vero che, secondo le previsioni dello stesso governo contenute nel Documento programmatico di bilancio, la pressione fiscale complessiva dovrebbe non calare nel 2019 rispetto al 2018, mentre nei quattro anni precedenti era sempre diminuita.
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