AGI - I presidenti di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping, hanno avuto un colloquio telefonico sulla crisi in Medio Oriente, esprimendo “forte condanna” per gli attacchi di Israele all’Iran, giudicati “in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”. Lo ha riferito il consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov.
Secondo il Cremlino, i due leader hanno rimarcato che “una soluzione alla situazione attuale non può essere trovata con la forza e… può e deve essere raggiunta esclusivamente attraverso mezzi politici e diplomatici”, ha sottolineato ancora Ushakov.
Nel frattempo, in conferenza stampa con i giornalisti stranieri, Putin ha fatto sapere che Israele garantirà la sicurezza dei circa 200 tecnici russi impegnati nell’ampliamento della centrale nucleare di Bushehr: “I nostri esperti sono sul campo, stiamo parlando di oltre 200 persone… Abbiamo concordato con la leadership israeliana che la loro sicurezza sarà garantita”, ha dichiarato il capo del Cremlino.
Interpellato sul rischio di un ulteriore coinvolgimento militare, il presidente russo ha precisato che “i nostri amici iraniani non ci hanno chiesto nulla in merito” a un eventuale aiuto militare da parte di Mosca nell’escalation con Israele. Quanto all’ipotesi di un attacco mirato alla Guida Suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, Putin ha tagliato corto: “Non voglio nemmeno discutere la possibilità” che Israele possa colpirlo.
I due, infine, hanno fatto sapere che si incontreranno il 31 agosto a Tainjin in occasione del vertice della Shanghai Cooperation Organization. Lo ha confermato ai cronisti il consigliere diplomatico di Putin, Yuri Ushakov. Il 2 settembre Putin e Xi avranno un approfondito incontro bilaterale e il 3 settembre i due leader celebreranno la sconfitta del Giappone al termine della Seconda Guerra Mondiale.
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