AGI - C'è chi vuole far retrocedere la storia di interi secoli ma l'Europa se resta unita può resistere anche ai nazionalismi più accesi, difendendo i valori di libertà, eguaglianza e democrazia su cui si fonda. Sergio Mattarella inaugura l'ottocentesimo anno accademico dell'Università di Padova davanti alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e torna sull'invasione russa in Ucraina, mentre a Roma Mario Draghi affronta in Senato una maggioranza sempre più in fibrillazione, invitando a "non chiudere gli occhi".
Del resto la Presidente dell'Europarlamento ha appena ribadito la sua linea: "La solidarietà europea verso l'Ucraina deve continuare ad esser priorità per il futuro", anche se questo comporterà "scelte coraggiose come vietare gas e petrolio russo", "i nostri sacrifici di oggi sono investimenti per un futuro di democrazia e di pace e sappiamo che senza libertà c'è solo l'illusione della pace".
E la presidente del Senato Elisabetta Casellati, ricordando il motto dell'ateneo "Universa Universis Patavina Libertas", nota che "libertà è la parola chiave che ha segnato la storia di questo ateneo incubatore di idee da cui è nata l'Europa moderna". Perche', nota Metsola, quel che Putin, sbagliando considera un limite, le diversità all'interno del nostro continente, sono in realtà "la nostra forza".
Un richiamo a tutta Europa, mentre tra i Paesi membri non sempre c'è unità di vedute e il sesto pacchetto di sanzioni ancora non vede la luce, e mentre nella maggioranza che sostiene il governo Draghi sono sempre più forti i distinguo sul sostegno concreto all'Ucraina. Mattarella ricorda allora "il tessuto di cultura comune e di valori comuni che, malgrado le differenze, è rimasto e si è accresciuto nel corso del tempo, resistendo anche all'epoca dei nazionalismi accesi, dei nazionalismi interpretati come contrapposizione tra gli Stati".
E questo "stride" rispetto a quello cui assistiamo: "un'aggressione nei confronti di un Paese confinante, per imporgli le proprie scelte, da parte di un Paese più grande e più forte" scandisce il Capo dello Stato. Guardando indietro, se nei primi venti anni di questo Millennio abbiamo coltivato l'idea di un mondo sempre più raccolto, in cui come si è visto durante la pandemia "era, ed è, sempre più evidente l'esistenza di nemici comuni da affrontare insieme", ora è tanto più "inatteso, sorprendente e imprevedibile" "il tentativo di far retrocedere la Storia a qualche secolo addietro".
Con la Russia che invade l'Ucraina, "un Paese più forte e più grande che pretende, con la violenza delle armi e con la forza, di imporre le proprie scelte a un Paese confinante molto meno grande e molto meno forte". "Tutto questo - ribadisce Mattarella - richiama all'esigenza di tornare ai valori dell'Europa. Questo tessuto di valori comuni che, attraverso i popoli europei, non può essere sacrificato, lacerandosi, di fronte alla prepotenza dell'uso della forza e di imporre con le armi le proprie scelte agli altri". La libertà è dunque "il patrimonio che dobbiamo difendere, quello che spinge a non chiudere gli occhi di fronte a quanto accade nel nostro Paese o altrove, in sede internazionale, particolarmente nel nostro Continente".
E non solo la propria, perché è illusorio pensare di salvarsi da soli: "la libertà non è divisibile, né socialmente, né territorialmente, ma si ottiene pienamente soltanto se ne godono anche gli altri. Perché si realizza insieme a quella degli altri. Non c'è libertà piena se gli altri ne sono privi".
"Questo spinge - ripeto - a non chiudere gli occhi, a impegnarsi perché venga ripristinato il diritto internazionale, venga riaffermata quella catena di valori in cui la libertà si articola. La libertà e' indissolubilmente connessa con altri valori: l'uguaglianza, la solidarieta'. Sono questi i valori che vanno coltivati, difesi attivamente". Mattarella conclude con un richiamo all'umiltà diretto agli studenti: "La persona umile cerca la verità. Chi coltiva la superbia è convinto di possederla. Ecco, vorrei raccomandare agli studenti di questo e di ogni altro Ateneo di non cadere mai in quella tentazione; di coltivare sempre il dubbio e lo spirito critico. Questo è quello che alimenta la libertà e che rende consapevoli del complesso dei valori che in Europa si sono sviluppati".
"L'antidoto alla superbia è la cultura. Questo sottolinea l'importanza dei luoghi in cui si distribuisce, si elabora, si approfondisce cultura. E l'antidoto alla superbia, alla prepotenza, all'arroganza, alla violenza e', appunto, la cultura".