AGI - Pioggia di missili nella notte in tutto Israele, dopo che l'esercito israeliano ha dichiarato di aver rilevato missili in arrivo dall'Iran. Violente esplosioni a Gerusalemme e Tel Aviv, mentre le sirene risuonavano in diverse parti del Paese e l'esercito israeliano segnalava l'arrivo di missili iraniani. Secondo i giornalisti, le esplosioni udite a Gerusalemme intorno alle 7:10 ora locale sono state le più grandi dall'inizio del conflitto con l'Iran, una settimana fa.
Un missile balistico ha colpito direttamente l'ospedale Soroka di Beersheba. Secondo le autorità israeliane, citate da Ynet, i danni provocati sono ingenti. "Un colpo diretto è stato segnalato all'ospedale Soroka di Beersheba, nel sud di Israele. Seguiranno ulteriori dettagli", ha scritto il Ministero degli Esteri di Israele su X. Un portavoce della struttura sanitaria ha riferito di "danni all'ospedale e ingenti danni in diverse aree. Stiamo attualmente valutando i danni, compresi i feriti. Chiediamo al pubblico di non recarsi in ospedale in questo momento. Per il presidente israeliano Isaac Herzog, il raid all'ospedale Soroka rappresenta "un attacco ai nostri valori da parte del regime jihadista".
"Un neonato in terapia intensiva e la madre preoccupata al suo capezzale, un medico scrupoloso che si sposta da un paziente all'altro, un'anziana donna in una casa di cura: questi erano gli obiettivi dell'Iran", ha dichiarato Herzog. "Soroka è uno dei migliori ospedali in Israele. Il personale ospedaliero, composto da ebrei e arabi, vi lavora in eccezionale armonia, unito nella sacra missione: salvare vite di ogni religione, credo e stile di vita: ebrei e musulmani, israeliani e anche palestinesi. Ricordiamo bene la portata di quell'ora e i valori di umanità e civiltà, che sono sotto attacco da parte di un regime jihadista che cerca di distruggerci", ha proseguito il presidente israeliano.
media, Trump valuta bombardamento Fordow
Il presidente americano è stato informato di rischi e benefici del bombardamento della centrale nucleare iraniana di Fordow e sarebbe dell'opinione che sia necessario procedere. A riferirlo e' la Cbs.
Fordow è il sito nucleare meglio protetto dell'Iran e c'è il rischio che li' vengano prodotte in un periodo di tempo relativamente breve armi nucleari, hanno detto più fonti a Cbs. Per questo, Trump "crede che non ci sia molta scelta", ha spiegato una fonte, "finire il lavoro significa distruggere Fordow".
Media, contatti diretti Witkoff-Araghchi dopo inizio raid
L'Iran e gli Stati uniti hanno tenuto diversi contatti diretti nel contesto dell'intensificarsi del conflitto con Israele. Lo scrive l'agenzia Reuters citando
fonti diplomatiche. L'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff e il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi hanno parlato al telefono diverse volte da quando Israele ha iniziato i suoi attacchi contro l'Iran la scorsa settimana nel tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla crisi, hanno detto le fonti diplomatiche. Secondo le stesse fonti Araghchi ha affermato che Teheran non avrebbe ripreso i negoziati, a meno che Israele non avesse fermato gli attacchi.
Una breve discussione inoltre, si sarebbe tenuta su una proposta presentata dagli Stati Uniti all'Iran alla fine di maggio, volta a creare un consorzio regionale per arricchire l'uranio al di fuori dell'Iran, un'offerta che Teheran ha finora rifiutato. I funzionari statunitensi e iraniani non hanno commentato la notizia.
Iran senza internet
Nelle ultime 12 ore internet è stato completamente bloccato. A riferirlo a Iran International è un ricercatore specializzato in sicurezza digitale e internet, Alireza Manafi. "Internet è stato completamente bloccato in Iran nelle ultime 12 ore. Naturalmente, la Repubblica Islamica ha già compiuto notevoli sforzi per limitare l'accesso a internet con misure come il blocco generalizzato delle VPN", ha dichiarato l'esperto.
Netblocks, che monitora la situazione di internet in diversi Paesi, aveva precedentemente annunciato che i dati mostrano che l'accesso a internet in Iran è stato completamente bloccato per oltre 12 ore. Un blocco attuato dalle autorità per, argomentano, difendersi dagli attacchi haker del rivale israeliano.
Netanyahu: "Riscuoteremo il prezzo pieno dai tiranni di Teheran"
Condanna e minaccia a Teheran dal premier Benjamin Netanyahu dopo l'ultima ondata di attacchi dell'Iran che ha lanciato 30 missili su Israele, colpendo in particolare un ospedale e causando 47 feriti. "I tiranni terroristi iraniani hanno lanciato missili contro l'ospedale Soroka di Beersheba e contro la popolazione civile nel centro di Israele. Riscuoteremo il prezzo pieno dai tiranni di Teheran", ha dichiarato Netanyahu.
Tre persone sono in gravi condizioni e due in condizioni moderate, ha dichiarato un portavoce dell'MDA in un comunicato, aggiungendo che "altre 42 persone hanno riportato ferite lievi a causa di schegge e traumi da esplosione, e 18 civili sono rimasti feriti mentre cercavano un riparo".
Israele attacca il reattore nucleare di Arak
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno attaccato il reattore nucleare di Arak, incluso l'edificio di contenimento del reattore, e l'impianto di Natanz. A confermarlo e' il portavoce delle Idf, aggiungendo che 40 aerei da combattimento hanno attaccato decine di obiettivi militari durante la notte con oltre 100 munizioni. L'attacco era diretto al componente destinato alla produzione di plutonio, impedendone cosi' il riutilizzo per la produzione di armi nucleari, secondo quanto riportato dalla stessa fonte. Inoltre, l'Aeronautica militare israeliana ha attaccato un sito utilizzato per lo sviluppo di armi nucleari a Natanz, dove si trovano componenti e attrezzature uniche per lo sviluppo di armi nucleari e dove vengono sviluppati progetti che consentono l'accelerazione del programma di armi nucleari.
Il bilancio
Secondo Idf, nell'ultima ondata di attacchi iraniani, circa 25 siti sono stati colpiti nel centro e nel sud del Paese, con un primo bilancio complessivo di almeno 33 feriti, di cui tre sono in gravi condizioni.
Secondo quanto riferito da Haaretz, si registrano tre feriti gravi a Holon, al centro di Israele, dove sono caduti ordigni iraniani e sul sito colpito alcune persone potrebbero essere rimaste intrappolate. Fonti mediche precisano che ci sono un altro ferito moderato e sette lievi. Il Wolfson Hospital di Holon ha confermato il bilancio di 16 feriti ricoverati, di cui tre versano in gravi condizioni.
Altre 16 persone sono rimaste leggermente ferite anche a Ramat Gan, nel centro di Israele, e una a Tel Aviv. I feriti registrati a Ramat Gan sono stati evacuati allo Sheba Hospital di Tel Hashomer, all'Ichilov Hospital di Tel Aviv e al Beilinson Hospital di Petah Tikva.
Inoltre, a seguito dell'impatto diretto sull'ospedale Soroka di Beer Sheva, si sospetta una fuoriuscita di materiali pericolosi da un piano superiore dell'edificio. La polizia ha iniziato a evacuare e allontanare le persone dalla zona.
Khamenei: "Arrendersi mai"
Ieri, nel sesto giorno di guerra con Israele, l'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell'Iran, ha respinto la richiesta di resa del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha lanciato un "ultimatum finale" alla Repubblica Islamica ma ancora non si sbilancia su un possibile ingresso di Washington nel conflitto.
In un discorso trasmesso dalla televisione, Khamenei ha giurato che la nazione iraniana "non si arrenderà mai" e ha avvertito gli Usa che un loro coinvolgimento bellico porterebbe a "danni irreparabili".
Trump, che ha lasciato in anticipo il G7 in Canada per riunirsi con i suoi strateghi e valutare un possibile intervento americano, continua a mantenere, da parte sua, le carte coperte. Davanti ai cronisti riuniti alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che quello lanciato a Teheran è "l'ultimatum finale", ha respinto l'offerta di mediazione del presidente russo, Vladimir Putin, e ha ribadito il sostegno alla campagna avviata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che lo ha ringraziato.
"Forse sì, forse no, nessuno lo sa" è stata la risposta al giornalista che gli domandava se intendesse entrare in guerra, mentre sempre più forze statunitensi vengono dispiegate in Medio Oriente.
Trump ha anche asserito che l'Iran gli abbia chiesto di tornare al tavolo negoziale, una proposta che ha definito "coraggiosa" ma troppo tardiva. Dalla missione iraniana alle Nazioni Unite è giunta una secca smentita, condita da appellativi come "guerrafondaio" e "spregevole bugiardo" rivolti al presidente Usa.
Trump approva piani ma non ancora l'ok all'attacco
Il presidente americano Donald Trump ha comunicato ai suoi più stretti collaboratori di avere approvato i piani di attacco in Iran, ma di non avere ancora dato il via libera. Lo scrive il Wall Street Journal. Il presidente starebbe aspettando di capire se l'Iran sia disposto ad abbandonare il suo programma nucleare.
Nel mirino degli Usa, in caso di intervento, ci sarebbe la centrale di Fordow. Solo le bombe bunker-buster americane potrebbero arrivare a quasi un chilometro di profondità sotto la montagna, dove si trovano i bunker per l'arricchimento.
Trump, regime può cadere
Trump ha ammonito che il regime iraniano potrebbe cadere. "Può accadere", ha detto ai cronisti alla Casa Bianca. "Avrebbero dovuto accettare l'accordo, avevo un ottimo accordo per loro", ha assicurato Trump.
"Non sto cercando lo scontro, ma se la scelta è tra combattere o lasciargli una bomba nucleare, devi fare ciò che va fatto. E forse non avremo bisogno di combattere".
Non è ancora detto però che gli Usa entreranno in guerra. "L'Iran vuole venire a vedermi alla Casa Bianca", ha insistito, "vediamo se succede ma non è facile per loro venire", spiegando che un "accordo" con l'Iran "è ancora possibile".
Donald Trump ha accennato all'esistenza di un "piano" americano pronto in caso di caduta del regime iraniano. "Abbiamo un piano per tutto, ma vedremo che cosa succede", ha detto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se fossero pronti in caso di caduta del regime. "Forse - ha continuato, senza specificare a cosa si riferisse - finirà molto rapidamente".
Trump riunisce consiglieri per la sicurezza alla Casa Bianca
Il presidente Donald Trump ha riunito come previsto i consiglieri per la sicurezza nazionale nella situation room della Casa Bianca per discutere del conflitto tra Iran e Israele.
Putin, una soluzione si può trovare
È ancora possibile arrivare a un accordo che metta fine subito alla guerra tra Israele e Iran. Ne è convinto il presidente russo Vladimir Putin.
"Questa è una questione delicata e ovviamente dobbiamo stare molto attenti, ma a mio parere si può trovare una soluzione", ha detto a un gruppo di giornalisti durante un evento televisivo.
"Al momento, in Iran c'è ancora un consolidamento della società attorno ai leader politici del Paese", ha sottolineato Putin alla tavola rotonda di San Pietroburgo.
Israele hackera tv Iran e fa appello a scendere in strada
Israele ha brevemente hackerato questa sera le trasmissioni della televisione di Stato iraniana per mandare in onda filmati delle proteste delle donne e invitare le persone a scendere in strada. Sul suo canale Telegram, il quotidiano Hamshahri ha condiviso un video della breve interruzione.
La televisione di stato iraniana ha poi avvertito gli spettatori che quanto accaduto era "dovuto agli attacchi informatici del nemico sionista".
L'obiettivo dell'impianto sotterraneo per l'arricchimento dell'uranio di Fordow
Se l'opzione diplomatica sembra, per il momento, non percorribile, quella militare vedrebbe gli Usa colpire le installazioni nucleari di Teheran con mezzi di cui Israele non dispone. L'obiettivo principale è l'impianto sotterraneo per l'arricchimento dell'uranio di Fordow, sul quale gli americani farebbero piovere le loro devastanti bombe "spaccabunker", analoghe a quelle con cui i russi, nel 2022, ebbero ragione degli irriducibili del Battaglione Azov asserragliati nell'acciaieria di Mariupol.
Nelle scorse ore potenti esplosioni e alte colonne di fumo si sono levate da Teheran, dove anche la Mezzaluna Rossa ha denunciato un bombardamento nei pressi del suo edificio. Il ministro della Difesa di Tel Aviv, Israel Katz, ha rivendicato la distruzione del "Quartier Generale della Sicurezza Interna", descritto come "il principale organo di repressione del dittatore iraniano".
In risposta, le Guardie Rivoluzionarie della Repubblica Islamica hanno dichiarato di aver lanciato contro Israele missili balistici ipersonici a medio raggio Fattah-1.
Hanno inoltre subito gravi danni due impianti di produzione di centrifughe nei pressi della capitale, fa sapere l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, la quale ha ribadito di non aver mai affermato che Teheran fosse vicino a ottenere l'arma atomica.
Colpito da un blackout di internet quasi totale, l'Iran ha inoltre annunciato di aver arrestato nuovi sospetti agenti del Mossad e ha invitato la popolazione a non utilizzare l'app di messaggistica WhatsApp in quanto fornirebbe a Israele coordinate per la geolocalizzazione, cosa che la casa madre Meta ha smentito.
Il numero delle vittime mietute finora dal conflitto non è chiaro. Israele ha riferito di 24 morti e 592 feriti, mentre l'ultimo bilancio ufficiale iraniano, 224 morti e oltre mille feriti, risale ormai a domenica scorsa.
Nel timore di un aggravarsi degli scontri, le ambasciate straniere proseguono l'evacuazione dei loro cittadini dai due Paesi. Diverse nazioni europee hanno rimpatriato oggi centinaia di persone. Pechino ha già ricondotto in Cina quasi 800 suoi cittadini dall'Iran e altri mille stanno per seguirli.
L'ambasciatore Usa a Gerusalemme, Mike Huckabee, ha approntato un piano per l'evacuazione volontaria degli statunitensi. L'ambasciata russa ha annunciato la partenza delle famiglie dei diplomatici da Tel Aviv, dove oggi è atterrato, dopo essere partito da Cipro, il primo aereo con a bordo israeliani che erano rimasti bloccati all'estero a causa della chiusura dello spazio aereo.
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