È di ottanta morti il bilancio dell'epidemia di polmonite da coronavirus in Cina, che conta 2.744 casi confermati, secondo l'ultimo bollettino emesso alla Commissione Nazionale per la Sanità cinese.
Il primo ministro Li Keqiang è arrivato a Wuhan, da dove è partita l'epidemia: un breve servizio trasmesso dall'emittente statale China Global Television Network, mostra immagini del premier con il camice e la mascherina in un ospedale circondato dal personale medico della struttura.
Li, che ha visitato anche i pazienti, è a capo del gruppo di alto livello politico per il contrasto all'epidemia, la cui creazione è stata decisa sabato dai membri del Politiburo, l'Ufficio Politico del Partito Comunista Cinese.
Per contenere l'epidemia, la città da cui si è diffuso il virus ha annunciato oggi la sospensione dell'emissione di visti e di passaporti per i cittadini cinesi fino al 30 gennaio prossimo: ieri, il sindaco Wuhan, Zhou Xianwang, aveva confermato che cinque milioni di residenti avevano lasciato la città prima che venisse sottoposta a cordone sanitario, settimana scorsa, a causa dell'effetto combinato delle festività del capodanno lunare e dell'epidemia, e ha dichiarato di aspettarsi altri mille casi nella città.
A rendere più difficile il lavoro dei medici è la possibilità che il virus si possa trasmettere anche in fase di incubazione: la modalità più probabile di diffusione, ha detto oggi Feng Luzhao, ricercatore del Chinese Disease Prevention and Control Center, è attraverso il contatto con piccole goccioline. "La gente", ha detto, "non dovrebbe uscire di casa e non dovrebbe stare in aree affollate".
Il virus appare più difficile da sconfiggere di quanto inizialmente si pensasse, al punto che la Commissione per la Sanità della municipalità di Pechino ha deciso di usare farmaci per la lotta all'Hiv sui malati.
Con il peggioramento dell'epidemia, che ha costretto il governo cinese a prolungare fino al 2 febbraio prossimo la durata delle feste di capodanno, anche le aziende cinesi prendono contromisure per contenere il contagio: tra le prima c'è il colosso di Internet TenCent, che ha confermato che permetterà ai suoi dipendenti di lavorare da casa fino al 7 febbraio.
Un numero sempre più alto di Paesi, intanto, si sta preparando a evacuare i propri cittadini da Wuhan sull'esempio degli Stati Uniti, i primi ad attivare una misura di questo tipo: ad aggiungersi, per ultima, all'elenco è l'Australia, ha confermato il ministro della Sanità, Greg Hunt.