AGI - Un nuovo centro di addestramento specializzato per la Guardia di frontiera è stato inaugurato a Tripoli dal ministro dell'Interno del Governo di Accordo Nazionale (GNA), Imad Mustafa al-Trabelsi. La struttura, finanziata nell'ambito del programma europeo "Supporto alla gestione integrata delle frontiere e delle migrazioni in Libia" (SIBMMIL), è stata realizzata dal ministero dell'Interno italiano e dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). La cerimonia si è tenuta alla presenza dell'Ambasciatore dell'Unione Europea in Libia, Nicola Orlando, del Capo Missione dell'OIM, Nicoletta Giordano, del Direttore della Missione EUBAM in Libia, Jan Vycital, e del Vice Ambasciatore italiano, Riccardo Villa.
Nel suo discorso, Trabelsi ha sottolineato che questa apertura rappresenta "il risultato concreto della cooperazione tra il ministero dell'Interno libico, l'Unione Europea, l'Italia e le organizzazioni internazionali", volta a "rafforzare la sicurezza delle frontiere e contrastare l'immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani". Ha sottolineato la necessità di "migliorare le capacità operative e tecniche" della Guardia di frontiera, che ha descritto come "la prima linea di difesa del Paese contro il traffico illegale". Il Ministro ha inoltre ringraziato l'Italia per il suo continuo supporto e il ruolo attivo nei consessi internazionali.
Su X, l'Ambasciatore Orlando si è detto "onorato" di inaugurare un centro che ha descritto come "un risultato notevole, che riflette il crescente sostegno dell'UE agli sforzi libici per rafforzare il controllo delle frontiere terrestri e delle rotte migratorie nel deserto". Ha ribadito "l'impegno dell'Unione Europea per rimpatri volontari sicuri e dignitosi nei Paesi di origine", elogiando "l'efficace impegno delle autorità libiche". L'ambasciatore ha aggiunto che i partner hanno concordato di "intensificare la cooperazione per salvare vite umane in mare e nel deserto, garantendo al contempo la gestione delle frontiere nel rispetto del diritto libico, degli obblighi internazionali e dei diritti umani".
Secondo fonti libiche citate dall'Agenzia Nova, il diplomatico italiano Riccardo Villa ha ricordato il "Processo di Roma", avviato nel luglio 2023 a seguito della Conferenza su Migrazione e Sviluppo di Roma. Questo quadro, copresieduto da Italia e Libia, riunisce Paesi africani ed europei e ora include tra i suoi membri Regno Unito, Germania e Danimarca. Villa ha sottolineato la necessità di proseguire i programmi di formazione e aggiornamento tecnico per le forze di sicurezza, ritenuti essenziali per rafforzarne le capacità a medio termine. L'UE e l'Italia hanno confermato il loro impegno ad ampliare queste iniziative.
Per quanto riguarda i flussi migratori, tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2025 sono sbarcati in Italia 52.082 migranti provenienti dalla Libia, pari all'88% degli arrivi totali. Mentre il dato complessivo rimane stabile rispetto al 2024, le partenze dalla Libia sono aumentate del 54%. Quasi tutti provengono dalla Tripolitania occidentale. Nel frattempo, all'inizio di novembre, l'esercito libico ha condotto attacchi aerei contro presunti trafficanti a Zuwara e Abu Kammash, che avrebbero causato la morte di tre migranti. L'OIM ha segnalato un naufragio al largo della costa di Zuwara, che ha causato la scomparsa di almeno 42 persone.
Dall'inizio dell'anno, 23.513 migranti sono stati intercettati e riportati in Libia, una cifra già superiore alle proiezioni del 2024. L'OIM afferma di "non considerare la Libia un porto sicuro per i migranti". Il suo rapporto "Displacement Tracking Matrix" indica inoltre che 894.890 migranti provenienti da 45 paesi si trovano attualmente in Libia, con un aumento del 18% rispetto all'anno precedente. La Libia rimane un importante snodo migratorio, accogliendo principalmente cittadini provenienti da Egitto, Niger, Sudan e Ciad. L'OIM rileva che l'83% dei migranti ha lasciato il proprio paese per motivi economici, mentre il 14% fugge dal conflitto, in particolare in Sudan.