I due fronti che potrebbero riaprirsi nel governo

Dopo il Congresso di Verona, Fratelli d'Italia vuole approfittare delle mozioni sulla famiglia per aumentare le divisioni tra Lega e M5s. Le divergenze persistono pure sulla riforma del processo penale, mentre si consuma lo scontro tra Di Maio e Salvini sulle alleanze

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Lo scontro tra M5s e Lega sul congresso di Verona potrebbe riproporsi questa settimana alla Camera. Lunedì ci sarà la discussione generale sulle mozioni sulla famiglia. E potrebbe essere anche Fratelli d'Italia - come accaduto questa settimana sulla castrazione chimica - a creare una divisione nella maggioranza. Il partito di Giorgia Meloni ha presentato una mozione in cui si chiede di "adottare iniziative per avviare una rivoluzione del welfare che metta la famiglia naturale al centro dello Stato sociale e porre in essere un imponente piano di incentivo alla natalità per invertire il trend negativo del calo demografico in Italia".

Nel Movimento 5 stelle, riferiscono fonti parlamentari, c'è il timore che la Lega possa appoggiare di nuovo le politiche del ministro Fontana. Il voto sulle mozioni dovrebbe esserci giovedì. In quella occasione - sottolineano le stesse fonti - potrebbe registrarsi una nuova spaccatura tra Lega e M5s.

Fonti parlamentari della Lega raccontano poi che nel momento in cui il partito di via Bellerio ha deciso di ritirare l'emendamento sulla castrazione chimica, in un primo momento inserito all'interno del codice rosso, il ministro Bongiorno e il vicepremier Salvini chiesero al premier Conte di vestire i panni del mediatore anche sul fronte della giustizia. Il Carroccio insiste affinché si avvii la riforma del processo penale, ma al momento l'interlocuzione tra M5s e Lega è solo sulla possibilità di accelerare i processi civili, con il rischio di uno stop pure su questo fronte.

Maggioranza divisa sul processo penale

Sul processo penale - ha spiegato oggi il responsabile della Pubblica amministrazione - "non c'è ancora una intesa con il Movimento 5 stelle". È stallo, le posizioni tra le due forze politiche restano distanti. "Il blocco della prescrizione (voluto da M5s) può entrare in vigore purché prima si accelerino i processi. Su questo, con i Cinque Stelle siamo stati chiari", ha detto la Bongiorno.

"Noi - ha spiegato il ministro - vogliamo una riforma efficace perché 7 anni di processo sono un massacro. Il tema si risolve dando un termine preciso alle procedure, ad esempio sulle indagini preliminari ci devono essere termini perentori, non ci può essere un'indagine a vita". "Noi della Lega - ha aggiunto - non siamo manettari, siamo garantisti. Io dico che in carcere si va dopo i processi non prima se non in casi eccezionali, quindi occorre rafforzare le misure cautelari".

Risposte dai pentastellati non ne sono arrivate. Ma permane il gelo, con la possibilità che il partito di via Bellerio rilanci una vecchia battaglia portata avanti in questi anni da Salvini: la separazione delle carriere. Bisognerà capire quanto Salvini avrà intenzione di differenziarsi dal Movimento, visto che il tema non è nel contratto di governo, ma nel partito di via Bellerio ricordano come sia stato lo stesso responsabile dell'Interno a firmare la legge di iniziativa popolare promossa dalle Camere penali.

M5s si oppone ma intanto due suoi esponenti (Cataldi e Flora) fanno parte del gruppo interparlamentare composto da una cinquantina di deputati e sorto per iniziativa dell'azzurro Costa. La prima riunione si è tenuta qualche giorno fa, alla presenza del presidente delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza.

Si tratta di un fronte trasversale, oltre agli esponenti di FI, ci sono deputati del Pd come Giachetti, Scalfarotto, l'ex ministro Fedeli e Parrini; di Leu (Conte), di +Europa (Magi), del gruppo Misto (Vitiello e Colucci), di Svp (Durnwalder), di Fdi (Frassinetti, Mollicone, Varchi e Lucaselli) e anche della Lega (Basini, Pagano, Paolini e Tiramani). La settimana prossima nella Commissione giustizia cominceranno le audizioni sulla legge proposta da FI. 



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