Ubi Banca promette più dividendi ma taglierà i dipendenti

Ubi Banca promette più dividendi ma taglierà i dipendenti

Nel piano al 2022 sono previsti utili in crescita fino a 665 milioni, accompagnati da 2030 esuberi. E Intesa lancia l'offerta d'acquisto

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Poche ore prima dell'annuncio dell'offerta di acquisto di Intesa, Ubi Banca fa contento il mercato con un piano industriale che mette in preventivo utili in crescita fino a 665 milioni nel 2022 (complici le poste straordinarie sono stati 251 al 31 dicembre scorso), prova a coniugare i dividendi più alti chiesti dagli azionisti alla solidità patrimoniale, promette rigore sul fronte dei costi e della qualità del credito e punta a ridurre di 2030 persone il numero totale dei dipendenti della banca, mettendo in allarme i sindacati.

L'istituto ha chiuso la giornata di lunedì a Piazza Affari con un rialzo del 5,5% a ridosso dei 3,5 euro; gli investitori hanno apprezzato le promesse sul risultato netto, che salirà grazie a un calo del costo del rischio e a costi in diminuzione, a fronte di ricavi sostanzialmente piatti, dove a crescere sono le commissioni, con il margine d'interesse destinato a calare ancora. Consensi anche per la scelta sul fronte dei dividendi, su cui un passo avanti era stato chiesto nei giorni scorsi anche dal presidente della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, Giandomenico Genta: qui l'obiettivo è distribuire il 40% dell'utile ai soci.

Sul fronte del personale, una delle voci principale di costo per gli istituti bancari, Ubi vuole fra uscite e assunzioni ridurre il personale di 2030 unità - pari a poco più del 10% del totale - con una parte di turnover generazionale, riqualificandone altri 2400 dopo una riorganizzazione delle proprie attività.

La preoccupazione dei sindacati

"Il piano industriale illustrato stamani dall'amministratore delegato Victor Massiah indica gli obiettivi generali senza entrare nel merito dei singoli aspetti", hanno spiegato a caldo i segretari coordinatori Paolo Citterio (Fabi), Pierangelo Casanova (Fisac-Cgil), Giuseppe Cassella (First-Cisl), Claudia Dabbene (Uilca-Uil) e Natale Zappella (Unisin). "La forte riduzione di forza lavoro - aggiungono - con il taglio di oltre 2.000 dipendenti (più del 10%), la riqualificazione di altri circa 2.400 e la chiusura di almeno 175 filiali generano forte preoccupazione per le organizzazioni sindacali. Obiettivo già dichiarato da tutte le organizzazioni sindacali sarà un robusto piano di assunzioni (di almeno 1 persona ogni due uscite) per mantenere adeguati livelli occupazionali e di servizio su tutti i territori dove Ubi è presente".

Sul fronte della gestione della banca, l'a.d. ha indicato la volontà di non procedere a ulteriori cessioni di Npl ma di procedere col derisking lavorando i deteriorati attraverso la piattaforma che è stata mantenuta all'interno del gruppo, mentre la riduzione dei costi passerà anche attraverso la riorganizzazione degli immobili. Se poi la banca avesse bisogno di recuperare capitale - l'obiettivo è mantenere un Cet1 al 12,5%, se sarà superato le cedole potrebbero anche salire -  potrebbe lavorare sul fronte bancassurance, su cui una decisione verrà presa entro il 30 giugno, o valorizzazione a bilancio della partecipazione del 25% nella joint venture di asset management in Cina, Zhong Ou, dagli attuali 40,5 milioni di euro a oltre 250 milioni, in linea con le offerte ricevute.