Il governo tira dritto e va allo scontro con l'Europa. Nessun passo indietro sulle stime di crescita e sui saldi di bilancio che restano invariati così come i pilastri della manovra, a partire da quota 100 per l'anticipo pensionistico che sarà avviata subito. Avanti anche con il reddito e le pensioni di cittadinanza. Previsto un piano di dismissioni da 18 miliardi di euro.
La risposta è "di attacco e non di difesa", sottolineano fonti governative della Lega al termine del Consiglio dei ministri, preceduto da un vertice politico tra il premier, Giuseppe Conte e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini al quale hanno preso parte anche il ministro dell'Economia, Giovanni Tria e quello dei rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro.
Un messaggio già chiaro nelle parole di Salvini che al suo arrivo a Palazzo Chigi aveva dichiarato: "Stiamo lavorando a una manovra che prevede più posti di lavoro, più pensioni e meno tasse non per tutti ma per molti italiani. Se va bene all'Europa siamo contenti, sennò tiriamo dritti lo stesso".
Sulla stessa linea il capo politico M5s. "Il nostro obiettivo è il 2,4% del deficit perché crediamo alla crescita all'1,5%", ha detto al termine del Consiglio dei ministri Di Maio che ha voluto incontrare i cronisti anche dopo l'incidente in commissione al Senato dove il governo è stato battuto sul decreto Genova.
La lettera in risposta ai rilievi della commissione Ue conferma dunque "l'impianto e l'azione politica" della manovra. Previsto un piano di dismissioni, anche immobiliari, che vale l'1% del Pil, ovvero 18 miliardi. Di Maio ha tenuto a precisare che il piano non riguarderà "i gioielli di famiglia". Confermati i meccanismi di controllo automatici della spesa trimestrali con un monitoraggio dei conti per evitare sforamenti, mentre, secondo quanto riferiscono fonti della Lega, non sarebbe stata introdotta alcuna nuova clausola taglia spesa per evitare di superare il tetto del deficit al 2,4%.
Il governo punta anche a incrementare i fondi per contrastare il dissesto idrogeologico destinando lo 0,2% degli investimenti all'operazione. Avanti anche con il piano di investimenti sulle infrastrutture e il pacchetto di riforme che prevede il nuovo codice degli appalti e la sburocratizzazione. Il confronto in Consiglio dei ministri non sarebbe stato privo di tensioni. Secondo quanto si apprende, infatti, durante la riunione Giovanni Tria e Paolo Savona avrebbero discusso sulla linea da tenere nei confronti dell'Europa. Anche altri ministri del Movimento 5 stelle avrebbero ribadito al responsabile dell'Economia la necessità di tenere ferma la posizione e di non modificare l'impianto della manovra.