AGI - Berlino ha deciso di sospendere l'invio a Israele di armi "che potrebbero essere usate a Gaza". "La Germania non approverà, fino a nuovo avviso, l'esportazione verso Israele di equipaggiamento militare che potrebbe essere utilizzato a Gaza" ha detto il cancelliere tedesco Frederick Merz.
Il congelamento delle esportazioni di armi segna un drastico cambiamento di rotta per il governo tedesco, che è stato a lungo uno dei più fedeli alleati internazionali di Israele. Merz ha affermato che è “sempre più difficile capire” come l'ultimo piano militare israeliano possa contribuire a raggiungere gli obiettivi di disarmare Hamas e liberare gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza.
Merz ha aggiunto che Berlino “rimane profondamente preoccupata per le continue sofferenze della popolazione civile nella Striscia di Gaza”.
Nel periodo compreso tra l'inizio della guerra di Gaza, scatenata dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, e maggio di quest'anno, la Germania ha approvato esportazioni di materiale militare per un valore di almeno 485 milioni di euro (565 milioni di dollari) verso Israele.
Le forniture includevano armi da fuoco, munizioni, parti di armi, attrezzature speciali per l'esercito e la marina, apparecchiature elettroniche e veicoli blindati speciali, ha affermato il governo in giugno in risposta
La decisione del governo tedesco, si legge in una dichiarazione di Merz, è in risposta al piano di Israele di espandere le sue operazioni militari nella Striscia e occupare Gaza City. Il rilascio degli ostaggi israeliani e i negoziati per un cessate il fuoco sono le massime priorità della Germania, dice il cancelliere che esprime "profonda preoccupazione" per le sofferenze dei civili nella Striscia di Gaza.
Il leader conservatore è stato anche sottoposto a pressioni da parte di alcuni membri del suo stesso governo di coalizione affinché aumentasse la pressione su Israele, in particolare dai membri dei socialdemocratici di centro-sinistra. Tuttavia, pur esprimendo spesso preoccupazione, la Germania si era finora astenuta dall'intraprendere misure concrete di rilievo.
La Germania ha finora evitato di seguire l'esempio di Francia, Regno Unito e Canada, che hanno annunciato l'intenzione di riconoscere uno Stato palestinese a settembre.
Durante una visita in Israele la scorsa settimana, il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha ribadito la posizione di lunga data di Berlino secondo cui il riconoscimento potrà avvenire solo dopo un processo di negoziazione tra Israele e i palestinesi, ma ha aggiunto che il processo “deve iniziare presto”.