Da abile negoziatore, il presidente Usa, Donald Trump, affila le armi e annuncia nuove "pesanti" sanzioni all'Iran, non esclude l'azione militare, ma allo stesso tempo propone un nuovo accordo sul programma nucleare e 'adatta' alla Repubblica degli Ayatollah uno dei suoi celebri slogan, coniando "Let's make Iran great again".
Scattano oggi, lunedì 24 giugno, le nuove "pesanti" sanzioni "che impediranno all'Iran di ottenere armi nucleari", ha annunciato il capo della Casa Bianca. "Se l'Iran vuole diventare una nazione prospera, per me va bene", "ma non lo farà mai se pensano di avere tra cinque o sei anni armi nucleari".
Trump ha assicurato che se l'Iran rinuncerà alle armi nucleari diventerà un grande amico degli Stati Uniti. Ma al momento l'azione militare è "ancora un'ipotesi sul tavolo", ha avvertito il presidente, che venerdì, all'indomani dell'abbattimento di un drone Usa da parte di Teheran nei cieli dello Stretto di Hormuz, ha rivelato di aver annullato un attacco dieci minuti prima dell'esecuzione perché, ha spiegato, "ci sarebbero state 150 vittime".
Trump ha ribadito che non vuole una guerra con l'Iran, ma ha aggiunto che in caso contrario sarebbe "una distruzione come non l'avete mai vista prima". Il presidente ha offerto un dialogo senza pre-condizioni. "Non puoi avere armi nucleari. E se vuoi parlarne, bene. Altrimenti, puoi vivere in un'economia a pezzi per tanto tempo a venire", ha avvertito.
L'escalation di tensione arriverà sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu lunedì in una riunione a porte chiuse mentre i toni restano alti: l'Iran ha avvertito gli Usa che un qualsiasi attacco avrebbe serie conseguenze per gli interessi americani nella regione.
"Sparare un proiettile contro l'Iran appiccherà il fuoco agli interessi dell'America e dei suoi alleati", ha minacciato il generale Abolfazl Shekarchi, portavoce dello Stato maggiore delle forze armate. "Se il nemico, in particolare l'America e i suoi alleati nella regione, fa l'errore militare di dare fuoco alle polveri su cui giacciono gli interessi americani, la regione andrà a fuoco", ha avvertito, mentre l'Organizzazione iraniana per l'aviazione civile ha dichiarato che "lo spazio aereo del Paese è sicuro per le compagnie aeree", dopo che, in seguito all'abbattimento del drone, diverse compagnie, compresa Alitalia, hanno modificato le proprie rotte per evitare la regione.
Intanto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha ridicolizzato la mappa diffusa dall'Iran per dimostrare che il drone americano abbattuto il 20 giugno era entrato nello spazio aereo della Repubblica islamica dicendo che sembra "fatta da un bambino".
"Avete visto la mappa fatta da un bambino che il ministro degli Esteri Zarif ha tirato fuori e che contrasta con l'eccellenza e la professionalitaà dei servizi militari e di intelligence americani", ha affermato Pompeo, parlando con i giornalisti prima di partire per Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti per colloqui in merito alla crisi in corso tra Washington e Teheran. La mappa "dovrebbe togliere ogni dubbio nella testa di tutti su dove fosse il drone - stava volando nello spazio aereo internazionale", ha ribadito il capo della diplomazia Usa.