AGI - Con la partecipazione di decine di migliaia di persone, tra cui numerosi politici ed eurodeputati provenienti da tutta Europa, ha preso forma la marcia del Pride di Budapest, nonostante il divieto imposto dal governo ultranazionalista ungherese. In un clima pacifico e festoso, i partecipanti hanno iniziato a sfilare nel centro della capitale ungherese sotto lo slogan “la libertà e l’amore non possono essere vietati”. Un numero record di persone si è presentato al via intorno alle 14, secondo gli organizzatori. "Crediamo che ci siano tra le 180.000 e le 200.000 persone", ha detto la presidente del Pride, Viktoria Radvanyi. "È difficile fare una stima perché non c'è mai stata così tanta gente al Budapest Pride"
Fino all’inizio della marcia, in piazza Deák, accanto al municipio della capitale magiara, non si sono registrati incidenti, a eccezione di alcuni atti di provocazione da parte di oppositori alla manifestazione. I militanti del partito di destra ungherese la Nostra Patria, inoltre, hanno bloccato con le auto il ponte Szabadsag a Budapest, lo riporta Daily News Ungary sul suo sito. Pochi minuti dopo l’avvio, una dozzina di agenti di polizia ha bloccato il percorso della marcia, nel tentativo di deviare la rotta originaria. Niente, però, ha impedito lo svolgimento dell'evento.
Ákos Horváth, uno studente diciottenne arrivato a Budapest da una città dell'Ungheria meridionale, ha affermato che la sua presenza "ha un'importanza simbolica". "Non si tratta solo di rappresentare la comunità gay, ma di difendere i diritti del popolo ungherese", ha dichiarato all'AFP mentre si recava alla marcia dopo un viaggio di due ore.
Ma ci sono anche voci contrarie. “Pentitevi! Si può evitare di morire di AIDS. Lasciate l’omosessualità!”, urlava un uomo con indosso una maglietta nera con la scritta “Predicatore cristiano”, accompagnato da un’altra persona che alzava in alto una Bibbia.
Le misure restrittive del governo
Quest'anno la coalizione di governo di Orbán ha modificato le leggi e la Costituzione per vietare la celebrazione annuale, giustificando la sua repressione pluriennale dei diritti LGBTQ con motivazioni di "protezione dei minori". Ieri Orbán ha dichiarato che, sebbene la polizia non avrebbe "disperso" la marcia del Pride, coloro che vi hanno preso parte dovrebbero essere consapevoli delle "conseguenze legali".
Gli organizzatori della parata rischiano fino a un anno di carcere e i partecipanti possono incorrere in multe fino a 500 euro. Le ultime modifiche legislative autorizzano inoltre le autorità a utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti. Nuove telecamere installate sono apparse sui lampioni lungo il percorso previsto per la marcia.
Le reazioni dell'Europa
All'inizio di questa settimana, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva invitato le autorità ungheresi a revocare il divieto. Anche trentatré Paesi, tra cui la maggior parte degli Stati membri dell’UE, hanno rilasciato una dichiarazione a sostegno della marcia.
In una conferenza stampa, diversi eurodeputati francesi hanno chiesto all’Ue di adottare misure più severe contro il governo Orbán per la repressione dei diritti civili e per altre questioni relative allo stato di diritto. Il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, esponente dell’opposizione, ha insistito sul fatto che nessun partecipante debba subire rappresaglie, poiché la marcia è un evento municipale che non richiede l’autorizzazione della polizia. “La polizia ha un solo compito, ed è serio: garantire la sicurezza dei cittadini ungheresi ed europei che partecipano all’evento”, ha dichiarato Karácsony durante un briefing con la commissaria europea per le Pari Opportunità, Hadja Lahbib.
Il ministro della Giustizia, Bence Tuzson, ha inviato questa settimana una lettera alle ambasciate dell’UE, mettendo in guardia diplomatici e personale dal partecipare a causa del divieto imposto dalla polizia.
Le testimonianze della politica
"Siamo qui per la libertà e la democrazia. Tu non puoi vietare l'amore per legge. Non puoi cancellare l'identità delle persone, il nostro corpo, siamo persone abbiamo diretti. Vietare il pride è una violazione dei diritti costituzionali europei". Queste le parole della segretaria del Pd Elly Schlein, presente nel corteo partito nella Capitale magiara.
"A Budapest migliaia di persone sfilano per i diritti, sfidando il divieto di Viktor Orban. Il Pride è una battaglia di libertà contro l'autoritarismo. Siamo al fianco di chi lotta per l'uguaglianza, contro ogni discriminazione. L'amore non si vieta". Questo, invece, il post su X di Angelo Bonelli, parlamentare AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Un fiume colorato, pacifico e determinato ha invaso oggi le strade di Budapest, sfidando il vergognoso divieto imposto da Viktor Orban. Un divieto che non colpisce solo il diritto a manifestare, ma nega il diritto stesso all'esistenza delle persone LGBT+. La risposta dell'Europa sana, quella che non arretra davanti all'intolleranza, è arrivata forte e chiara: nessun passo indietro sui diritti, nessun silenzio complice di fronte alla repressione. Se le istituzioni europee hanno perso il coraggio di difendere la libertà e pensano di trasformare i sogni dei cittadini in un incubo fatto di riarmo, controllo e muri, saranno proprio i cittadini a rialzare la bandiera della dignità e dell'uguaglianza. L'Europa che vogliamo è culla di diritti, non una fortezza militarizzata". Questa la nota della delegazione del M5s presente a Budapest per il Pride: Alessandra Maiorino, Gabriella Di Girolamo, Elisa Pirro e Marco Croatti.
"Oggi in piazza a Budapest con oltre 70 parlamentari da tutta Europa, rappresentanti dei partiti popolari, liberali e social democratici per dire Sì all'Europa dei diritti e No all'Europa di Orban, ai suoi rapporti privilegiati con Putin e alle sue violazioni dello stato di diritto". Lo scrive sui social il segretario di Azione Carlo Calenda.
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