AGI - L'Università Alfaisal di Riyadh ha ospitato una conferenza di alto livello dal titolo "Culture e tradizioni per la salute: un viaggio attraverso la dieta mediterranea e la cucina mediorientale". L'obiettivo di tale iniziativa è promuovere le diete tradizionali, proteggendo al contempo la biodiversità, sostenendo le economie locali e incoraggiando stili di vita sani. Alla conferenza hanno partecipato numerosi ricercatori, nutrizionisti e rappresentanti istituzionali italiani e sauditi, oltre all'ambasciatore italiano in Arabia Saudita, Carlo Baldocci, che ha sottolineato come "il patrimonio alimentare mediterraneo ci insegna che il benessere consiste nell'armonia tra persone, cibo e natura". L'evento ha evidenziato il valore culturale del cibo, oltre la dimensione nutrizionale. "Il miglior consiglio in fatto di alimentazione è equilibrio, moderazione e varietà", ha affermato il professor Rick Mattes, nutrizionista presso la Purdue University nell'Indiana, sottolineando come i principi di un'alimentazione sana debbano essere adattati ai contesti culturali e agli stili di vita di ogni comunità.
I relatori hanno criticato gli approcci univoci alla nutrizione spesso promossi da alcune istituzioni sanitarie internazionali. "Le tradizioni non sono un ostacolo alla salute, ma parte integrante di essa", ha affermato Roberta Re, direttrice di Cambridge Food Science e moderatrice del dibattito, aggiungendo che "una politica alimentare efficace deve basarsi su dati scientifici, ma anche rispettare le culture". Il legame tra cibo e identità è stato centrale nell'intervento di Majed Al Muhanna, direttore della ricerca presso la Saudi Culinary Arts Commission, il quale ha osservato che "il cibo è il patrimonio culturale immateriale per eccellenza". Al Muhanna ha sottolineato l'importanza delle tradizioni alimentari nella promozione di uno stile di vita sano.
Da parte italiana, il Vice Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Valentino Valentini, ha sottolineato il valore delle diete tradizionali. "La dieta mediterranea è un paradigma completo, che unisce gusto, salute e sostenibilità, rafforzando i legami sociali e preservando antichi saperi." Valentini ha ricordato che questi modelli alimentari si sono sviluppati nel corso di secoli di evoluzione, adattandosi alle esigenze ambientali, economiche e culturali delle comunità.
Il professor Lorenzo Donini dell'Università La Sapienza di Roma ha messo in guardia dalle politiche nutrizionali punitive. La conferenza si è conclusa con un appello alla collaborazione tra scienza, politica e industria. "Il progresso in ambito nutrizionale nasce dalla valorizzazione delle differenze culturali, non dalla loro eliminazione", ha affermato Roberta Re, sottolineando che il cibo è prima di tutto un'esperienza comunitaria.