Perché l'editoriale sul signoraggio di 'Povera Patria' ha fatto tanto rumore
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Perché l'editoriale sul signoraggio di 'Povera Patria' ha fatto tanto rumore

Perché l'editoriale sul signoraggio di 'Povera Patria' ha fatto tanto rumore

antonella piperno
 Roma, Rai 2, presentazione della trasmissione televisiva Povera Patria, nella foto Carlo Freccero con Annalisa Bruchi la conduttrice, Aldo Cazzullo e Alessandro Giuli
 (Agf) -  Roma, Rai 2, presentazione della trasmissione televisiva Povera Patria, nella foto Carlo Freccero con Annalisa Bruchi la conduttrice, Aldo Cazzullo e Alessandro Giuli
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La posizione dell'autore del servizio, Alessandro Giuli

Il contenuto del suo editoriale-scandalo

  • La prima, fino al 1981, quella in cui"Il signore è lo Stato e attraverso la banca centrale che è di sua proprietà stampa moneta e la presta a sé stesso per offrire servizi e costruire ponti, gallerie e strade".
  • La seconda scattata nel 1981 quando Ciampi e Andreatta "liberano la Banca d'Italia dall'obbligo di acquistare titoli invenduti, la banca centrale diventa così un istituto privato che continua a prestare soldi allo Stato con tanto di interessi e il signoraggio diventa così un lievito del nostro debito pubblico".
  • La terza e ultima fase (criticatissima dai social) era, diceva, quella della moneta unica: "L'adozione dell'euro e la nascita della Bce completano l’espropriazione". Sull’omissione dell’inflazione Giuli, che nell’editoriale della prossima puntata resterà "in campo europeo" spiega: "Non ne ho parlato perché su questo punto ci sono molte scuole di pensiero.

"Evidentemente la censura non muore mai"

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