L unedì 17 aprile 1967. Una data destinata a entrare nella leggenda del pugilato. A New York, al Madison Square Garden, si affrontano l'americano originario delle Isole Vergini Emile Griffith e l'italiano di Isola d'Istria Nino Benvenuti. Si combatte quando in Italia sono le 4 del mattino e per non distrarre gli italiani dal lavoro la Rai decide che l'incontro non sarà trasmesso in diretta tv. Ma in diretta radio sì.
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Mezza Italia si sveglia per ascoltare la radio
E a Trieste - ricorda oggi il quotidiano 'Il Piccolo' dedicando una pagina intera a Nino Benvenuti e alla sua grande amicizia sfociata poi con Griffith - la Telve fa sapere che quella notte c'è un vero boom di prenotazioni al servizio di sveglia telefonica. In tutta Italia si attaccano alla radio tra i 16 e i 18 milioni di ascoltatori. I più fortunati (e facoltosi) tra i tifosi sono volati a New York con due charter.
L'elogio del New York Times per il ragazzone sveglio e intelligente
La vittoria di Griffith è data per scontata dagli scommettitori, ma gli americani iniziano presto a capire che potrebbe anche andare diversamente se Dean McGowen, sul New York Times così descrive Nino: "Benvenuti è un giovanottone dalle mani enormi, dal fisico perfetto e dall'aria sveglia e intelligente".
Nino ha 29 anni, da sette è professionista dopo 130 incontri vinti da dilettante. Da "pro" 72 incontri, 71 vittorie. Sul ring Benvenuti sfrutta l'allungo, Griffith preferisce la corta distanza. Ma nel secondo round, a sorpresa, Benvenuti atterra Griffith che si rialza prontamente. Nella quinta ripresa è invece Nino ad andare al tappeto ma al "cinque" dell'arbitro è già in piedi. Al termine dell'incontro - scrive oggi Guido Borella - vengono letti i cartellini: trionfa Nino Benvenuti con 10 riprese vinte su 15 secondo due dei tre giudici, e 9 secondo il terzo. "Nino ha demolito il trono di Griffith" titola il giorno dopo 'Il Piccolo'.