AGI - L'Italia è il principale importatore di olio d'oliva tunisino, rappresentando il 26,8% delle esportazioni totali nei primi dieci mesi dell'attuale stagione agricola (novembre 2024-agosto 2025). Seguono la Spagna (25,5%) e gli Stati Uniti (20,1%). Nel complesso, l'Europa si conferma il principale mercato di destinazione per l'olio d'oliva tunisino, rappresentando il 57,4% delle esportazioni totali. Seguono il Nord America (27%) e l'Africa (7,6%).
La stagione delle esportazioni di olio d'oliva tunisino per il 2024-2025 presenta un quadro caratterizzato da un aumento dei volumi e da una diminuzione dei prezzi medi, secondo i dati relativi ai primi dieci mesi della stagione analizzati dall'Osservatorio Nazionale dell'Agricoltura. Tra novembre 2024 e agosto 2025, la Tunisia ha esportato un totale di 181.300 tonnellate di olio d'oliva. Questo volume rappresenta un aumento del 20,1% rispetto allo stesso periodo della stagione precedente (2023-2024). L'olio d'oliva sfuso è il principale mercato di esportazione, rappresentando l'85,3% del totale, mentre l'olio d'oliva confezionato rappresenta il restante 14,7%.
Nonostante l'aumento dei volumi di esportazione, i ricavi complessivi sono diminuiti del 29,5%, raggiungendo i 3,39 miliardi di dinari (circa un miliardo di euro). Questo calo di valore, a fronte di quantità crescenti, è direttamente correlato a una significativa diminuzione dei prezzi medi sul mercato mondiale.
Il prezzo medio dell'olio d'oliva è diminuito del 50,1% rispetto alla stagione precedente, passando da 5,06 a 2,22 euro al chilogrammo. Le esportazioni di olio d'oliva biologico hanno raggiunto le 48,9 mila tonnellate, generando un fatturato di circa 664,8 milioni di dinari (circa 196 milioni di euro). L'olio biologico confezionato rappresenta una quota marginale, pari solo al 6,1% delle esportazioni totali di questo prodotto. Il prezzo medio dell'olio biologico confezionato è significativamente più alto, oscillando tra 3,95 e 4,90 euro al chilogrammo. L'Italia è anche il principale importatore di olio biologico tunisino, con il 51,6% della quota esportata.
Secondo gli economisti, i dati della campagna 2024-2025 indicano la necessità per la Tunisia di diversificare ulteriormente i propri mercati, ponendo al contempo maggiore enfasi sulla valorizzazione del prodotto confezionato. L'esportazione di olio d'oliva sfuso, pur garantendo volumi elevati, rende il settore vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi globali. Lo sviluppo del segmento biologico, con i suoi prezzi più elevati, rappresenta un'opportunità strategica per aumentare i ricavi e rafforzare la posizione del Paese sul mercato internazionale dell'olio d'oliva di alta qualità.
Più in generale, secondo i dati commerciali recentemente pubblicati dall'Istituto Nazionale di Statistica Tunisino (INS), da gennaio ad agosto 2025 le esportazioni italiane verso la Tunisia hanno registrato una contrazione, raggiungendo i 6,36 miliardi di dinari (1,87 miliardi di euro), con un calo del 2,2% rispetto ai 6,5 miliardi di dinari (1,91 miliardi di euro) dello stesso periodo del 2024. Si tratta del valore più basso registrato negli ultimi tre anni. Anche le importazioni italiane dalla Tunisia hanno registrato un calo più marcato, con un calo del 9,2%. Nei primi otto mesi del 2025, il loro valore è stato di 7,16 miliardi di dinari (2,1 miliardi di euro), rispetto ai 7,89 miliardi di dinari (2,32 miliardi di euro) registrati nel 2024. La bilancia commerciale della Tunisia, generalmente sempre in deficit, ha raggiunto i -14,64 miliardi di dinari, in peggioramento rispetto ai -11,92 miliardi di dinari registrati nei primi otto mesi del 2024. Il tasso di copertura, ovvero il rapporto tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni, è sceso al 73,9%, rispetto al 77,7% dello stesso periodo dell'anno precedente.