Sulla crisi libica le nubi "si diradano" tra Roma e Parigi, con un incontro alla Farnesina tra il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e il collega francese, Jean-Yves Le Drian. Ma per l'Italia altre nubi si addensano con Washington, dove il presidente Donald Trump ha elogiato, in un colloquio telefonico, il maresciallo della Cirenaica, Khalifa Haftar, apprezzando i suoi "sforzi contro il terrorismo", nonostante il suo Esercito nazionale libico sia impegnato da giorni in un'offensiva su Tripoli contro il governo di Fayez al-Serraj. Un governo riconosciuto dalla Comunità internazionale, Stati Uniti compresi.
Italia e Francia chiedono un cessate il fuoco immediato, a cui devono seguire una tregua umanitaria per prestare assistenza alle persone colpite e la ripresa del processo politico, unica possibile soluzione alla crisi libica. Sono questi i punti fermi emersi dal confronto tra i capi delle diplomazie dei due Paesi principali interessati da ciò che succede dall'altra parte del Mediterraneo. Il clima sembra distensivo, pur rimarcando che in passato ci sono state difficoltà. "Le abbiamo superate e, in realtà, noi non abbiamo mai spesso di parlarci", ha premesso Le Drian rivolgendosi "all'amico Enzo" e ringraziando "le autorità italiane per la solidarietà in seguito al rogo di Notre Dame". Lo scontro frontale che nel febbraio scorso porto' l'Eliseo a richiamare il proprio ambasciatore a Roma è ormai un capitolo chiuso.
Voltata quella pagina, ora la priorità è occuparsi della Libia dove "non è possibile fare alcun progresso se non c'è alla base una solida intesa franco-italiana", ha sottolineato il titolare del Quai d'Orsay. "La nostra presenza qui è la dimostrazione della nostra chiara volonta' di pace, il fatto che siamo entrambi a chiedere un cessate il fuoco è eloquente", ha confermato il capo della Farnesina. Per la prossima settimana, sempre a Roma, è stata annunciata una "riunione tra i direttori politici dei ministeri dei due Paesi e di tutti i Paesi interessati dalla questione", hanno annunciato i ministri.
"I due contendenti erano vicinissimi all'accordo, a Palermo e a Dubai, non erano lontani", ha ricordato Le Drian che chiede di riprendere quel processo, dissociandosi ancora una volta dall'azione militare di Haftar. "Nessun obiettivo, per quanto eccellente possa essere, può giustificare l'azione militare", ha osservato Moavero.
Nel frattempo, mentre sul campo l'esercito della Cirenaica e le milizie tripolitane continuano a bombardarsi nel tentativo di strapparsi nuovi territori, il bilancio è di 240 morti e oltre 1.400 feriti, Trump riconosce l'impegno di Haftar. Lunedì i due hanno discusso al telefono - scrive la Casa Bianca - degli sforzi antiterrorismo in corso e la necessita' di raggiungere pace e stabilità in Libia". Nel colloquio, il presidente Usa ha anche riconosciuto "il ruolo significativo" di Haftar "nel combattere il terrorismo e salvaguardare le riserve petrolifere libiche". Si è parlato, infine, di una visione condivisa per una transizione della Libia verso un sistema politico democratico e stabile".