AGI - Chissà chi, tra quella trentina di esordienti, sarà la nuova Miss Maisel oppure l'evoluzione più recente di Ricky Gervais. 'Non stop now' il nuovo programma comico in quattro puntate che ha preso il via sabato pomeriggio su Rai, oltre a poggiare le radici in un passato glorioso guarda al futuro specie in un momento in cui la figura dello "stand up comedian" conosce una rinnovata visibilità grazie alla serialità televisiva: su Amazon prime è disponibile in questi giorni la sesta e ultima stagione del prodotto dedicato alla vicende della figlia dell'alta borghesia newyorchese ('Miss Maisel' appunto) che negli anni Cinquanta vuole dare libera sfogo alla sua creatività comica; e su Netflix si può vedere lo show dell'attore britannico che tanto ha fatto discutere nel recente passato per la sua comicita' graffiante e assai poco politically correct.
'Non Stop Now' (quattro puntate di 45 minuti firmate da Massimo Cinque, Maurizio Gianotti, Giulia Nannini, Alessandro Migliaccio e dirette da Giovanna Cuccurullo) riprende il filo che fu del programma-feticcio di Enzo Trapani sul finire degli anni '70: nessun conduttore (a differenza di 'Zelig' che arrivo' molto tempo dopo) e spazio ai giovani.
Allora trovarono spazio e grande successiva gloria esordienti come i Giancattivi che altri non erano che Athina Cenci, Francesco Nuti e Alessandro Benvenuti, i Gatti di Vicolo Miracoli e pure Carlo Verdone. Nel nuovo 'Non Stop' nella trentina di ragazzi in scena si intravvedono talenti che potrebbero trovare ampio spazio già oggi in tv.
L'operazione è meritoria specie in un momento in cui perfino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato pubblicamente il tema dello spazio che i giovani devono trovare nei diversi settori del nostro Paese al fine di evitare la fuga all'estero. Che Rai dedichi spazio ai talenti dei giovani, anche quando questi, in qualche caso, sono da affinare, è un'operazione che rispetta assai più di altre il mandato di servizio pubblico.
'Non stop now' è stato pensato anche e soprattutto per la sua visione su Rai Play, spazio che meglio si presta alla fruizione più indipendente che è tipica delle generazioni native digitali: c'è Raffaello Corti l'emulo del Mago Forrest e di Raul Cremona, ci sono i "The coniugi" che si richiamano a Katia Follesa e Angelo Pisani, Francesca Ceretta, nei panni di un'attrice molto borderline, nonché due esilaranti zombie contemporanei, dotati di account Instagram.
E c'è il contrappunto poetico finale (Ariela La Stella che nella prima puntata ha interpretato una rivisitazione di 'If' di Kipling) a ricordarci che molti ragazzi sono ben lontani dallo stereotipo del festaiolo senza sostanza; ma sono capaci di costruire mondi e di investire nel proprio futuro. Per questo "Non Stop" è soprattutto un'operazione che ci voleva. Forse in seconda serata più che nel primo pomeriggio.