AGI - Il tennis femminile non è divertente come quello maschile perché le donne sono molto più deboli degli uomini dal punto di vista fisico, molto più piccole e dovrebbero giocare su un campo più piccolo con una rete più bassa. Questa considerazione è ampiamente diffusa - seppure mai esplicitata pubblicamente - nell'ambiente tennistico tra giornalisti, appassionati e addetti ai lavori. Per questo è sempre stata riproposta negli anni con interesse la sfida tra i due sessi sul campo da tennis. Una sfida, ad dir la verità, vista sempre in ottica 'patriarcale' (come va di moda dire oggi): un tennista - meglio se un ex tennista - possibilmente anziano sfida la n.1 del mondo per affermare la superiorità dell'uomo sulla donna in questo sport.
L'ultimo guanto di sfida lo ha lanciato un quasi ex tennista, negli ultimi mesi famoso più per le sue critiche feroci a Sinner che per le imprese sui campi di gioco, Nick Kyrgios, 30 anni, precipitato al n.637 del mondo dopo essere stato anche 11 (e finalista a Wimbledon). L'australiano ha sfidato ora la n.1 del mondo Aryna Sabalenka: l'idea è quella di giocare a fine anno, a Hong Kong e la parte di campo occupata dalla bielorussa sarebbe leggermente più piccola mentre a Kyrgios invece sarebbe consentito un solo servizio alla volta.
La 'battaglia dei sessi', di cui nel 2017 Jonathan Dayton e Valerie Faris realizzarono un bel film con Emma Stone e Steve Carell, si disputò tra Bobby Riggs e Billie Jean King al meglio dei cinque set il 20 settembre 1973. Per la cronaca vinse la leggenda del tennis femminile, allora n.2 del mondo, per 6-4 6-3 6-3. C'è da dire che inizialmente King non voleva partecipare al match ma per sostenere la causa del tennis femminile (per equiparare premi e sconfiggere gli stereotipi secondo cui le giocatrici di tennis non erano così abili come le loro controparti maschili), anche grazie a un vantaggioso accordo economico, decise di impegnarsi per battere Riggs sul campo, soprattutto per sfruttare la diretta televisiva: la partita fu vista da 30mila spettatori dal vivo all'Astrodome di Houston, in Texas, e tenne incollati allo schermo 90 milioni di telespettatori negli Usa.
Questa è la sfida più famosa perché la più mediatica e quella che per la prima volta portò il tennis femminile all'attenzione del grande pubblico. Ma ce ne furono molte altre, a partire da quella del 1888 tra il vincitore del singolare maschile di Wimbledon, Ernest Renshaw, e la vincitrice del singolare femminile, Lottie Dod, in cui la tennista (e arciera) britannica iniziava ogni game sul punteggio di 30-0 in suo favore. La partita fu giocata a Exmouth e si concluse con la vittoria di Renshaw per 2-6, 7-5, 7-5.
Ci furono poi altre sfide più o meno note: il 27 maggio 1921 Bill Tilden vinse 6-0 un match di un solo set con Suzanne Lenglen; il 28 gennaio 1933 Helen Wills a San Francisco sconfisse 6-3 6-4 Phil Neer, professionista di medio livello di 32 anni; il 31 luglio 1936 la campionessa di Wimbledon 1934, Dorothy Round, gioco' contro H.W. "Bunny" Austin (finalista di Wimbledon nel 1932) a Jesmond Towers nel Newcastle con handicap (la Round aveva un vantaggio iniziale in ogni game) una partita molto combattuta finita un set pari.
Prima della sfida con B.J.King del settembre 1973, a maggio di quell'anno a Ramona Bobby Riggs sfidò la n.1 del mondo Margaret Curt infliggendole una dura sconfitta 6-2 6-1. La tennista aveva accettato la sfida dopo che B.J.King aveva rifiutato. Quattro mesi dopo, però, la 'battaglia dei sessi' ebbe luogo con esito totalmente diverso. Successivamente di sfide tra tennisti uomini e donne si è ripetuta e ha avuto come protagonisti campioni di massimo livello. Il 26 ottobre 1975 la CBS per la trasmissione televisiva 'Challenge of the Sexes' organizzo' due partite a Mission Viejo in California: nella prima si affrontarono i campioni di Wimbledon Virginia Wade e Bjorn Borg, nella seconda le 'leggende' Ilie Nstase e Evonne Goolagong. Ogni sfida consisteva in un solo set, con regole modificate per favorire le donne (un solo servizio per gli uomini e possibilità di mandare la palla anche nei corridoi del doppio per le donne). Nel primo match lo svedese Bjorn Borg vinse per 6-3, mentre Nastase perse 7-5 contro Goolagong.
Ancor più interessante la partita di tennis del 1985: protagonista ancora Bobby Riggs che, all'età di 67 anni, organizzò una sfida di doppio assieme al connazionale Vitas Gerulaitis (ormai a fine carriera) contro la miglior coppia femminile in circolazione, ovvero Martina Navratilova e Pam Shriver. La coppia femminile si impose senza troppi problemi 6-3, 6-2, 6-4.
La 'battaglia dei sessi' più famosa e affascinante, dopo le prime due 'ufficiali' del 1973, si è disputata il 25 settembre 1992 tra due leggende del tennis (che erano ancora in attività), il 40enne Jimmy Connors e la 35enne Martina Navratilova'. A distanza di quasi venti anni dai due incontri fu organizzata una terza battaglia dei sessi al Caesars Palace di Las Vegas. Inizialmente gli organizzatori invitarono Martina Navratilova', John McEnroe e Ilie Nstase, ma la tennista americana rifiutò. Poi si penso' a un match tra Jimmy Connors (quarantenne) e Monica Seles (ventenne e numero 1 del mondo). Anche questa ipotesi però sfumò perché la campionessa non era interessata. Infine la Navratilova accettò di giocare contro Connors; il campione statunitense, sempre estremamente competitivo, definì la sfida come una 'guerra' e la prese molto sul serio, cercando di vendicare la sconfitta del genere maschile di venti anni prima. Malgrado Connors avesse a disposizione un solo servizio invece di due e alla Navratilova fosse permesso di mandare la palla anche in corridoio, l'americano vinse 7-5 6-2.
Compiendo un salto in avanti, fecero clamore - anche per l'atteggiamento arrogante e maschilista del protagonista - le partite di un set disputate durante l'Australian Open 1998 dal il tennista Karsten Braasch, numero 203 del mondo, con le sorelle Williams (all'epoca giovani promesse di 16 e 17 anni) del tennis femminile. Stavolta la sfida partì dalle sorelle più vincenti della storia del tennis che dichiararono di poter essere in grado di sconfiggere qualsiasi tennista maschile classificato oltre la 200.ma posizione del ranking mondiale.
La partita fu giocata sul campo numero 12 del Melbourne Park e Braasch si presentò sul terreno di gioco dopo aver giocato una partita a golf e aver bevuto due birre. Giocò il primo set contro Venus Williams vincendo per 6-2, poi sconfisse 6-1 Serena Williams nel secondo set vincendo l'incontro, fumando anche una sigaretta nell'intervallo fra un set e l'altro. L'atteggiamento sprezzante e maschilista del tennista tedesco si completò in conferenza stampa: Braasch affermò di aver giocato gran parte della partita al di sotto delle proprie reali possibilità per rendere il match più interessante, e che le sorelle avrebbero avuto qualche possibilità solo con un tennista classificato intorno alla 600.ma posizione.
La 'battaglia dei sessi' si è rinnovata anche nel terzo millennio. Nel dicembre 2003 si disputò una partita di esibizione tra Justine Henin, allora n.1 del mondo femminile, contro il leggendario ex campione francese degli anni Ottanta e Novanta Yannick Noah a Bruxelles. Noah si presentò in campo in gonna, mostrando un reggiseno sotto la maglietta e per tutta la partita fece il buffone per il pubblico colpendo la pallina con colpi spettacolari e scimmiottando movenze femminili. Alla fine, malgrado l'età (aveva 43 anni) e l'atteggiamento guascone e canzonatorio Noah si impose col punteggio di 4-6, 6-4, 7-6.
Al di là del folclore e dell'atteggiamento spesso non proprio rispettoso da parte dei tennisti maschi, le sfide uomo-donna con la racchetta hanno certamente contribuito a far crescere il movimento femminile e, insieme alle battaglie condotte da Billie Jean King, prima, e Martina Navratilova, dopo, ad annullare praticamente il gender gap salariale nel mondo del tennis. Un unicum nello sport che dovrebbe essere preso a modello.