La vera avventura è stare al mondo. Un'avventura in cui occorre riscoprire l'importanza del non far niente, del fermarsi a riflettere, del guardare dentro se stessi, dentro i propri conflitti piuttosto che lasciarsi prendere da mille accadimenti, dal trovarsi sempre qualcosa da fare pur di non pensare, di non affrontare un problema.
Riappropriarsi del proprio tempo
Chiara Gamberale, autrice di "Qualcosa" il suo nuovo romanzo edito da Longanesi, intervenuta al format AGI "Viva l'Italia", invita tutti a fermarsi per riappropriarsi del proprio tempo e spazio. Perché, come dice il "Cavalier Niente" alla Principessa "Qualcosa di Troppo","è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura". Chi è "Qualcosa di troppo"? E' una piccola principessa, esagerata, insoddisfatta, sempre in affanno, che si circonda di impegni di ogni genere, ha amici virtuali sullo "smorfialibro", cerca continuamente il suo principe azzurro, vuole tutto e che è "troppo". Una principessa con un buco nel cuore, dato dalla perdita di sua madre e che non trova modo di riparare. Mentre fermarsi e riflettere, guardarsi dentro e non fare, possono costituire la vera svolta che ridà pace.
Una favola illustrata
"Qualcosa" è una favola illustrata, con i disegni di Tuono Pettinato, adatta ad adulti e ragazzi. "Avevo il desiderio di confrontarmi con il genere del piccolo Principe - spiega Chiara alludendo al tipo di libro che ha scritto - con gli esperimenti di Calvino...Ho iniziato un giorno a riassumere le persone più importanti della mia vita come un 'qualcosa di'.A pensarci, siamo tutti un qualcosa di qualcosa che scappa, un qualcosa che parla troppo ecc. La domanda è: allora, cosa dobbiamo fare con il vuoto che abbiamo dentro? E' una domanda che è anche mia. C'è qualcosa di autobiografico infatti nel romanzo. Io posso paragonarmi alla principessa 'Qualcosa di Troppo'. E tutti abbiamo un buco dentro. Oggi siamo vittime di quello che facciamo e del nostro tempo. Pensate ai ragazzini... Io mi annoiavo, loro no. Io nel mio far niente però, ho capito che amavo leggere e scrivere, ho iniziato a scrivere quando avevo sette anni. Ma non dobbiamo prendercerla con le nuove generazioni".
Attraversare il dolore
L'invito dell'autrice è ad "attraversare il dolore, non a far finta che non esista", perché la protagonista del romanzo che sembra davvero una favola per adulti e ragazzi, ha un dolore, un buco nel suo cuore ma non lo affronta. "Non possiamo cancellare il dolore - spiega - ma trasformarlo". C'è un richiamo anche ai social nel libro, un richiamo ironico dal momento che gli amici virtuali della protagonista sono sullo "smorfialibro": "I social mi spaventano - afferma Gamberale - Ma la mia pagina facebook è priva di haters ed è una pagina che mi regala molto. E' un posto dove ci sono persone che parlano di quello che a loro interessa. Io non ho twitter, ho un telefono vecchio modello, non mi collego a internet". Fare la scrittrice, ha sottolineato Chiara Gamberale, "è stato il mio rimedio all'esistenza. Leggere e scrivere mi ha salvato la vita. Mi aiuta ad affrontare meglio ogni cosa. Quando scrivo mi isolo, vado via, questo libro l'ho scritto a Milos".
Il romanzo che diventa serie tv
E presto, un altro suo romanzo, di cui va molto fiera, "Le luci nelle case degli altri", diverrà una serie televisiva per la Rai, "un romanzo al quale sono molto legata. E' ambientato a Via Grotta Perfetta, a Roma. Anche se poi, il libro che mi ha consentito di fare la scelta di vivere di scrittura è stato 'Per dieci minuti'". E si somigliano "Per dieci minuti" e "Qualcosa": "mi dicono il primo sia la diagnosi e il secondo la terapia", dice.
In viaggio nelle scuole d'Italia
Ma "Qualcosa" è andato oltre e si è proposto anche come uno strumento di riflessione per i ragazzi delle scuole: "sto girando moltissimo per gli istituti d'Italia. E' un viaggio appassionante quello che faccio gli studenti. Quando andavo a scuola io, non c'era la possibilità di incontrare gli scrittori ed io vorrei fare un reportage su quello che sto vedendo. Di una cosa sono convinta: i professori sono molto importanti in questo, determinano molto l'ambiente e il il clima. I ragazzi mi danno soddisfazioni enormi". Ai giovani studenti, Chiara Gamberale propone insieme al suo romanzo, dei "laboratori sentimentali": "In tanti programmi si è parlato di educazione sentimentale ma se stiamo ad aspettare la politica.... Con i temi del romanzo - spiega la scrittrice - facciamo degli esercizi, ci concentriamo sulle paure più grandi, sulle gioie più grandi. Scopro che molti di loro si emozionano perché non si fermano, non lo fanno. Molti di loro fanno resistenza e sono sconcertati da quello che esce fuori. In altre scuole si sono inventati dei finali alternativi al romanzo".