AGI - Un accorato appello per far arrivare aiuti "dignitosi" a Gaza, dove le persone muoiono di fame e a pagarne il prezzo più alto sono i bambini e gli anziani.
Il dolore straziante di Papa Leone XIV si leva al termine della sua prima Udienza Generale (40 mila le persone in piazza San Pietro), nella quale commenta la parabola del seminatore ed esorta gli uomini a disarmare il loro cuore e a non chiudersi al dono della pace.
"È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l'ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate", è la supplica del Pontefice. "In un mondo diviso e ferito dall'odio e dalla guerra siamo chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace!".
Disarmare il cuore, quindi è l'invito di Leone che dai suoi primi discorsi aveva sottolineato di essere pronto a ogni sforzo per giungere alla pace. La Santa Sede in passato è stata già luogo di dialogo. Ricordiamo dieci anni fa, l'incontro tra Peres e Abu Mazen o nel 2019 l'incontro con i leader del Sud Sudan. Negli ultimi giorni si è ventilata l'offerta per Russia e Ucraina. Anche se da fonti vaticane si fa notare che debbano essere le parti a prendere l'iniziativa.
Nel corso della catechesi, Leone spiega come le parabole ci fanno capire l'opera di Dio, "ci aiutano a ritrovare la speranza". E si sofferma sulla parabola del seminatore che getta il seme (della sua parola) su ogni tipo di terreno.
"Noi siamo abituati a calcolare le cose - e a volte è necessario -, ma questo non vale nell'amore!", afferma sottolineando che Dio è "sprecone" con noi, nonostante le nostre superficialita' e distrazioni. "Dio e' fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca. Egli ci ama cosi': non aspetta che diventiamo il terreno migliore, ci dona sempre generosamente la sua parola".
E alla fine cita un quadro di Van Gogh "Il seminatore al tramonto", immagine, osserva, che sembra proprio "di speranza", dato che alle spalle dell'uomo, l'artista ha rappresentato il grano già maturo. Ma tutto il dipinto, sottolinea, "è dominato dall'immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante. È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme".
Alla fine dell'udienza, a un mese esatto dalla morte dell'"amato" Papa Francesco, Leone lo ricorda "con tanta gratitudine".