AGI - "È un sogno che si avvera e spero di essere all’altezza. Il compito non è facile ma sia io che il mio staff sappiamo che c’è tanto da lavorare e siamo consapevoli di poter fare un gran lavoro. Dobbiamo entrare nella testa dei giocatori e trasmettergli cose positive. I giocatori ci sono, ma dobbiamo metterli nella condizione migliore per farli esprimere al massimo. Il mio obiettivo è riportare l’Italia ai Mondiali". Con queste parole Gennaro Gattuso si è presentato ufficialmente da nuovo commissario tecnico della Nazionale, nella conferenza stampa a Roma.
Il tecnico calabrese ha sottolineato l’importanza di ricreare un ambiente positivo attorno alla maglia azzurra: "La nazionale ha bisogno di entusiasmo, voglia di stare insieme, di essere uniti. Nella mia testa so cosa bisogna fare: ritrovare l’entusiasmo. Chi viene a Coverciano deve farlo con entusiasmo e aver voglia di creare una famiglia. Ora dobbiamo recuperare quella mentalità che ci ha contraddistinto per tanti anni".
La crescita dei giovani
Gattuso ha poi toccato uno dei temi caldi del calcio italiano: "C’è un dato che deve farci riflettere, 68% stranieri in Italia. A livello giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma dopo l’Under 19 i giocatori si perdono un po’. Dobbiamo far crescere i nostri giocatori".
"I miei giocatori devono andare a mille all'ora. I miei giocatori sanno che si devono allenare e quando scendono in campo lavorino col massimo impegno. Fuori dal campo non mi interessa, non faccio il sergente di ferro o il poliziotto", aggiunge parlando di quello che chiederà ai giocatori che convocherà in nazionale.
La questione infortuni
"Chi sta male deve comunque venire a Coverciano perché se vogliamo essere credibili e non creare un precedente, chi è convocato in Nazionale sta a Coverciano e se non lo riusciamo a guarire ritorna al club di appartenenza. L'importante è stare insieme. Se avessi aspettato il mio fisico avrei giocato il 50% delle partite".
Le polemiche con La Russa
Non sono mancate le risposte alle polemiche politiche, in particolare a quelle mosse dal presidente del Senato Ignazio La Russa, noto tifoso interista, che aveva espresso perplessità sulla scelta di un ex milanista come ct: "Spero che La Russa cambi idea e spero di raggiungere l’obiettivo che abbiamo tutti in testa", ha tagliato corto Gattuso.
Il modulo
"Il nostro campionato dice che abbiamo 40% squadre che giocano a tre e 60% a quattro. Dobbiamo mettere i giocatori al posto giusto e bisogna metter in campo una squadra a cui piace stare nella metà campo avversaria. Dobbiamo creare gioco e fare male agli avversari. Poi i moduli lasciano il tempo che trovano", sottlinea Gattuso. "Se porterò nuovi calciatori in azzurro? Ho sentito 35 giocatori, tra cui anche Enrico Chiesa", rivela poi il nuovo tecnico.
Gravina: "Una scelta ragionata"
A spiegare le ragioni della scelta è stato il presidente della Figc, Gabriele Gravina: "La scelta di Rino Gattuso non è stata dettata solo dal cuore ma è stata una scelta ragionata. Lui ha risposto alla chiamata con lo stesso entusiasmo di quando era giocatore. Non ridurrei la sua disponibilità a semplice entusiasmo. C’è innanzitutto un grande spirito di sacrificio, professionalità, preparazione. Qualcosa di straordinario che mi ha colpito dal primo momento: ha voluto anteporre il ‘noi’ all’io. Ha lanciato messaggi chiari con entusiasmo straripante e ha detto: nessuno vince da solo. L’idea è che si vince insieme e al Mondiale si va tutti insieme".
Gravina ha poi aggiunto: "La scelta di Gattuso è stata una scelta condivisa, e ringrazio Buffon il cui ruolo è stato determinante. Scelta condivisa per l’uomo, in grado di poter motivare la nazionale, ma anche per il tecnico, per le sue qualità di allenatore".
Nel nuovo staff tecnico troveranno spazio anche due figure ben conosciute dal calcio italiano: "Con Rino collaborerà Leonardo Bonucci insieme a Barzagli, entrambi tecnici federali, molto importanti per il progetto tecnico innovativo. Ci siamo rivolti a chi conosce l’identità, di chi ha indossato la maglia azzurra e sa il calore di quella maglia", ha aggiunto Gravina.
Buffon: "Identità e lavoro"
Infine, Gianluigi Buffon ha spiegato il senso della scelta e ha rispedito al mittente ogni etichetta: "Ogni volta che incontravamo le squadre di Rino con la Juve avevamo chiara idea che dietro ci fosse identità e lavoro. In campo percepisci se dietro c’è la mano di un allenatore. Che poi il tratto distintivo predominante, di essere un generoso, un determinato, un combattivo, nessuno glielo toglierà mai. Ma ha fatto esperienza in tutta Europa in 12 anni da allenatore. Se mettiamo un’etichetta non vogliamo approfondire. Secondo me bisogna fare ragionamenti diversi".
"La scelta di Rino è stata concertata col presidente e con gli altri professionisti. Non esistono a questo livello allenatori più bravi, ma servono allenatori funzionali a quello che vivono le squadre. Questo era un momento giusto perché Rino potesse diventare ct della nazionale. È una responsabilità che ci siamo presi e poi sarà il tempo a dire se è stata una scelta giusta. Noi siamo pronti a fare un passo indietro perché sono abituato a metterci la faccia", aggiunge Buffon.
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