Per il giallo di Caronia serve "un'autopsia psicologica" dice la criminologa Bolzan
Potrebbe aiutare nella ricostruzione degli ultimi giorni di vita di Viviana Parisi, la donna scomparsa con il figliolettio Gioele e sulla cui morte si addensano molti interrogativi

Viviana Parisi
AGI - Potrebbe essere una "autopsia psicologica" ad aiutare nella ricostruzione degli ultimi giorni di vita di Viviana Parisi, la 43enne sparita il 3 agosto e il cui cadavere è stato ritrovato 5 giorni dopo; ci sono voluti invece 16 giorni di ricerche e l'ausilio di un gruppo di volontari per trovare le ossa del piccolo Gioele, 4 anni, che la madre aveva portato con sé durante 'l'ultimo viaggio'.
A suggerire la procedura, dialogando con l'AGI, è la criminologa Flaminia Bolzan, mentre si fa sempre più largo l'ipotesi che si sia trattato di un omicidio-suicidio, almeno nelle mosse investigative della procura di Patti. "Alla luce degli ultimi elementi" spiega Bolzan "con la conferma del ritrovamento del corpo della donna a una distanza di circa 3 metri dal traliccio, in posizione rovesciata, una 'precipitazione' da lancio è un'ipotesi molto probabile. Da quanto si è saputo, le fratture sono numerose ed evidenti, e c'è anche l'assenza di lesività compatibile con arma da taglio o da fuoco. Pare inoltre che gli uomini della scientifica possano dare una spiegazione al perché della perdita della scarpa. Va comunque precisato che attendiamo i risultati ufficiali".
La versione del gesto intenzionale, in cui la donna avrebbe coinvolto il piccolo, però, non convince la famiglia, che anzi - per bocca dei suoi legali - al momento rifiuta l'opzione: "Tra i documenti di cui siamo a conoscenza c'è un referto di un verbale di pronto soccorso del 28 giugno, quando la signora è stata ricevuta in codice giallo per un'assunzione di farmaci" anomala.
Anche in questo caso la famiglia esclude che quell'episodio possa "essere ricondotto a un tentativo di suicidio", mostrando un atteggiamento "frequente" a quello riscontrato in storie analoghe. Ma è proprio per fare chiarezza sugli ultimi momenti di Viviana e anche sul suo passato interiore che potrebbe aiutare l'autopsia psicologica, che può essere richiesta come consulenza dalla procura oppure essere inclusa nel fascicolo difensivo.
La procedura sarebbe utile per ricostruire a tutto tondo lo stato mentale della vittima, attraverso "un'analisi retrospettiva", con interviste a parenti, amici e colleghi di lavoro, integrate con eventuali cartelle cliniche, che raccontano anche la sua storia fisica. E così si metterebbero a fuoco "i fattori di rischio pregressi", che potrebbero aver portato a un atto finale come quello finora ipotizzato oppure ad aprire nuove strade.
"Al momento non sappiamo se, a parte i due certificati di cui si è parlato, Viviana Parisi avesse ricevuto una diagnosi psichiatrica più precisa", constata Bolzan. E d'altra parte è proprio una "patologia" grave della personalità "il fattore di rischio più importante nei casi di omicidio-suicidio in cui i protagonisti siano madre e figlio. Spesso si tratta di donne con aspetti depressivi importanti".
Al termine dell'autopsia psicologica, sarà lo specialista forense a valutare a ritroso le caratteristiche della vittima e a verificare "la compatibilità con altri profili classificati" simili al caso in questione.