Il sospetto attentatore di Annapolis, che il 28 giugno ha aperto il fuoco nella redazione della Capital Gazette uccidendo cinque persone e ferendone altre tre, è stato identificato grazie a un software di riconoscimento facciale. In custodia presso le forze dell’ordine, il trentottenne Jarrod Ramos aveva cancellato le proprie impronte digitali per rendere più difficile la sua identificazione. Nel 2012 Ramos aveva perso una causa contro la testata per diffamazione.
“Sarei felice di vedere la Capital Gazette cessare la propria pubblicazione, ma sarebbe ancora più bello vedere Hartley e Marquardt cessare di respirare”. Così scriveva, in un tweet datato 7 febbraio 2015, Jarrod Ramos, il principale sospettato dell’attentato di Annapolis, dove hanno perso la vita Wendi Winters, John McNamara, Gerald Fischman, Rebecca Smith e Rob Hiaasen. Quattro giornalisti e un’assistente alle vendite, morti nella loro redazione sotto i colpi di fucile sparati da chi da anni li minacciava tramite i social network.
NBC News: The shooting suspect's name is JARROD RAMOS. 38 years old. He was identified by multiple law enforcement officials to NBC News. He had sued the paper in 2012 for defamation. Case was tossed by a judge. @Tom_Winter @MSNBC
— Jesse Rodriguez (@JesseRodriguez) June 29, 2018
Trovato senza documenti e con le impronte digitali abrase, Jarrod Ramos avrebbe così cercato di rendere più difficile la sua identificazione. Le autorità hanno dovuto scattargli una foto e sottoporla a un software per il riconoscimento facciale che ha eseguito un confronto con gli archivi delle patenti dello Stato per verificare la sua identità, come riporta la Cnbc citando alcune fonti. Le autorità hanno rifiutato di commentare le modalità di riconoscimento.
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Nel 2013 Ramos aveva fatto causa al giornale per via di un articolo, pubblicato nel 2011, nel quale veniva indicato come lo stalker di una ex compagna di scuola. Secondo quanto riportato dalla Capital Gazette, Ramos aveva perseguitato la ragazza prima attraverso i social network e poi, una volta bloccato, tramite numerose email, nelle quali “alternava richieste di aiuto con epiteti volgari e inviti a uccidersi”.
“Una volta che lei lo ha bloccato [impedendogli] di vedere la sua pagina Facebook, lui trovava cose che lei scriveva sulle pagine di altre persone e la prendeva in giro, allegando anche degli screenshot nelle email”, scriveva la Capital Gazette. Dopo essersi dichiarato colpevole e aver patteggiato una sospensione della pena di novanta giorni con l’accusa di molestie - la Corte d’Appello del Maryland aveva disposto che proseguisse anche la terapia a cui era sottoposto, secondo quanto riportato da Gizmodo -, Ramos aveva comunque intentato causa all’autore dell’articolo, Eric Thomas Hartley (che oggi non lavora più per il giornale di Annapolis), e all’ex editore della testata, Thomas Marquardt. E sono proprio i volti dei due a comparire nella pagina Twitter di Ramos: il primo come immagine di profilo e il secondo in testa alla pagina. Nella sua bio Ramos scrive: “Caro lettore: ho creato questa pagina per difendermi. Ora sto citando in giudizio metà della contea di AA e seminando cadaveri di carriere corrotte e entità aziendali”.