I l sesto live della dodicesima edizione di XFactor si apre con Giorgia, che canta, canta davvero, canta come certamente non sentiremo più fare durante la serata. Tant’è che quando fa per uscire noi vorremmo gridare alla tv “Aspetta! Aspetta! Dai ancora un altro paio di pezzi! Dai Giorgina!”.
Serata di doppia esibizione, prima una cover e poi l’inedito, in mezzo un video con il primo incontro dei concorrenti con il pubblico; il loro entusiasmo è comprensibile, ma da fuori, davvero, era una situazione di una tristezza infinita. Ai livelli dei concorsi di bellezza di provincia nei centri commerciali. Il velluto del vestito di Cattelan è ipnotico come quel mimicchio che cancella la memoria in Men in Black, quando esce di scena ci siamo dimenticati gli anni del liceo.
I concorrenti
BowLand (7): Eh vabbè, sono bravi. Fanno una versione di “Seven Nation Army” bella come se ne trovano altre cinquanta online. Questo potrebbe metterli paradossalmente in ombra, se non fosse che ci rendiamo conto che fare propria una cover di tale spessore, è roba da professionisti veri, cosa che loro sono senza alcun dubbio. Stupiscono meno ma restano i più preparati e pronti. Dai, mandateceli nel mondo reale che non ha più senso averli lì dentro.
Leo Gassmann (5): Entra in scena Leo Gassmann, porta una bella giacca elegante, attacca l’orchestra: ed è subito Sanremo negli anni ’90; domani l’Italia andrà a votare Berlusconi, guarderemo Non è la Rai, forse Baggio non sbaglierà quel rigore, in tasca avremo le lire e le useremo per comprarci il VHS di Titanic; ne siamo certi. È forse la sua migliore interpretazione, sempre noiosa eh, oltre ogni limite. La sua interpretazione di “La terra degli uomini” è una canzone di Jovanotti e lui la fa puzzare di Cocciante. Nel frattempo nei camerini si scalda Michele Zarrillo pronto a subentrare nella seconda manche per cantare l’inedito. L’avevamo già detto che il ticchettio del countodown lo rincorreva da un po', infatti va allo scontro finale, e becca anche Sherol che, nonostante i limiti, col cavallo di battaglia lo sotterra. Non importa, il ragazzo piace e passa.
Martina Attili (3): Qualcuno ha pensato che vestire la ragazzina come un uovo di Pasqua comprato all’ingrosso sarebbe potuta essere una buona idea; quel qualcuno si sbagliava di grosso. In più Agnelli le affida un pezzone come “Hyper-ballad” di Bjork e il risultato dei due fattori è un’esibizione tristemente surreale. Ci si guarda sul divano e ci si chiede “Ma che sta succedendo?”. È una sfida al pubblico, come a voler dire “Vediamo se la mandate in finale anche così??”. Ingenui, ha già vinto. Infatti passa in scioltezza. Non convince nemmeno nella mini esibizione dell’inedito, sarà che una parte di noi si è già annoiata.
Naomi (7): Fedez in settimana al tavolo per le assegnazioni glielo ha detto più o meno chiaramente “sarà difficile, ci giochiamo il tutto per tutto”, che tradotto vuol dire “hai già fatto le valigie vero?”. Le affida “Look at Me” di Chris Brown feat Lil Wayne e nonostante la travestano da Raffaella Carrà spacca. Certo, andava così forte che chissà se stava davvero dicendo qualcosa di sensato o non fosse una geniale supercazzola. Un gran peccato ritrovarla così solo ora, e ci fa piacere che rimanga. A sorpresa, infatti non appena annunciata salva festeggia insieme al suo giudice manco avessero vinto i mondiali di briscola in 5. Se solo non fosse costretta a cantare quell’inedito insignificante in seconda manche.
Luna (4,5): brava eh, sì, molto. Avete presente quando qualche vostro amico posta su Facebook un video scrivendo “Guardate cosa fa questo bambino!” e scoprite che nell’entroterra scozzese c’è un ragazzino che balla come Michael Jackson o imita alla perfezione Freddie Mercury? E voi pensate: “Forte”. Ecco, aggiungetegli un vago senso di imbarazzo per come è stata costantemente conciata durante la stagione e avrete capito tutto.
Anastasio (8): sesto live, sesto inedito. Ci sta fornendo, a rate, quello che probabilmente sarà il suo album. Perché se questi pezzi morissero allo spegnimento dei riflettori sarebbe un peccato. Stavolta la Maionchi mette da sottofondo alle sue rime “Starway to Heaven” dei Led Zeppelin e lui ci ricama su la solita accattivante narrazione. Ha già vinto. Comunque vada.
Sherol Dos Santos (5): la ragazza si farà. Le serve evidentemente più tempo di quanto pensavamo. Poco male, siamo certi che è già stata messa sott’occhio da chi di dovere, da chi la saprà plasmare per farla diventare l’interprete che si cela sotto la cenere. Ma ormai sembra finita fuori strada e anche gli ascolti degli inediti online lo confermano. Non è che canti male Adele, ma non basta per vincere. La manche dell’inedito non aiuta, perché il pezzo più lo si ascolta più ci appare vagamente ruffiano. Va a casa, siamo sicuri, con qualche rimpianto, il percorso studiato da Agnelli per lei si è rivelato tutto sbagliato.
Gli ospiti
Giorgia: Ci fa perlomeno sorridere il fatto che la sua versione di “Le tasche piene di sassi”, nonostante la voce della cantante non sia nemmeno paragonabile a quella di Jovanotti, non riesce ad essere bella e intensa come quella del cantautore zeppolato. Detto ciò Giorgia è un dono del cielo in quanto a tecnica, classe, sensibilità e anche simpatia; non ha mai assunto né lo snobismo delle vecchie matrone della canzone italiana (e ne avrebbe tutti i titoli), né la prepotenza da diva del pop de’ noantri.
Jonas Blue e Liam Payne: se c’è una cosa che ci ha insegnato la visione ininterrotta di X Factor è che quando Cattelan accoglie un ospite come Dj e Producer sappiamo che starà per entrare qualche bizzarro ragazzotto del quale non abbiamo mai sentito parlare che offrirà la solita esibizione inutilmente danzereccia. Solitamente è il momento per andare al bagno o a prendere l’amaro.
I giudici
Manuel Agnelli (4): per fare incavolare così Fedez come minimo gli deve aver rigato la Porsche. Indossa una tuta di Star Trek disegnata da David Bowie. Potrebbe far scorrere il sangue quando il collega giudice rapper lo schiaffeggia più volte col guanto, ma lui non accetta le provocazioni e ci delude moltissimo, perché 'sti baci e abbracci un po' ci hanno stufato. Ha sulla coscienza l’insuccesso della gara di Sherol, che era la più brava e talentuosa, forse non solo della sua squadra.
Lodo Guenzi (6): osserva lo show come se fosse un semplice spettatore con un ottimo posto. I Bowland vanno per i fatti loro per cui per quest’anno il lavoro è praticamente finito.
Mara Maionchi (4): scrivetele quei testi più in grande. Il dibattito prima e dopo “Seven Nation Army” fa sospettare che non abbia idea di cosa si stia parlando, ma la sua storia ci dice che certamente abbiamo capito male.
Fedez (5,5): attacco frontale ad Agnelli continuo, gli sta addosso come un Edgar Davids in piena trance agonistica. Il perché non è chiarissimo, ma il leader degli Afterhours non gli dà sazio, per cui quella annunciata come una tormenta di neve resta la solita pioggerellina estiva di sempre. Non nasconde giustamente l’entusiasmo quando il pubblico salva Naomi, dato che era convinto di concludere stasera la sua gara. Difficilmente andrà oltre, ma con la squadra che aveva non poteva fare di più.