La missione dell'Ue a Tripoli, prevista per martedì 7 gennaio, guidata dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, e alla quale avrebbe partecipato anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, "è stata rinviata a data da destinarsi, alla luce delle condizioni attuali" nel Paese. Lo rende noto il ministero degli Esteri del Governo di accordo nazionale libico.
Intanto le truppe turche sono in viaggio verso la Libia per sostenere il Governo di accordo nazionale del premier di Tripoli (Gna) Fayez al-Serraj. Lo ha annunciato il presidente, Recep Tayyp Erdogan, a soli tre giorni dal via libera del Parlamento di Ankara all'invio. "Andiamo a rafforzare la posizione di quello che è un governo legittimo che ci ha chiesto di intervenire. La nostra non è una spedizione di legionari. Il compito dei nostri soldati è il coordinamento. Lì svilupperanno il centro operativo".
L'annuncio arriva a poche ore dalla strage causata da un raid aereo contro un accademia militare a sud di Tripoli, 30 cadetti uccisi, per la quale il Gna accusa il generale Khalifa Haftar, che nega ogni responsabilità. Una situazione esplosiva che ha fatto slittare a darta da destinarsi la missione dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, e dei ministri degli Esteri di Italia, Gran Bretagna, Germania e Francia: negli ultimi giorni si era parlato insistentemente del 7 gennaio, anche se la data non era ancora stata confermata.
Oggi intanto su richiesta della Russia, si terrà una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
In un video si vede un ordigno precipitare al centro di un gruppo di militari nel cortile della caserma ad al-Hadba al-Khadra, un quartiere residenziale, ed esplodere lasciando tutti a terra. In pochi riescono a rialzarsi e allontanarsi. Tripoli ha condiviso le immagini dell'attacco sui social network attribuendo l'azione alle truppe della Cirenaica.
Il portavoce delle forze di Haftar, Ahmad al-Mismari, ha negato il coinvolgimento e ha accusato i terroristi come al Qaeda, l'Isis o i Fratelli Musulmani. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo Mohamed Siyala, al quale ha espresso le condoglianze al governo, condannando l'attacco.
"Ogni azione militare - ha detto - provoca sofferenze ingiuste alla popolazione civile, aggrava la crisi umanitaria e alimenta una pericolosissima escalation del conflitto. L'Italia rifiuta la logica del confronto militare, che nelle ultime settimane ha coinvolto in misura crescente obiettivi civili e causato ulteriori, ingiustificate sofferenze all'amico popolo libico. L'Italia" ha sottolineato Di Maio "è fermamente convinta che non vi sia alcuna scorciatoia militare per raggiungere una soluzione durevole e sostenibile alla crisi libica e chiede pertanto a tutte le parti un'immediata cessazione di ogni tipo di azione militare e il ritorno ad un percorso di dialogo politico sotto egida Onu".