AGI - Saldamente al timone di "Chi l'ha visto?" da circa 20 anni, Federica Sciarelli ha raccontato cosa si nasconde dietro il successo in un'intervista a Jonathan Bazzi per "Sette" l'inserto del Corriere della Sera.
Parlando degli esordi "accettai pensando di rimanerci un anno o due. Poi ho capito che da qui potevo aiutare di più" e così sono passati 20 anni, con uno share che fa della trasmissione uno dei cavalli di battaglia di Rai 3. "In redazione mi chiamano il capitano. Sono l'autore di me stessa, scelgo i casi da approfondire, le piste su cui insistere. Agli inviati dico di fare domande su domande, così becchi le contraddizioni".
Rispetto all'edizione di quest'anno: "La storia di Villa Pamphili ci ha sconvolto. La madre di Anastasia, in Siberia, era convinta che lei stesse con un bell'americano che lavorava nel cinema. La ragazza si faceva foto davanti case meravigliose, invece vivevano per strada. Una vicina dei genitori aggirando le censure russe, è riuscita a mettersi in contatto con noi. Aiutandoli con documenti, siamo riusciti a farli venire in Italia".
Di fronte al proliferare dei programmi dedicati agli scomparsi e a certa ossessione rispetto ad alcuni casi, Sciarelli risponde "non è sano pensare dalla mattina alla sera agli omicidi. Prima c'erano la velina e il calciatore, oggi incontro solo gente che vuole fare il criminologo. Finito di lavorare io chiudo tutto e vado sui pattini".
Infine, un affondo alla concorrenza. "Quello che ci differenzia è che siamo asciutti: non invitiamo esperti, non si chiacchiera. Ci sono io con i parenti. E non c'è neanche il contraddittorio, a meno che qualcuno non provochi".
Il programma è pronto per tornare a settembre, ma il sito della trasmissione resta attivo e anche il centralino. "Sennò uno che ha già la disgrazia di scomparire, se sparisce in estate è disgraziato due volte".