Perché 'Romolo+Giuly' è destinata a sfondare, a detta di Giulio Carrieri
Su Fox la serie comedy/satirica nata sul web che narra le vicende dei Montacchi e dei Copulati. Roma Nord opposta a Roma Sud. Intervista a uno degli autori

L’idea è molto semplice, come tutte le idee più geniali ma, soprattutto, funzionali: utilizzare il più famoso dramma di William Shakespeare per raccontare il nostro paese, si, tramite Romolo e Giuly, due adolescenti appartenenti a quelli che vengono presentati e forse, perché no, si presentano davvero come due emisferi totalmente opposti, quelli di Roma Nord e Roma Sud, ma per raccontare una realtà che appartiene a questo paese molto più di quello che vogliamo pensare.
Una realtà una volta molto più centrale, quella basata su differenze, che avremmo voluto lasciarci alle spalle con la decaduta del periodo del dualismo tra Terroni e Polentoni, ma che, in maniera molto meno divertente, ci si presenta tutti i giorni sotto gli occhi e si è certamente aggravata. Una favola, quella dell’amore impossibile tra Romolo Montacchi e Giuly Copulati, tanto divertente quanto surreale che parla sostanzialmente di diversità all’interno di Roma tra i fighetti del Nord e i coatti del Sud, ma che poi finirà per coinvolgere l’intera Italia nella coalizione di Napoli e Milano contro la capitale. Per sapere com’è nata l’idea abbiamo raggiunto uno degli ideatori della serie, Giulio Carrieri:
"Io era un pò che cercavo una storia su Roma Nord e Roma Sud, perché mi sembra un argomento che in questa città piace molto ed io ho sempre trovato assurdo. Finché una mia amica non mi racconta una storia con un ragazzo della Garbatella con il quale si svilupparono tutta una serie di problematiche, anche culturali, che avevano reso il loro amore se non impossibile quantomeno molto difficile. A quel punto mi è venuta l’idea di Romeo e Giulietta e questa è stata la conseguenza".
Le malelingue commentano l’intero prodotto parlando di una serie di sketch che riprendono i luoghi comuni più popolari tra Nord e Sud, in realtà questa “guerra mondiale italiana” così come recita il sottotitolo, propone una serie di maschere tanto meravigliosamente grottesche quanto capaci di farci venire il dubbio che quelli sullo schermo che vivono all’insegna di paradigmi così stupidi siamo proprio noi.
A puntare su questa visione del mondo romano, Fox e Wilside, accogliendo e portando sul piccolo schermo Sky una storia che esisteva già da molti anni e che su Vimeo, in episodio pilota, era stata precorritrice dello scontro comico tra Roma Nord e Roma Sud ben prima dello sbarco su Facebook degli Actual. Fox dunque ci riprova producendo una serie comedy italiana dopo il successo di Boris, che rappresenta finora probabilmente il punto più alto raggiunto da una serie comica prodotta in Italia in termini di fattura e creazione di un prodotto che è ormai diventato un vero e proprio cult.
"Tante cose sono diverse da Boris; lo spirito e l’idea di fondo è molto differente ma mi piacerebbe ovviamente ripetere questo tipo di successo, l’idea che la gente possa citare le nostre battute è chiaramente molto affascinante" - aggiunge Carrieri.
Allora la domanda nasce spontanea: perché Rai o Mediaset non si spingono a fare progetti di questo valore?
"Penso che sia in parte una questione di target in fondo, quando sei una televisione generalista cerchi di essere il più largo possibile, mentre magari su una tv come Fox puoi essere più mirato. Puoi decidere che ti interessa parlare a certe persone e se le altre poi non ti guardano mi interessa fino ad un certo punto. Quindi (su Sky) puoi permetterti di fare qualcosa di più raffinato o, come ne nostro caso, un po' più estremo come comicità e ritmo".
Ma cos’è che vuole raccontare davvero Romolo+Giuly? Che in onda su Fox (canale 112 di Sky) ogni mercoledì per otto puntate.
"La storia che voglio raccontare, la morale, se di morale si può parlare, è quella che in realtà siamo incredibilmente concentrati nel cercare ciò che ci differenzia gli uni dagli altri invece di ciò che ci unisce; quindi è una differenza incolmabile solo perché abbiamo deciso doveva esserlo, solo perché stiamo pensando solo a quello che ci rende differenti".
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