“In principio erano I Cani”, se l’indie, o itpop, o come preferite chiamare questa nuova felice infornata di cantautori italiani, avesse una Bibbia, probabilmente comincerebbe con queste parole. Non perché I Cani, o meglio, Niccolò Contessa che è ideatore e produttore del progetto I Cani, sia stato il primo; lo abbiamo già detto, non esiste un “primo” vero e proprio per la categoria indie (qualora fossimo quel genere di persone orrende che ama incasellare progetti e persone dentro categorie); ma perché in maniera brillante ed inspiegabile è riuscito a trovare il proprio modo del tutto personale e originale per far sentire la sua costante presenza nel panorama musicale italiano.
Perché sappiate che se parlate di Calcutta dietro c’è Niccolò Contessa, se parlate di Coez dietro c’è Niccolò Contessa. Questo è un dettaglio che sfugge ai più e tutto sommato non ne facciamo una colpa, viviamo l’epoca della musica gratis, dove basta un click e la canzone è servita, che se non fossimo inguaribili romantici solo a guardare quella pila di dischi e cd che fa bella mostra in salotto, ci sarebbe da spararsi per quanti soldi abbiamo buttato. Ma fortunatamente mammà c’ha fatto un cuore grande così. La cosa però non passa inosservata in rete, che è un mezzo che Contessa ha saputo ammaestrare con una dimestichezza degna del più consumato dei circensi. Come? Be, forse per capire come ci sia riuscito è meglio capire come c’è arrivato.
Chi è Niccolò Contessa
Siamo nel 2010, Niccolò Contessa, classe 1986, romano, dopo varie esperienze in band minori, pubblica in rete due brani: “I pariolini” e “Wes Anderson”, con il nome de’ I Cani “Non mi piaceva – spiegherà in futuro - l'idea di un nome troppo specifico, cioè che evocasse troppo un immaginario. I Cani ha il vantaggio che ha tantissime connotazioni perché il cane è l'attore che non sa recitare, è il migliore amico dell'uomo, il cane è fedele, il cane può essere il cane da salotto, il cane randagio, il cane che fa il combattimento tra cani”.
Una storia come tante altre: il successo in rete e la beneamata viralità. Emiliano Colasanti della 42Records, uno che per la potenzialità c’ha occhio (vedi alla voce Colapesce e Cosmo), si accaparra la firma e gli fa fare il primo disco, si tratta de’ “Il sorprendente album d'esordio de I Cani” (si intitola proprio così), è il 2011. L’album segue la scia virale intrapresa da Contessa con i suoi lavori precedenti, le storie che racconta sono fortemente teen, ma non tenere, anzi, al contrario, molto crude, molto schiette; racconta la generazione dei brufoli con una freddezza dai ritmi coinvolgenti. Ci mette dentro tutte le possibili declinazioni della vita di chi si affaccia da un quarto d’ora sulla maturità. Sono canzoni che si ascoltano e si ballano, ben prima che il collega Cosmo capisse che se alla sua musica discotecara (pardon, clubbing) aggiungeva qualche frase si sarebbe spianato la strada verso la grande platea.
Ma l’intento è totalmente cantautorale, desidera dire delle cose ed è evidente che ha in tasca la formula giusta per dirle. E quindi Hipesteria, Door Selection, Le Coppie, Roma Nord, I Pariolini di diciott’anni; il disco è una sorta di libretto di istruzioni. Se questa rubrica vuole raccontare, attraverso la musica, il mondo dei figli, questo disco meriterebbe la copertina. Ed è subito nomination al Tenco, che per la prima volta apre le braccia alla viralità di internet; il mercato si sta spostando lì e Contessa pare ne sia il traslocatore.
Niccolò Contessa
Parte il tour, sì, ma soprattutto il progetto procede in rete come un treno e Contessa sembra avere un talento innato per la comunicazione, forse non è il primo che gira un video interamente con un IPhone, ma il risultato del video di Hipsteria ha un sapore voyeuristico stupefacente; per non parlare dello stile Pop-Up anni ’90 utilizzato per il video di “Perdona e dimentica”: assolutamente geniale. È la cosa migliore mai sentita? Certamente no, ma è tra le più interessanti sotto innumerevoli punti di vista degli ultimi vent’anni. Questo lo pensiamo noi e cominciavano a pensarlo molti addetti ai lavori, non la critica che lo smonta in quattro e quattr'otto.
Passano due anni e Glamour, loro secondo album, è sulla rampa di lancio. Voi come annuncereste l’uscita di un vostro nuovo album? Ingaggiate un ufficio stampa? Un bravo copywriter che vi scriva due righe su Facebook? Se avete risposto si a queste domande vi diamo il benvenuto nel nuovo millennio, noi però stiamo raccontando una storia ambientata quasi quindici anni dopo. Contessa Glamour lo annuncia facendo girare un volantino con un misterioso link che riporta al primo singolo. Non c’è niente di Twee, al concerto degli Editors all’Alcatraz di Milano. Se non avete capito la mossa sbrigatevi a raggiungerci ai giorni nostri, che ancora dovete sorbirvi due amministrazioni Bush, la mucca pazza, l’11 settembre, la fine di due papati, il mondiale del 2006, La Grande Bellezza e, già, ci spiace dirvelo, ma Michael Jackson è passato a miglior vita.
Il disco comunque procede nella narrazione del precedente con qualche pretesa in più, sempre supportato dalla produzione di Enrico Fontanelli dei geniali Offlaga Disco Pax. Spiccano Storia di un impiegato, San Lorenzo e soprattutto la bellissima Lexotan. La mira si alza, il disco è più impegnato, i diciottenni son cresciuti ed ora serve una visione della realtà un po' più adulta, ed è esattamente il piatto servito. Anche a questa uscita segue un tour praticamente senza soste e il sospetto è che il mondo dei clubbini cominci a stare stretto, che il mainstream sia lì dietro l’angolo. Tutto esatto, i tempi sono maturi per esplodere; ma prima devono passare tre anni, si deve creare un’attesa spasmodica e di bacheca in bacheca non fa che serpeggiare la domanda: “Ma quando esce il prossimo de’ I Cani?”. Contessa ci ha abituati a due cose: fare tutto per bene e fare tutto in maniera calcolata. Non sta con le mani in mano, attenzione, mentre tutto il web sponda italiana lo cerca lui lavora alla colonna sonora del film.
La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi (che gli varrà una candidatura ai David di Donatello e ai Nastri D’argento per il miglior brano originale, Torta di noi); e poi si concentra sulla produzione di quella che è praticamente l’opera prima di un cantautore di Latina un po' sfigatello, si chiama Edoardo D’Erme, ma si fa chiamare Calcutta e il disco si intitola Mainstream. Vi dice nulla? Aurora esce a gennaio del 2016 ma viene anticipato da tre singoli, uno dei quali, Non finirà, segnerà una svolta totale nella carriera di Contessa.
Le radio lo passano a ripetizione, il successo è travolgente; il pezzo, d’altra parte, spacca. La maturazione nei temi è ormai evidente: Questo nostro grande amore, Il posto più freddo (che canzone!), Una cosa stupida, Sparire. Ricorda vagamente un primo Pacifico trasportato nel futuro (e che Pacifico non si offenda, ci piace esattamene così com’è); le sonorità sono adulte, consapevoli, profonde, e non si capisce se sia lui a imporle e gli altri a seguire o frutto di una capacità stupefacente di leggerle e interpretarle. Fatto sta che stavolta anche la critica deve chinare il capo e accettare che ci troviamo di fronte ad un artista con le rotelle che girano a mille. Poi accade qualcosa di strano: da un giorno all’altro il profilo Facebook della pagina de’ I Cani, veicolo di tutti gli aggiornamenti per i fans, ormai sempre più numerosi, sparisce all’improvviso. In rete è il delirio. Ci si chiede se è una mossa per annunciare un altro lavoro o se significhi che il progetto si chiude.
Lui dopo qualche giorno è costretto a mandare un messaggio abbastanza chiaro: “Ciao a tutti, qualche giorno fa ho scelto di chiudere la pagina Facebook de I Cani e visto che nelle ultime ore questo ha suscitato diverse domande e un po’ di confusione vorrei dare qualche chiarimento: non esistono né esisteranno altre pagine ufficiali della band non vuol dire che sta per uscire nuovo materiale, non vuol dire che non uscirà più nuovo materiale, non vuole dire che stiamo per annunciare concerti, non vuol dire che stiamo per annunciare qualcosa in particolare, non vuol dire che la band si è sciolta, non vuol dire nulla. Ho semplicemente scelto di chiudere la pagina Facebook. È una cosa che avrei voluto fare già da un po’ e avrei voluto farla senza dare nell’occhio visto che non è un atto simbolico né di polemica, sono perfettamente cosciente che proprio su Facebook è iniziata la diffusione del progetto ma ora sentivo il bisogno di passare oltre”.
Niccolò Contessa
Ma tutto ciò invece di chiarire la situazione la rende ancora più ambigua e straordinariamente affascinante. In rete comincia ad assurgere al ruolo di vero mito. Il pubblico continua a seguirlo, a scoprirlo, diventa un mito praticamente intoccabile su tutte le pagine specializzate, da Disagiowave a La Stazione Indiependente; passano un paio d’anni e si ritorna a chiedersi “Ma dove è finito Contessa?”. La sua leggenda vola di commento in commento alimentandosi come quella di Tyler Durden in Fight Club. Lui, intendiamoci, nel frattempo lavora, trova il tempo di collaborare con un altro che nel frattempo nel bosco dell’hip hop si è fatto un nome e aspetta solo di esplodere; e, come successo con Calcutta, manca solo il tocco di Contessa. Avete presente quella bomba atomica di Faccio un casino di Coez? Ecco.
L’8 novembre, poi, la sorpresa. Su Spotify, a mezzanotte, senza alcun annuncio, senza alcuna promozione, spunta fuori un brano “Nascosta in piena vista”. Sembra quasi il risultato ben riuscito di una seduta spiritica dove un gruppo di adolescenti vagamente depressi lo hanno evocato con tutto il cuore. Acqua nel deserto. Scala la classifica Viral di Spotify alla velocità della luce.
Sui social allora ci si chiede se il pezzo non sia anticipazione di un nuovo album, certamente il brano fa parte della colonna sonora realizzata dal cantautore romano per Troppa Grazia, il nuovo film di Gianni Zanasi con Alba Rohrwacher, Elio Germano e Giuseppe Battiston, presentato a Cannes durante la Quinzaine des Réalisateurs e in uscita al cinema il prossimo 22 novembre, e probabilmente no, non ci sarà un nuovo album in uscita. Ma la storia di Niccolò Contessa, come avrete immaginato è ricca di sorprese. Per quanto ne sappiamo, mentre noi scriviamo lui potrebbe già essere a lavoro per studiare il modo più originale per comunicarci che è tornato o che, magari, non è mai andato via.