AGI - "C’erano tante persone perché lui se lo meritava". Con voce spezzata dall’emozione, Stefania Corona, compagna di una vita di Alvaro Vitali, ha ricordato l’attore simbolo della commedia all’italiana durante i funerali celebrati nella Chiesa di San Pancrazio nel quartiere Monteverde a Roma. C’era però anche l’amarezza per l’assenza di quello che era stato il suo mondo, quello del cinema: "Il parroco ha detto che è mancato il rispetto ad Alvaro in vita, ma lui era una persona forte. Faceva così con le spalle... però poi soffriva dentro. Per alcune persone ha sofferto molto. Non voglio aggiungere polemiche", ha osservato Corona.
Chiesa gremita di gente comune
La Chiesa di San Pancrazio a Roma si è riempita di persone, ma non del mondo della tv. A salutare l'indimenticato interprete di Pierino, sono accorsi in tanti: gente comune, amici di una vita, attori caratteristi e colleghi di teatro. Mancava il collega Lino Banfi, impegnato sul set a Vieste, mentre tra gli applausi è arrivato Carlo Verdone.
Una folla di gente raccolta intorno al ricordo di un'icona del cinema popolare italiano. Assenze che fanno rumore, come quella del figlio Ennio, avuto dalla prima moglie. In prima fila, invece, l'ultima compagna Stefania Corona e la figlia di lei, Sara.
Durante l'omelia, il sacerdote non ha nascosto l'amarezza: "In vita gli è mancato il rispetto" ha sostenuto. Parole che hanno trovato eco nell'intervento di Carlo Verdone, che ha preso la parola in chiesa: "Era un gran signore" ha detto il regista, che lo aveva voluto nel cast della sua serie 'Vita da Carlo 4', in arrivo in autunno su Paramount Plus.
Tra i presenti anche lo scrittore e opinionista Fulvio Abbate che così parla all'AGI: "L'unico pezzo di mondo che rimane da Ingrassia e che oggi ci lascia. E' ingiusto associarlo a Fellini deprezzando Pierino, qui oggi c'è il popolo di Roma". Victor Quadrelli, attore e amico, ha voluto ricordare gli ultimi giorni passati insieme: "Lui non sapeva se sarebbe tornato dall'ospedale, ma negli ultimi giorni mi è stato vicino. Aveva sempre una parola d'affetto. Io con lui ero come un bambino, mi raccontava tanti aneddoti su Grandi Magazzini, Pompieri e tanti suoi successi".
Emozionato anche l'attore Sergio Dipinto: "Avevamo fatto tre spettacoli, l'ultimo due settimane fa. La fregatura è che non ci sarà il quarto". Un saluto collettivo e affettuoso a un artista che ha fatto ridere generazioni, spesso sottovalutato dalla critica ma profondamente amato dal pubblico. Oggi, il popolo di Roma ha voluto esserci tra applausi e striscioni.
Il ricordo di Carlo Verdone
Tra i presenti, come detto, anche Carlo Verdone che Stefania Corona ha voluto ringraziare: "Lui è stato un amico, un carissimo amico. Lo ringrazierò sempre", ha spiegato, perchè proprio grazie al regista romano, Alvaro Vitali era tornato a lavorare in 'Vita da Carlo 4'. L’attore, scomparso a 75 anni, sarà cremato: "Ha scelto lui la canzone 'Take Me Home' per l’uscita del feretro", ha concluso la signora, tra gli applausi commossi mentre il feretro lasciava la chiesa.
Un regalo reciproco
"Ha fatto un regalo lui a me, non io a lui. Mi ha dato il suo volto, la sua amicizia, la sua professionalità, anche se era in condizioni fisiche molto precarie", così, con sincera commozione, Verdone ha voluto ricordare il collega scomparso. "Gli ho sempre voluto bene, fin dai primi film di Fellini in cui l’ho visto. Era un punto fermo", ha aggiunto il regista e attore.
L’eredità artistica
Verdone ha poi sottolineato come il cinema italiano non abbia sempre reso giustizia a figure come quella di Vitali: "Dopo un po’ arriva per tutti il momento del tramonto, ed è ingiusto. Ma non riguarda solo lui, succede anche a grandissimi attori. La cosa importante è lasciare una testimonianza con i film e con la propria nobiltà d’animo. E lui era davvero un gran signore".
Un legame personale
Commosso anche il ricordo sul loro rapporto personale: "Ci siamo scritti fino a due settimane fa, era sempre carino, chiedeva della serie, delle scene. Quando vedrete quella scena vi emozionerete, fa un discorso lungo e intenso sulla vita e la morte, e lo ha interpretato benissimo. Il testo l’ho scritto io con i miei sceneggiatori, ma lui non ha sbagliato nulla". Il regista e attore ha poi lodato l’artista, oltre al personaggio di Pierino: "Quelle quattro cose che ha fatto con Fellini erano piccole, ma rimarranno eterne. Federico aveva capito che era una grande maschera, lui era un uomo intelligente e aveva capito chi era. Erano diventati molto amici, ora so tanti aneddoti anche sulla vita di Fellini", ha chiosato Verdone con un sorriso amaro.