AGI - Antonio Scurati, al Giffoni Film Festival, ha espresso preoccupazione per il futuro della serie 'M. Il figlio del secolo', tratta dal suo romanzo vincitore del Premio Strega. Ha affermato: "È abbastanza incredibile che una serie di questa bellezza, di questa potenza, non abbia ancora una seconda stagione".
Il successo della serie e le perplessità sulla seconda stagione
La serie, trasmessa su Sky, ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico, anche a livello internazionale. Scurati ha dichiarato: "È altamente possibile che una seconda stagione non ci sia. Non è affatto certo che verrà realizzata", sottolineando che "l'accoglienza critica all'estero, in Paesi molto esigenti come il Regno Unito, lo testimonia: al netto di qualsiasi polemica politica o ideologica, gridano tutti al capolavoro".
Scurati e la critica ai social media
Antonio Scurati ha sottolineato come i giovani vivano in condizioni che limitano la loro capacità di pensare criticamente a causa di forze come i social media. Ha aggiunto che esistono forze epocali che ostacolano la concentrazione, l'attenzione e il senso critico, tra cui la rivoluzione digitale.
L'importanza di Giffoni come spazio di pensiero critico
Scurati ha evidenziato come un luogo come Giffoni autorizzi i giovani a pensare criticamente, portando a dialoghi di alto livello. Ha descritto l'incontro come uno dei più bei dialoghi mai avuti, caratterizzato dall'assenza di mediatori e preparazione.
Scurati ha lanciato un allarme riguardo alle forme di autoritarismo in atto, sottolineando come non si debba aspettare l'autocrazia dal futuro. Ha spiegato di aver inserito documenti storici autentici nella sua saga su Mussolini per mostrare la cecità umana di fronte alla storia, citando l'esempio di Benedetto Croce.
Il parallelo tra Croce e la cecità contemporanea
Scurati ha avvertito che, come Benedetto Croce non vide l'orrore incombente, potremmo essere altrettanto ciechi oggi. Ha citato la situazione a Gaza come esempio, denunciando i massacri sistematici di civili innocenti e mettendo in discussione la definizione di democrazia se include azioni del genere.
Scurati ha condiviso una riflessione sulla perdita di dignità della politica, sottolineando come gli elementi migliori se ne siano tenuti lontani, inclusa la sua generazione. Ha espresso rammarico per come la parola politica abbia perso la nobiltà che dovrebbe avere.
Giffoni nel risveglio dello spirito critico
In contesti come Giffoni, lo spirito critico riemerge, dimostrando che i giovani sono tutt'altro che passivi. Scurati ha sottolineato la loro fame di sapere e di verità per comprendere il passato e orientarsi nel presente.
Il messaggio finale di Scurati ai ragazzi è di cercare spiragli e resistere alla rassegnazione attraverso la conoscenza, lo studio e la memoria. Ha definito l'incontro un gesto controcorrente contro l'azzeramento del senso critico.