AGI - La realtà carceraria era uno dei temi che più di tanti altri destava l'attenzione e la preoccupazione di Papa Francesco. La visita nel carcere romano di Regina Coeli nel Giovedì Santo e l'incontro in forma privata con una settantina di detenuti lo stanno a dimostrare.
Un messaggio di misericordia
"Nella sua grande misericordia era molto sensibile alle sofferenze dei carcerati - ricorda oggi il ministro della Giustizia, Carlo Nordio -. Nel suo nome lavoreremo per rendere il sistema penitenziario sempre più umano".
Una tradizione che si rinnova
"Quello a Regina Coeli - fa sapere Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone - era un appuntamento che il Pontefice aveva rinnovato di anno in anno. 'A me piace fare tutti gli anni quello che ha fatto Gesù il Giovedì Santo, la lavanda dei piedi, in carcere', aveva detto il Papa."
Un impegno costante per i detenuti
"Durante il suo dicastero con frequenza ha manifestato preoccupazione per le condizioni di detenzione, chiedendo anche provvedimenti di clemenza per le persone detenute. Ribadendo questa richiesta e questa vicinanza anche con un gesto fortemente simbolico, aprendo una delle Porte Sante dell'anno giubilare nel carcere di Rebibbia".
Un appello alla clemenza
"Auspichiamo che in ricordo del Papa i governi, a partire da quello italiano, facciano proprio l'appello per un atto di clemenza per le persone detenute", conclude Gonnella.