Conte e Di Maio contro Salvini su tempi e modi della crisi di governo
ALBERTO PIZZOLI / AFP - Giuseppe Conte
Giuseppe Conte scioglie il silenzio e si schiera, contro Matteo Salvini. Il presidente del Consiglio convoca i giornalisti, a circa 36 ore dallo 'showdown' del suo governo dopo il voto sulla Tav al Senato, per fornire - dice - "alcune doverose dichiarazioni ai cittadini" che saranno seguite - assicura - da "più ampie spiegazioni" in Parlamento.
Il premier racconta di aver ricevuto ieri, a Palazzo Chigi, il suo vice leghista, il quale gli ha espresso la "volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso del suo partito". Poi assicura che la crisi dell'esecutivo gialloverde sarà gestita in assoluta trasparenza: "Agli italiani diremo la verità e il senatore Salvini dovrà spiegare al Paese le ragioni che lo hanno portato a interrompere bruscamente l'azione del governo".
Conte dice poi che non accetterà che passi la narrativa del "governo dei no", accusa mossa da Salvini per i niet 5 stelle alle proposte leghiste. Il suo esecutivo "ha lavorato tanto e non era in spiaggia", attacca subito dopo, con allusione alla recente vacanza del titolare del Viminale - che ha trascorso nove giorni a Milano Marittima con il figlio.
"Questo governo, da me coordinato, si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani" attacca ancora il Presidente del Consiglio. "Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione, la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i sottosegretari, insieme a me, hanno affrontato l'impegno di governo. E non posso accettare che sia svilito il cospicuo lavoro svolto dai parlamentari"
Il timing della crisi del governo guidato da Giuseppe Conte potrebbe portare a nuove elezioni l'ultima domenica di ottobre, il 27. Ma è anche possibile che servano alcuni giorni in più, e allora gli italiani sarebbero chiamati ad esprimere nuovamente il loro voto la settimana successiva, domenica 3 novembre o domenica 10 novembre. I tempi sono dettati dalla Costituzione, da leggi ordinarie e da una ormai consolidata prassi istituzionale.
Tuttavia, la 'parlamentarizzazione' della crisi voluta da Conte, ovvero il premier si reca in Parlamento (precisamente al Senato, dove ha ottenuto la prima fiducia, in base alla cosiddetta regola della culla), allunga necessariamente i tempi rispetto all'ipotesi di dimissioni immediate del premier. L'Aula di palazzo Madama non potrà essere infatti convocata a brevissimo. Servono tempi tecnici per riavviare l'attività, visto che il Senato è in ferie e bisogna garantire che i senatori tutti riescano a fare rientro a Roma. L'ipotesi che circola è di una convocazione dell'Aula dopo Ferragosto, intorno al 20, con conseguente scioglimento delle Camere intorno al 25-26 agosto.
Questi i vari passaggi:
Dunque, riassumendo, stando a quanto prevedono le varie disposizioni in materia e basandosi sui giorni minimi che devono intercorrere dallo scioglimento delle Camere (e quindi dalla crisi vera e propria) alle urne, ovvero 60, queste le possibili finestre elettorali per votare dopo l'estate sono:
Le scadenze proseguono con lo stesso schema anche per le settimane successive ed è ovvio che più ci si inoltra in autunno con una eventuale crisi di governo più diventa plausibile che le elezioni, qualora si dovesse tornare al voto anticipato, si svolgano nei primi mesi del 2020 se non in primavera.
La tempistica di eventuali elezioni in autunno dovrebbe tener conto anche delle scadenze legate alla sessione di Bilancio. A settembre, alla ripresa dell'attività parlamentare e governativa dopo la pausa estiva - sempre che l'esecutivo non cada prima - ad attendere il governo ci sarà la Nota di aggiornamento al Def, che va presentata alle Camere entro il 27 settembre. Il Documento programmatico di Bilancio, ovvero l'ossatura della manovra, va invece inviato alla Commissione Ue entro il 15 ottobre, mentre la Legge di Bilancio vera e propria deve essere presentata alle Camere entro il 20 ottobre. Scadenze che, sulla carta, presuppongono l'esistenza di un governo in carica e con la forza, politica e numerica, di varare la manovra e 'contrattarla' con l'Ue.
È possibile, tuttavia, chiedere all'Europa una 'dilazione' dei tempi del Documento programmatico di Bilancio, giustificata proprio dalla crisi di governo e dalle elezioni appena celebrate, visto che la manovra deve essere approvata entro il 31 dicembre. Questo ovviamente se dalle urne uscisse una maggioranza ben definita che in poche settimane porti alla nascita del nuovo esecutivo. Altrimenti, conseguenza ovvia, servirebbe un lasso di tempo piu' lungo per consentire le normali trattative tra forze politiche cosi' da arrivare alla nascita di un esecutivo. E' il caso proprio del governo a guida Conte: dal giorno delle elezioni al giuramento sono trascorsi tre mesi. La scadenza, tuttavia, che resta tassativa e' quella del 31 dicembre, data entro cui il Parlamento italiano deve approvare la legge di Bilancio per evitare l'esercizio provvisorio.