Il ritardo della manovra? "E' dovuto a Bruxelles" e "Lega e M5s restano uniti", "gli elettori non capirebbero una rottura". Lo sostiene, intervistato da 'La Stampa', il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
"Non c'era nessuna deliberata volontà del governo argomenta di comprimere il vaglio del Parlamento. Avrei senz'altro avuto piacere di lasciare un più ampio margine di discussione, ma purtroppo non è stato proprio possibile chiudere prima l'interlocuzione con la Commissione europea, grazie alla quale è stata evitata una procedura di infrazione".
"Un successo per la nostra democrazia"
"Era nell'interesse dei cittadini giungere ad un esito positivo del negoziato e questo risultato ha richiesto notevoli energie e anche tempo" aggiunge Conte, "Aver concluso questo negoziato mantenendo integre le misure qualificanti del contratto di governo è un successo per la nostra democrazia: è un'iniezione di fiducia per i cittadini perché dimostra che il voto popolare può ancora produrre risultati concreti".
"Molti di coloro che criticano il governo per i tempi di presentazione della manovra" dice ancora, "hanno la memoria corta. Ad esempio solo due anni fa, nel 2016, la manovra in seconda lettura al Senato non è stata oggetto di alcun voto in Commissione; due anni prima, nel 2014, è stato posto il voto di fiducia su una manovra votata a notte fonda".
Nessuna frizione tra M5s e Lega, dice il premier
Per quanto riguarda i rapporti all'interno dell'esecutivo, secondo Conte, "le forze politiche che sostengono il governo hanno dato prova di grande responsabilità e sono certo che il lavoro proseguirà nell'interesse dei cittadini italiani. Da parte di tutti c'è una profonda condivisione di quel desiderio di cambiamento che è scritto nero su bianco nel contratto di governo: entrambe le forze politiche hanno interesse a proseguire in questa direzione e sanno che i cittadini non capirebbero una inversione di rotta".