La storia della latitanza di Casimirri, in fuga da 41 anni
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La storia della latitanza di Casimirri, in fuga da 41 anni
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  • 19 novembre 1993: il Nicaragua annuncia l'espulsione dal Paese di Casimirri, con contestuale revoca della cittadinanza, e il suo trasferimento un paese terzo. Fonti del ministero degli Esteri precisano che dall'Italia non è giunta alcuna richiesta di estradizione.
  • 7 dicembre 1993: le autorità di Managua fanno sapere di essere sulle tracce di Casimirri, che potrebbe essersi nascosto nella giungla sulla costa atlantica. Il caso dell'ex Br, come quello di altri sospetti terroristi ospitati dal vecchio regime sandinista, "hanno provocato tensioni nelle nostre relazioni con gli altri Paesi"
  • 18 ottobre 1995: Casimirri denuncia al presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento nicaraguense, Carlos Gallo, la sua paura di essere rapito da agenti segreti italiani presenti in Nicaragua. Il viceministro degli Esteri smentisce che ci siano 007 italiani nel suo Paese. 29 luglio 1998: il ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, nel corso di un question time alla Camera, dichiara che l'estradizione di Casimirri è bloccata ma assicura che il governo italiano "continuerà ad adoperarsi perché sia data esecuzione alla sentenza di condanna definitiva nei confronti del brigatista e perché siano superate le difficoltà estradizionali, politiche e burocratiche".
  • 2 maggio 2004: Casimirri è nicaraguense a tutti gli effetti e perciò non puo' essere estradato in Italia. E' la sentenza emessa dalla Corte Suprema di Managua, riportata dal quotidiano "El Nuevo Diario".
  • 15 giugno 2010: in una intervista al magazine del Corriere della Sera, "Sette", Casimirri dice di non aver fatto parte del Sismi e di non aver mai collaborato con i servizi: "Anzi. Volevano sequestrarmi, narcotizzarmi e portarmi con un pulmino alla frontiera". E poi aggiunge: "Con il sequestro di Moro non ho mai avuto niente a che fare". La sua militanza nelle Br, insomma, si sarebbe interrotta prima del 1978. Il latitante nega di aver addestrato le teste di cuoio del Nicaragua ("ho addestrato un gruppo di sommozzatori della Croce Rossa") e contrattacca con un'accusa: "Ogni tanto arriva qualcuno a offrirmi soldi, tanti soldi, per accusare qualcun altro di aver protetto la mia latitanza. Un vostro importante politico mi ha offerto 300 mila dollari, ma non ho bisogno di mentire".
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