AGI - Dopo le parole, Donald Trump passa ai fatti e a sorpresa nella notte, ha attaccato l'Iran, schierandosi al fianco di Israele dopo 9 giorni di guerra.
"Stasera posso riferire al mondo che gli attacchi sono stati un successo militare spettacolare", ha dichiarato Trump in un discorso alla nazione, aggiungendo che hanno preso di mira il cruciale impianto di arricchimento nucleare sotterraneo di Fordo insieme alle strutture di Natanz e Isfahan. "I principali impianti di arricchimento nucleare dell'Iran sono stati completamente e totalmente cancellati. L'Iran, il bullo del Medio Oriente, deve ora fare la pace", ha dichiarato Trump.
Macron: evitare l'escalation incontrollata in Medio Oriente
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto domenica di evitare una "escalation incontrollata" in Medio Oriente dopo gli attacchi degli Stati Uniti contro il programma nucleare iraniano.
La posizione della Francia: solo la diplomazia può funzionare
"Nessuna risposta strettamente militare può produrre gli effetti desiderati" e "la ripresa delle discussioni diplomatiche e tecniche è l'unico modo per raggiungere l'obiettivo che tutti stiamo cercando, che è che l'Iran non possa acquisire armi nucleari, ma anche che non ci sia un'escalation incontrollata nella regione", ha detto il presidente francese all'inizio del Consiglio di difesa e sicurezza.
Pezeshkian: “L’Iran risponderà con forza all’attacco”
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha ammonito che Teheran reagirà con forza all’attacco subito. “L’Iran darà sicuramente risposte dure all’aggressione”, ha dichiarato durante una conversazione telefonica con il premier indiano Narendra Modi, secondo quanto riportato dall’agenzia Tasnim.
“Noi non abbiamo iniziato alcuna guerra e vogliamo pace e tranquillità nella regione, ma le azioni aggressive e sconsiderate dell’altra parte hanno chiarito che non ci sono garanzie che siano applicate le regole internazionali”, ha sottolineato Pezeshkian.
“Pensavano che con questo atto criminale avrebbero potuto impedire all’Iran di perseguire i suoi diritti legittimi e legali, ma questa azione non è altro che la logica della legge della giungla, che la Repubblica islamica dell’Iran non accetterà mai. Noi stessi ci riserviamo il diritto di difendere la nazione e l’integrità territoriale del Paese”, ha avvertito il presidente.
Iran: pronti a difenderci con tutti i mezzi necessari
L'Iran è pronto a difendersi "con tutti i mezzi necessari". Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, in seguito agli attacchi statunitensi senza precedenti contro siti nucleari. "L'Iran è fermamente determinato a difendere la sua sovranità, integrità territoriale, sicurezza nazionale e il suo popolo con tutti i mezzi necessari", ha scritto Esmail Baghai su X, condannando "un'aggressione inaccettabile perpetrata da uno Stato dotato di armi nucleari contro un Paese non dotato di armi nucleari".
Rubio: non altre operazioni militari se non ci attaccano
Gli Stati Uniti non intendono effettuare altri raid in Iran, a meno che Teheran non decida una rappresaglia. Ad assicurarlo è stato il segertario di Stato americano, Marco Rubio.
"Non ci sono operazioni militari in programma al momento contro l'Iran al momento, a meno che non si azzardino ad attaccare gli americani o interessi americani", ha detto a Fox News.
Vance: errore catastrofico se attaccasse truppe Usa
Il vicepresidente americano JD Vance ha auspicato che non si arrivi a una spirale di azione-reazione in Iran, ma al contrario ci si avvii verso la pace. "Il nostro interesse nazionale è che l'Iran non ottenga un'arma nucleare", ha ribadito in un'intervista a Msnbc. "Se gli iraniani volessero aggravare la situazione attaccando le truppe americane, penso che sarebbe un errore catastrofico", ha avvertito.
Stasera riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione di emergenza nel pomeriggio a seguito degli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari in Iran, ha annunciato la delegazione della Guyana, che presiede il Consiglio a giugno. La riunione, prevista per le 15:00 ora locale a New York (le 21 in Italia), sarà la terza del Consiglio dall'inizio della guerra Iran-Israele il 13 giugno.
Media, verso chiusura Stretto Hormuz; attesa decisione
Il Parlamento iraniano avrebbe approvato la chiusura dello Stretto di Hormuz. Lo riportano i media iraniani secondo cui ora il Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dovrà prendere la decisione finale. La decisione di chiudere lo stretto, attraverso il quale transita circa il 20% della domanda globale di petrolio e gas, non è ancora definitiva.
Pakistan condanna attacchi, "Solidarietà con Teheran"
Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha espresso la "incrollabile solidarietà" del suo Paese con l'Iran in una telefonata con il Presidente Masoud Pezeshkian, in cui ha condannato i recenti attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani. Secondo una dichiarazione del suo ufficio, Sharif ha espresso preoccupazione per il fatto che gli attacchi statunitensi abbiano colpito "impianti sotto la tutela dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica", definendola una "grave violazione del diritto internazionale e dello Statuto dell'Aiea".
La telefonata è arrivata dopo che il ministero degli Esteri pakistano ha rilasciato una dichiarazione in cui condannava formalmente gli attacchi statunitensi, che, secondo entrambi i documenti, seguono una serie di attacchi israeliani "ingiustificati" commessi la scorsa settimana."Siamo profondamente preoccupati per la possibile escalation delle tensioni nella regione", ha dichiarato il ministero degli Esteri, sottolineando il "legittimo diritto dell'Iran a difendersi" ai sensi della Carta delle Nazioni Unite.
Araghchi andrà in Russia: "domani vedo Putin"
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha annunciato in conferenza stampa che volerà in Russia "dove domani incontrerò il presidente Vladimir Putin". "Domani terrò consultazioni serie con il presidente russo e continueremo a lavorare insieme", ha aggiunto.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 22, 2025
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è congratulato gli Usa per gli attacchi, affermando che "con la forza impressionante e giusta degli Stati Uniti cambierà la storia". Su X il premier israeliano ha scritto: "Il presidente Trump e io diciamo spesso: la pace attraverso la forza. Prima viene la forza, poi viene la pace".
Aiea convoca riunione di emergenza per lunedì
L'organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite Aiea ha convocato una riunione d'emergenza del consiglio dei governatori per domani. "Alla luce dell'urgente situazione in Iran, ho convocato una riunione d'emergenza del consiglio dei governatori dell'Aiea per domani", ha annunciato sui social il direttore generale dell'Aiea, Rafael Mariano Grossi.
President Trump and I often say: ‘Peace through strength.’
— Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו (@netanyahu) June 22, 2025
First comes strength, then comes peace.
And tonight, @realDonaldTrump and the United States acted with a lot of strength. pic.twitter.com/7lTWCZkgw7
La reazione dell'Iran
Condannando gli attacchi statunitensi come "senza legge e criminali", il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha affermato che il suo Paese ha il diritto di difendere la propria sovranità. "Gli eventi di questa mattina sono oltraggiosi e avranno conseguenze eterne", ha scritto su X.
“L'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la sua sovranità, i suoi interessi e il suo popolo”.
Le sirene continuano a suonare a Tel Aviv e le esplosioni sono state udite da Gerusalemme, mentre la TV di Stato iraniana annunciava il lancio di una nuova salva di missili. Teheran ha dichiarato che non ci sono “segni di contaminazione” dopo gli attacchi statunitensi e i regolatori sauditi hanno detto che “non sono stati rilevati effetti radioattivi” nella regione del Golfo. I media iraniani hanno confermato che sono stati attaccati parte dell'impianto di Fordo e i siti nucleari di Isfahan e Natanz.
Attacco a sorpresa
Trump non ha aspettato quindi le due settimane per decidere se unirsi a Israele, in una mossa che molti hanno visto come una finestra di opportunità diplomatica. Ma la decisione del repubblicano di colpire l'Iran è arrivata a sorpresa.
Affiancato dal vicepresidente JD Vance, dal segretario alla Difesa Pete Hegseth e dal segretario di Stato Marco Rubio, Trump ha affermato che i futuri attacchi saranno “molto più consistenti” se l'Iran non raggiungerà una soluzione diplomatica.
“Ricordate, ci sono ancora molti obiettivi”, ha detto.
Trump, tuttavia, non ha fatto alcun accenno al cambio di regime, nonostante la settimana scorsa avesse avvertito che la guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, era un “obiettivo facile”.
Il raid sui siti nucleari iraniani è stato effettuato da bombardieri stealth B-2 che hanno sganciato le cosiddette “bombe bunker”, insieme a missili da crociera Tomahawk lanciati da sottomarini, secondo quanto riportato dai media statunitensi.
Le immagini pubblicate dalla Casa Bianca hanno mostrato Trump con un berretto rosso “Make America Great Again” mentre incontrava i massimi funzionari della sicurezza nazionale nella Situation Room, poco prima dell'annuncio degli attacchi.
Dopo il discorso, Trump ha messo in guardia l'Iran da “qualsiasi ritorsione”. L'Iran e i suoi proxy hanno già attaccato in passato basi militari statunitensi nella regione, anche in Iraq. Sabato gli alleati iraniani degli Huthi nello Yemen avevano minacciato di riprendere gli attacchi alle navi statunitensi nel Mar Rosso se Washington si fosse unita alla guerra.
Il Presidente degli Stati Uniti ha intensificato la sua retorica contro l'Iran da quando Israele ha colpito per la prima volta l'Iran il 13 giugno, ripetendo la sua insistenza sul fatto che l'Iran non potrà mai avere un'arma nucleare.
L'Iran nega di essere alla ricerca di una bomba atomica e sabato Pezeshkian ha detto che il suo diritto di perseguire un programma nucleare civile “non può essere portato via... da minacce o dalla guerra”.
Una nuova escalation
La Guardia Rivoluzionaria iraniana ha annunciato domenica presto che “droni suicidi” sono stati lanciati contro “obiettivi strategici” in Israele. Gli attacchi militari statunitensi contro l'Iran minacciano anche di provocare tensioni politiche in patria per Trump.
La tv iraniana stamattina all'alba ha annunciato un nuovo attacco missilistico contro Israele. “Queste immagini in diretta che state vedendo riguardano una nuova salva di missili iraniani lanciati sui territori occupati”, ha detto un presentatore in onda, riferendosi a Israele. Citando “fonti”, un presentatore ha detto che “30 missili sono stati lanciati su Israele dall'Iran”.
Il plauso dei ministri israeliani
"Mi congratulo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la sua storica decisione di distruggere i tre impianti nucleari in Iran per proseguire l'operazione israeliana e garantire che l'Iran non possieda un'arma nucleare che metta in pericolo Israele, i Paesi della regione e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz.
Anche il suo predecessore, l'ex ministro Yoav Gallant, ha parlato sul suo account X dell'intervento degli Stati Uniti in questo conflitto, che, a suo dire, porterà maggiore sicurezza a Israele e in Medio Oriente.
"Israele e il Medio Oriente sono più sicuri stamattina dopo gli attacchi mirati dell'esercito statunitense, resi possibili dai successi operativi delle Forze di Difesa Israeliane e del Mossad, e dalla stretta collaborazione con le forze di sicurezza", ha dichiarato Gallant.
Anche il ministro degli Esteri Gideon Saar ha elogiato Trump, affermando che "stasera ha scritto il suo nome a lettere d'oro nei libri di Storia".
"Sarà ricordato per sempre come un vero amico del popolo ebraico e dello Stato di Israele", ha aggiunto in un messaggio pubblicato sul suo account X. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, un radicale e colono, ha espresso sentimenti simili, ringraziando Trump per il suo "incrollabile impegno per lo Stato di Israele e la pace nel mondo".
Anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha applaudito la decisione di Trump in una dichiarazione, affermando che "questo è un momento in cui i principi di libertà, responsabilità e sicurezza hanno trionfato" e aggiunge "Questo passo coraggioso contribuisce alla sicurezza dell'intero mondo libero. Spero che porti a un futuro migliore per il Medio Oriente e contribuisca all'urgente rilascio dei nostri ostaggi tenuti prigionieri a Gaza".
Il dissenso in USA
La questione ha aperto una spaccatura nel movimento “MAGA” di Trump, con molti sostenitori repubblicani chiave che chiedono a Trump di evitare di coinvolgere gli Stati Uniti in un'altra guerra straniera. La prima vittoria di Trump alle elezioni del 2016, in particolare, è avvenuta grazie alle sue promesse di far uscire l'America dalle guerre in Iraq e Afghanistan. Le critiche arrivano anche dai democratici. Il leader democratico statunitense Hakeem Jeffries ha dichiarato che Trump rischia di “impelagare gli Stati Uniti in una guerra potenzialmente disastrosa in Medio Oriente”, mentre altri lo hanno accusato di aggirare il Congresso per lanciare una nuova guerra.
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