Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, difende le stime dell'istituto sull'impatto negativo del decreto Dignità sull'occupazione. E anzi considera addirittura ottimistiche le previsioni contenute nella relazione tecnica che indicano la perdita di 8.000 posti di lavoro l'anno per dieci anni. Ma Boeri, nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, si toglie più di un sassolino dalla scarpa, affermando di non accettare minacce da parte di chi dovrebbe tutelare la sua sicurezza personale. Boeri non ne fa il nome ma il riferimento sembra diretto al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che in più di un'occasione aveva criticato le affermazioni del numero uno dell'Inps: "Se nelle sedi istituzionali opportune - ha detto Boeri - mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione - ha aggiunto il presidente dell'Inps - sono le richieste di dimissioni online e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale". Prosegue Boeri: "E soprattutto non sono affatto disposto ad accettare l'idea che chi ricopre l'incarico di presidente dell'Inps debba in tutto e per tutto sposare le tesi del governo in carica".