AGI - "Ho votato per Zohran Mamdani, c'è tutta una serie di persone a New York che dicevano che se avesse vinto lui se ne sarebbero andati. Devo dire che per ora non mi pare se ne sia andato nessuno". Lo ha detto il regista premio Oscar Spike Lee in un incontro al Torino Film Festival dove ha ricevuto "La stella della mole" nella serata inaugurale. "Mentre ero qui lui è andato a Washington e ha incontrato una persona - ha aggiunto evitando di pronunciare il nome di Trump - e sembra che abbiano trovato dei punti in comune. Come vedo gli Stati Uniti oggi? Rispondo parlando di cinema e uso il titolo di un film del grande Peter Weir: 'Un anno vissuto pericolosamente'."
Lee ha aggiunto: "Vorrei conoscere il numero reale di quanti se ne sono andati davvero. Se guardate le cose che il presidente ha detto su di lui che era un comunista, che New York City sarebbe andata giù per lo scarico, che avrebbe tagliato ogni fondo federale e poi invece c'è stata questa inversione così rapida. Voglio che sia chiaro: sto parlando solo per Spike Lee. 'We shall see what we shall see", ha spiegato.
Gli inizi della carriera e la vocazione
Sugli inizi della sua carriera, Lee ha ricordato: "Quando dissi ad amici e parenti che volevo fare il regista, dicevano che ero pazzo. E sapevo che non era folle. Sapevo di aver trovato qualcosa che volevo fare per il resto della mia vita".
La felicità nel lavoro e il metodo creativo
"Sento di ricevere una benedizione ogni giorno perché faccio ciò che amo, la maggioranza delle persone si alza ogni mattina e va a fare un lavoro che odiano. Vogliono mettere i vestiti sulla schiena dei figli, un tetto sulla testa, il cibo a tavola. Ma quando si alzano e devono andare a lavorare, questo non li rende felici. E quindi, io sono benedetto", ha detto tra gli applausi il regista maestro del cinema indipendente americano. Sul suo metodo creativo, il premio Oscar, che è anche sceneggiatore di gran parte dei suoi lavori, ha svelato: "Io non batto a macchina. Scrivo con la mano sinistra. Quando la sceneggiatura è finita, mi siedo con qualcuno che la digita. Ho fallito il corso di dattilografia. Per me è cervello-mano-penna. Tutti i miei script sono scritti a mano".
Il retroscena dell'incontro in vaticano con il papa
Sull'incontro recente in Vaticano con il Papa, il regista svela un retroscena: "Ho ricevuto un'email dal suo ufficio. Pensavo fosse mail falsa. Ho scritto: 'È tutto vero?'. Mi hanno detto di sì. Subito ho iniziato a volare con la fantasia. Non avrei mai immaginato di poter dare al Papa una maglia, quando è entrato e si è seduto ero in prima fila".