AGI - La crisi valutaria in Mozambico sta mettendo a repentaglio l'operatività delle aziende italiane presenti nel Paese, che tuttavia rimangono resilienti. È l'opinione di Luigi Giglio, direttore operativo del gruppo agroalimentare Inalca in Mozambico, che, in un'intervista ad Agenzia Nova, ha spiegato le difficoltà che le aziende italiane che operano nel Paese lusofono devono affrontare. "La sfida più grande che affrontiamo oggi è la mancanza di valuta estera. Non possiamo convertire la valuta locale in valuta forte per pagare i fornitori internazionali. Questo crea diversi vincoli perché, come gruppo, vogliamo espanderci ulteriormente, ma siamo fortemente limitati", ha spiegato l'imprenditore durante la fiera multisettoriale Facim, tenutasi dal 26 al 31 agosto a Maputo. Giglio ha avvertito che, nonostante la capacità dell'azienda di superare le crisi, le restrizioni valutarie stanno riducendo la sua capacità di importazione, con un impatto diretto sulla fornitura di beni di prima necessità alle famiglie mozambicane.
Il Gruppo Cremonini, leader nell'importazione di carne bovina, pollo e pesce, trasporta circa 100 container di prodotti surgelati al mese e ha filiali a Maputo, Beira, Nampula e Pemba. La sua capacità di stoccaggio supera le 14.000 tonnellate e la sua flotta logistica garantisce la distribuzione nazionale. "Non appena avremo accesso alla valuta estera, aumenteremo significativamente le nostre importazioni. Questo permetterà alla popolazione di accedere più facilmente a prodotti di base di qualità", ha spiegato Giglio, sottolineando che i prodotti venduti da Inalca fanno parte del paniere di consumo di base in Mozambico. L'imprenditore ha poi sottolineato il contributo del gruppo all'economia mozambicana, con la creazione di oltre 100 posti di lavoro diretti e 200 indiretti, in particolare per trasportatori, agenti doganali e fornitori di servizi. "In totale, stimiamo che la nostra attività sostenga circa 300 posti di lavoro", ha affermato.
La crisi valutaria ha costretto l'azienda a limitare gli ordini dall'estero, ostacolando la regolarità delle forniture. "Non possiamo ordinare troppi prodotti senza pagare in anticipo. Questo interrompe la continuità delle forniture e ci impedisce di avere scorte sufficienti", spiega Giglio. Nonostante le difficoltà, Inalca desidera ribadire il proprio impegno a contribuire al mercato mozambicano aumentando gli investimenti in infrastrutture e diversificando l'offerta. L'azienda sta ampliando il magazzino di Maputo ed esplorando nuove gamme di prodotti italiani da distribuire in tutto il Paese. La presenza di Inalca in Mozambico rientra nella strategia di internazionalizzazione del Gruppo Cremonini, che mira a coniugare efficienza logistica e prezzi competitivi. "Il mercato mozambicano sta rispondendo bene, ma è molto sensibile al prezzo. Ci impegniamo a mantenere la migliore qualità possibile a un prezzo accessibile", afferma Giglio.
L'imprenditore ha inoltre sottolineato l'importanza della partecipazione dell'azienda alla 60a edizione della fiera Facim 2025, dove ha presentato la sua nuova gamma di prodotti secchi e rafforzato i contatti con partner istituzionali e privati. "Vogliamo chiarire che Inalca in Mozambico non vende solo prodotti surgelati, ma investe anche in nuovi segmenti. Siamo soddisfatti dei risultati", ha aggiunto. Giglio ritiene che, senza soluzioni strutturali alla crisi del tasso di cambio, la crescita del Mozambico e la sua capacità di rifornire il mercato interno continueranno a essere ostacolate. "La valuta estera è essenziale per l'espansione, la creazione di posti di lavoro e un migliore accesso ai prodotti alimentari di base per la popolazione", ha aggiunto. Recentemente, la Confederazione delle Associazioni Economiche del Mozambico (CTA) ha allertato la Banca Centrale del Paese sulla carenza di valuta estera per soddisfare la domanda del mercato interno, con i rischi associati di un aumento dell'inflazione. La CTA ha presentato documenti che indicano una mancanza di liquidità nelle banche commerciali per i clienti, nonché un elenco di aziende le cui fatture presentate alle banche commerciali per il pagamento sono rimaste insolute. Secondo l'associazione, gli importi presenti in questa lista presentata alla Banca del Mozambico sono stimati a 402 milioni di dollari.