Così è nato "The Wall", il disco-capolavoro dei Pink Floyd

Un album che ha fatto epoca e che ha ottenuto grandi successi. Ma anche il motivo della frattura insanabile tra Roger Waters e gli altri membri della band

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Usciva il 30 novembre del 1979 'The Wall', album epocale dei Pink Floyd. Il doppio vinile rock, distribuito in Europa da EMI e dalla Columbia/Sony nel resto del mondo, fu un tale successo da diventare uno degli album più rivoluzionari di sempre. Paradossalmente, però, il disco segnò anche una frattura insanabile all'interno della band che avrebbe portato, sei anni dopo, nel 1985, al definitivo abbandono di Roger Waters.

L'album ruota attorno a un personaggio fittizio, Pink, che si costruisce un muro mentale dietro al quale isolarsi a causa dei disagi subiti fin piccolo, tra cui la morte del padre, la madre iperprotettiva, la rigidità scolastica e, più tardi, i tradimenti della moglie. Il disco è il risultato di un concept proposto alla band dal Waters nella speranza di rimediare alla terribile situazione finanziaria in cui si trovava il gruppo.

Galeotto fu uno "sputo"

Lo spunto arrivò da un incidente che aveva avuto luogo durante l'ultimo concerto dei Pink Floyd nel 1977, quando un gruppo di spettatori aveva infastidito così tanto Waters che il cantante aveva sputato verso di loro. Ne seguì una serie di discussioni con i membri della band e da lì nacque l'idea di realizzare delle canzoni che raccontassero il distacco tra il pubblico e gli artisti.

Alla realizzazione dell'album doppio 'The Wall', che si proponeva di includere 26 canzoni in due dischi, partecipò anche il produttore Bob Ezrin, ma la maggior parte del lavoro la fece Roger Waters. L'album uscì il 30 novembre 1979 e per promuoverlo, il gruppo fece una serie di concerti tra il 1980 e il 1981 in cui s'impegnò a rappresentare sul palco la critica mossa dal disco, ribadendo la denuncia nei confronti della società e di come il rock l'aveva fino ad allora raccontata.

Il tour per promuovere il disco

All'inizio di ogni concerto del 'The Wall Tour' erano solite salire sul palco quattro persone con delle maschere che riproducevano i volti dei membri della band. Dopo l'arrivo degli artisti originali partivano le immagini di mostruosi cartoni animati proiettati su uno schermo circolare finché non veniva edificato un muro di polistirolo che separasse il pubblico dal gruppo.

Durante la performance di 'Comfortably Numb', Waters aveva l'abitudine di uscire dal muro in camice bianco e David Gilmour veniva innalzato sopra di lui. Alla fine del concerto, il muro veniva violentemente abbattuto.

I successi e la fine

Negli anni, l'album ha riscosso così tanto successo da essersi posizionato all'87esimo posto nella lista dei 500 migliori dischi secondo Rolling Stone e si è guadagnato infiniti dischi d'oro, di platino e di diamante. Tuttavia, come preannunciato, l'album segnò anche la fine della formazione classica della band. Già ai tempi della registrazione di 'The Wall', quando Waters aveva più volte lamentato un distacco dal resto del gruppo, il cantante ebbe un forte litigio con il tastierista Richard Wright, 'colpevole' di essersi presentato tardivamente alle registrazione dell'album e di abusare di cocaina.

Per questo Waters lo licenziò e durante il 'The Wall' Tour, Wright partecipò solo come turnista. Da questo momento il predominio di Waters sugli altri componenti del gruppo divenne totale, e l'album successivo, 'The Final Cut' (1983), fu il risultato. A seguito di quello che considerava lo scarso impegno dei membri della band, nel 1985 Rogers annunciò il suo addio ai Pink Floyd, che definì "uno spreco di energie".

Anni dopo, in un'intervista rilasciata a Virgin Radio, Nick Mason ha detto: "Eravamo consapevoli che prima o poi Roger ci avrebbe comunicato che sarebbe andato via. Sia io che David Gilmour ci aspettavamo quel momento già da tempo e sapevamo che saremmo comunque andati avanti... Diciamo che per certi versi è come quando è morto Stalin, c'è voluto un pò di tempo per recuperare da quella situazione, un periodo che è durato tre o quattro anni".

Forse per la tensione che già si respirava tra i membri della band e la rabbia che l'album voleva incanalare, 'The Wall' è diventato l'album più famoso dei Pink Floyd, ha fatto la storia del rock moderno e ha influenzato numerosi musicisti a partire dalla fine degli anni '70. Tra questi, si annoverano David Bowie, i Queen, i Led Zeppelin e i Radiohead. Aveva anticipato l'uscita di 'The Wall' un singolo, 'Another Brick in the Wall Part 2', pubblicato il 23 novembre 1979. 



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