La nuova serie Honor 20 non avrà limitazioni su Android
Vengono presentati a Londra i nuovi device della casa spin-off della Huawei. Ma tutti gli sguardi saranno per la reazione del management al bando deciso da Google contro la casa cinese

Per cogliere le dimensioni del disagio in casa Huawei dopo il bando delle forniture di software e hardware deciso dai produttori statunitensi per ottemperare alle misure varate dall'amministrazione Trump, basterà aspettare questo pomeriggio.
Da circa un mese Honor, la casa produttrice di smartphone di fascia media, spin-off del colosso cinese, ha messo in agenda la presentazione della Serie 20 e la notizia che ha scombussolato il mercato è arrivata troppo a ridosso dell'evento perché fosse possibile cancellare o rimandare.
Così, come è nello stile Huawei/Honor, migliaia di giornalisti e influencer si ritroveranno al Battersea Evolution di Londra per il lancio del device che nelle intenzioni avrebbe dovuto rappresentare il balzo in avanti della casa e la sua consacrazione a competitor di brand blasonati nella fascia media.
Ma più che alla Serie 20, tutti gli sguardi saranno rivolti alle espressioni del management cinese, e di quello internazionale che nel volgere di poche ore si è trovato ad avere a che fare con un pesante colpo di immagine ancor prima che industriale.
Huawei ha assicurato di avere scorte sufficienti di chip per far fronte alle forniture dei prossimi mesi e nella notte gli Usa hanno annunciato un allentamento della morsa: il bando non sarà attuato prima di 90 giorni, fino al prossimo 19 agosto.
E comunque una fonte ha garantito che la limitazione non riguarderà la nuova serie Honor che uscirà con tutte le componenti hardware e software - ossia le funzionalità di Android - previste. Ma la tensione resta alta: i manager cinesi e internazionali di Honor, ha fatto sapere la fonte, hanno cancellato tutte le interviste faccia e le conferenze stampa a margine dell'evento di Londra.
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