L’accordo Lega-5Stelle sullo sblocca cantieri congela per ora la crisi di governo. E da questo momento nulla è più un tabù pur di rimanere in sella. Lo sforamento del 3% e il rimpasto più vicino, come ipotizza il Corriere della Sera. Una manovra bis da 3,5 miliardi l’anno, come preannuncia La Stampa con la Repubblica per evitare le sanzioni Ue. Ma si tratta pur tuttavia di una “Pace armata”, titola Il Fatto Quotidiano. E comunque fragile. Precaria. O di una “Comica finale” come strilla Il Giornale. Mentre il presidente del Consiglio sceglie il Vietnam vero a quello parlamentare o di maggioranza, lontano dall’Italia.
Il punto è che la politica di casa nostra è sfilacciata, e la narrazione che ne propongono i giornali segue questo andazzo senza riuscire a ricomporne il quadro. E chi forse meglio ne fotografa la sintesi è l’incipit di una cronaca del Corriere: “Il richiamo del presidente del Consiglio alla ‘leale collaborazione’ tra alleati — ma ancora di più il timore di rimanere con il cerino della crisi in mano, nei giorni cruciali della trattativa con la Ue per evitare la procedura di infrazione sui conti pubblici in disordine — ha convinto Matteo Salvini e Luigi Di Maio a raggiungere un temporaneo accordo sull’azione di governo”. Con anche l’ausilio del capo dello Stato, Sergio Mattarella.
“Di Maio punta — come raccontato nel retroscena del quotidiano milanese — sull’idea di ‘un’agenda condivisa’, cerca di smussare le tensioni con il segretario del Carroccio. ‘Vogliamo andare avanti? Allora dobbiamo trovare un equilibrio, tornare a lavorare con serenità e lealtà’. Parole che trovano la sponda di Salvini. ‘Basta attacchi’, è un altro mantra. I due decidono di rompere gli indugi e vedersi, incontrarsi di persona dopo settimane di gelo” narra un retroscena del quotidiano di via Solferino.
Così, al telefono, “accennano anche all’ipotesi di fare la manovra in deficit, a costo di sforare il tetto del 3%” e c’è anche chi insinua che nel salire al Colle per il colloquio con Mattarella, Di Maio “porti con sé un foglio con tre nomi, tre ministri (tra cui Salute e Infrastrutture) da sostituire”. Ma le indiscrezioni vengono smentite categoricamente dal Movimento. E poi sarebbe stato lo stesso Mattarella a bloccarne l’ipotesi, in cambio di una certa chiarezza sull’economia.
Il Giornale, nella sua edizione su carta, ipotizza anche una “tregua armata con baratto”, ovvero uno scambio tra lo Sblocca cantieri e il Salva-Roma, ma secondo Il Fatto se il primo “va”, il secondo viene “rinviato”, anche “se è quasi certo, però, che alla fine quest’u l t ima dovrebbe finire in un provvedimento ad hoc che riguarderà anche altri Comuni” scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio. E sia lo sblocca cantieri sia il Salva-Roma saranno probabilmente approvati col voto di fiducia. Anche se la Repubblica in edicola sottolinea che “il compromesso tra Lega e Cinque Stelle fa a pezzi il codice degli appalti. Non lo cancella, né lo sospende del tutto, come chiedeva Matteo Salvini, ma lo depotenzia fortemente”.
Mentre La Stampa evidenzia che la norma più contestata “quella che consentiva libertà totale nei subappalti - che aveva fatto gridare «vergogna» alla Cgil e innescato anche la protesta del presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone quando già si parlava anche solo di alzare la soglia dall’attuale 30 al 50% - verrà stralciata. Ed anzi il tetto scenderà al 40%”.
In definitiva cosa cambia? “Come prima cosa sino a tutto il 2020, termine entro il quale il governo conta di aver pronto il tagliando vero e proprio del Codice degli appalti, verrà sospeso l’obbligo per i comuni non capoluogo di avvalersi di centrali di committenza per fare le gare e questi enti potranno perciò fare da soli. (…) Quindi verrà sospeso anche l’obbligo di attingere i nomi dei commissari dall’apposito albo previsto dall’Anac. (…) Ciascuna stazione appaltante sarà così libera di individuare chi vuole a patto di rispettare ‘regole di competenza e trasparenza’ che andranno ‘individuate preventivamente’” si legge ancora sul quotidiano sabaudo.