Rapporto deficit/Pil e debito/Pil, come stanno davvero le cose?
Abbiamo verificato le affermazioni di Romano Prodi a proposito della situazione economica del Paese

Intervistato lo scorso 18 settembre su Radio Capital, l’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi ha commentato la situazione economica dell’Italia affermando (minuto 55.40): “Quello che è stato l’errore, o la difficoltà, di questi anni è stato che la diminuzione del rapporto deficit/Pil non è avvenuta”.
Vediamo dunque se i dati danno ragione al Professore.
Il rapporto deficit/Pil
In base ai criteri di convergenza stabiliti a Maastricht, il rapporto tra il deficit - la differenza annuale tra entrate e uscite dello Stato, compresa la spesa per interessi - e il Pil deve stare sotto il 3%. Questa misura di finanza pubblica è stata per anni causa di contrasti tra l’Italia e la Commissione europea.
La Commissione ha aperto diverse procedure di infrazione nei confronti di Roma per la violazione del parametro di Maastricht, ad esempio nel 2005 – per il superamento della soglia del 3% nel 2003 e nel 2004 – e ancora nel 2009 (procedura poi chiusa nel 2013).
Vediamo dunque in base ai dati Eurostat qual è stato l’andamento del rapporto deficit/Pil dal 2000 in poi.
Da un’iniziale situazione di rispetto della soglia del 3% (un traguardo ottenuto nel 1997, confermato nel 1998 e migliorato nel 1999) l’Italia è rapidamente passata a violare il parametro già nel 2001.
La situazione di violazione è durata fino al 2007-2008, quando il Paese è tornato a rispettare le regole europee, ma l’impatto della crisi ha fatto schizzare il rapporto deficit/Pil a più del 5% nel 2009.
Solo nel 2012 siamo tornati sotto la soglia del 3% e da allora abbiamo sempre rispettato questo parametro di Maastricht.
Negli ultimi 3 anni, in particolare, è visibile una traiettoria di diminuzione del rapporto, passato dal 3% al 2,7% e, nel 2016, al 2,4%.
Secondo le previsioni di primavera della Commissione nel 2017 dovrebbe scendere ulteriormente, attestandosi al 2,2%.
Dunque Prodi sembra avere più torto che ragione a lamentare una mancata diminuzione del rapporto deficit/Pil negli ultimi anni.
Ma forse il professore non stava facendo riferimento a questo.
Il rapporto debito/Pil
Dal contesto delle sue affermazioni, dove il problema veniva individuato nell’enorme debito pubblico italiano, si può desumere che in realtà l’ex presidente del Consiglio volesse dire “rapporto debito/Pil”, e si sia semplicemente confuso nel parlare.
Considerando questo secondo parametro – che in base a Maastricht dovrebbe stare sotto il 60% del Pil o, per i Paesi come l’Italia che partono da una situazione decisamente più alta, convergere verso quell’obiettivo – si può dire che Prodi abbia ragione.
Guardiamo, sempre in base ai dati Eurostat, l’andamento del rapporto debito/Pil dal 2000 in poi.
Gli sforzi che a fine anni ’90 avevano portato il rapporto debito/Pil a scendere da più del 115% (ad esempio 116,9% nel 1995) fino a sotto il 100% nel 2007 (99,8%), sono stati vanificati con l’arrivo della crisi.
Il parametro è rapidamente tornato sopra il 110% (112,5% nel 2009), per poi sorpassare anche il 120% (123,4% nel 2012), quindi il 130% (132,1% nel 2015), e arrivare al 132,6% del 2016.
Le previsioni di primavera della Commissione pronosticavano per il 2017 un nuovo record, il 133,1%, ma i recenti (e all’epoca imprevisti) miglioramenti del Pil potrebbero portare a un rapporto col debito pubblico meno pesante.
Conclusione
Se Prodi, come sembra dal contesto, si è espresso male e fa riferimento con le sue parole al rapporto debito/Pil, allora la sua affermazione è corretta. Negli ultimi anni non si è riusciti a evitare un’impennata dell’indice, che in meno di dieci anni ha guadagnato oltre 30 punti percentuali.
Prendendo invece alla lettera la sua dichiarazione, che parla di rapporto deficit/Pil, risulta che Prodi abbia torto: negli ultimi anni, in particolare dal 2012 in poi, questo parametro è rimasto stabile con anzi un leggero miglioramento.
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