AGI - Una foto con Bruce Springsteen che chiede un autografo sulla copia del libro dedicata a lui: l'agognata istantanea storica di Leonardo Colombati con il musicista americano, mentre in sottofondo si sentono le note di Born To Run, capolavoro del Boss. Immagini di Mina, la storia della Bussola, il retroscena su Good Times. Questo e altro nello spettacolo di Riccardo Rossi sul palco del Teatro Parioli di Roma, dal titolo "La Playlist più bella del mondo".
Lo show è una sorta di percorso della musica, per spiegare al pubblico che, di fatto, non esiste una playlist universale. Perché tutto è soggettivo, dipende dal momento, dal contesto. E tre o quattro note, o una scala sul pianoforte sfuggita a un compositore, possono diventare la base per successi mondiali inaspettati che inseriamo sicuramente di getto nella nostra playlist, senza averne mai conosciuto le origini prima d'ora.
Aneddoti e retroscena musicali
Fra risate e musica, Riccardo Rossi con la complicità di Leonardo Colombati, trasforma l'ascolto in racconto, e la memoria musicale in esperienza condivisa. Sullo schermo scorrono le immagini di una giovanissima Mina che canta "Non gioco più", e piovono aneddoti e spiegazioni su quel pezzo, così come storie legate a Ennio Morricone. Tanti particolari dietro "Canzoni Stonate" con lo zampino di Mogol: un brano che segnò il ritorno di Gianni Morandi. E poi Bruce Springsteen, cui Colombati ha dedicato un libro, e che il Boss ha preteso autografato. Il tutto accompagnato dalla rocambolesca vicenda legata alla richiesta di foto al Boss.
La musica come esperienza personale e collettiva
Fino all'11 gennaio 2026, il palcoscenico del Parioli si apre quindi a un viaggio che attraversa epoche, generi e sensibilità, guidato da Riccardo Rossi e Leonardo Colombati, ideatori e interpreti di un progetto nato dall'amore profondo per la musica e per ciò che la musica sa evocare. Ci sono infatti canzoni che non si ascoltano soltanto ma che accadono.
Entrano in una fase precisa della vita, si intrecciano a un ricordo, a una stagione, a una persona, e da quel momento diventano inseparabili da ciò che siamo stati o da ciò che stavamo diventando. La domanda su quale sia "la canzone più bella del mondo" non è allora una classifica, ma un gesto intimo, una confessione. "La Playlist più bella del mondo" nasce da qui: dall'idea che la musica non sia mai neutra, ma sempre situata, emotiva, profondamente umana.
Il potere salvifico delle note
È un viaggio fatto di ascolti e racconti, di immagini e memorie condivise, in cui la grande musica diventa racconto collettivo e allo stesso tempo esperienza personale. A seconda di come siamo, ci troviamo, come stiamo, ecco che quel brano, quella strofa, quelle note ci colpiscono al punto di inserirlo nella nostra playlist "della vita" che diventa idealmente, la più bella del mondo.
E tutto questo accade grazie al potere immaginifico e salvifico della musica che ci travolge con le emozioni, fa sognare, sperare, cura e protegge, magari nello spazio di soli tre o quattro minuti. Bisogna vedere questo spettacolo per non perdere i retroscena su Frank Sinatra, Quincy Jones e la storia di We are the World.
Con ascolti di brani indimenticabili, filmati storici, racconti divertenti e retroscena inediti, Riccardo Rossi (comico, conduttore de I miei vinili) e Leonardo Colombati (scrittore ed esperto musicale) accompagnano il pubblico attraverso le note celebri, replicando sul palco de Il Parioli fino all'11 gennaio con tanto di brindisi a mezzanotte, il 31 dicembre.