"Sono stato un capro espiatorio, sarebbe stato più semplice se la sindaca Appendino avesse espresso una volontà politica nuova nelle riunioni di maggioranza o giunta". Cosi' l'ormai ex vicesindaco di Torino, Guido Montanari, poco prima dell'inizio del Consiglio comunale più rovente degli ultimi tre anni, ha risposto alla prima cittadina, che ha ufficializzato la revoca delle deleghe, conseguenza delle frasi "inopportune" sul Salone dell'Auto, che dal prossimo anno si svolgerà non più nel capoluogo piemontese ma in Lombardia.
"Non intendo più accettare battute di arresto, - ha detto Appendino in Consiglio comunale, annunciando di assumere ad interim le deleghe di Montanari - ora chiedo una prova di maturità. Vincolerò il mio mandato al destino di questa amministrazione. Se il male minore sarà la fine anticipata di questa legislatura così sarà".
Il sindaco ha avvertito che "nessuno può fare ironia e osteggiare un evento che coinvolge migliaia di cittadini. Quanto accaduto è ingiustificabile. La nostra responsabilità istituzionale deve essere primaria rispetto alle idee politiche", ha ammonito e ha sottolineato di "non essere disposta in alcun modo ad andare avanti con il freno a mano tirato".
La sindaca ha ringraziato Montanari "per il prezioso lavoro svolto in questi tre anni" ma al contempo ha ricordato che "ci sono momenti in cui ognuno deve assumersi le responsabilità di ciò che dice, anche in contesti non formali". Alla sindaca ha replicato la capogruppo del M5s Valentina Sganga: "Non c'era la nostra volontà di mandare via il Salone dell'auto mentre su Montanari è stata una scelta della sindaca, non condivisa con noi. E' una sua responsabilità. A Montanari va tutta la nostra stima. Sono d'accordo - ha aggiunto - quando dice che serve rispetto dei ruoli, ma serve anche ascoltare le posizioni non condivise".
Non si è fatta attendere la controreplica di Appendino: "Sono d'accordo che fra noi debba esserci rispetto, ma credo sia mancato il rispetto nei confronti della città. Ora c'è bisogno di un ente che nei prossimi due anni sia in grado di decidere in modo efficace e veloce per il bene di Torino".
Come prevedibile le minoranze hanno approfittato della spaccatura interna al Movimento, chiedendo le dimissioni della prima cittadina: dal capogruppo Pd Stefano Lo Russo a Osvaldo Napoli di Forza Italia a Fabrizio Ricca della Lega, secondo cui "maggioranza e sindaca hanno una settimana di tempo per trovare un'intesa, altrimenti le dimissioni sono inevitabili".