E ra uno scherzo, “Fatevi una risata…sui Media”, è questo il post con il quale il cantautore Giuseppe Povia ha ribaltato una situazione che cominciava evidentemente a farsi imbarazzante. Tutto parte lo scorso 24 maggio quando sulla sua pagina Facebook viene postato il seguente messaggio:
“446€ DI MULTA.. SE MI COMPRATE IL DISCO MI AIUTATE A PAGARLA. Intanto avrete un disco autoprodotto di 19 brani NON a tavolino (e non è poco). E visto che ho fatto il cameriere è come se vi chiedessi la mancia”.
Commenti e condivisioni si accavallano e si dividono tra chi decide di comprare il disco (poche decine alla fine della fiera secondo la sua versione) aiutando così il cantautore milanese a pagare una multa dovuta a “uno strascico di un vecchio contenzioso, proveniente da un errore di vecchi commercialisti” e chi invece lo critica per la richiesta non proprio elegante.
Ma ieri la svolta, prima con una telefonata alla popolare trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” e poi sempre sulla propria bacheca di Facebook: fatevi una risata, era uno scherzo, “riflettiamo sui mass-media italiani.. vi rendete conto che avete votato per cambiare Italia e Europa e i canali di informazione nazionali parlano di me?” e poi ne approfitta aggiungendo “Vabè già che ci siete, se volete aiutarmi, acquistate il disco a 9€ vi regalo il nuovo brano 'Cameriere' (youtube) + un video per dirvi grazie”.
Se era uno scherzo Povia dovrebbe rivedere un attimino il suo senso dell’umorismo perché la verità è che tutti hanno ritenuto la situazione del tutto plausibile. Questo perché i tempi dei bambini che fanno “Ooh”, della riconversione sessuale di Luca e di lui che vorrebbe avere il becco sono passati da più di un decennio e da lì in poi di Povia, emerso per sua sfortuna in un periodo (primi anni del nuovo millennio) in cui la musica era dominata dai reality musicali che fagocitavano e sputavano artisti a ritmi forsennati, non si è saputo più niente.
In realtà, nel bel mezzo di quel silenzio, che per un artista che ha conosciuto la fama, anche solo per poche stagioni come lui, deve risultare assordante, mentre gli ascoltatori cambiavano canale, Povia imparava a gestire i suoi profili social in prima persona come pochi altri artisti fanno o sanno fare, tanto da formare una piccola comunità attenta ai suoi lunghi monologhi in cui esponeva le sue idee politiche dichiaratamente antieuropeiste.
Già, perché a furia di cantare il desiderio di un becco alla fine il becco gli è cresciuto davvero ed è andato ad infilarlo proprio nella politica. Dai social Povia racconta (e canta anche alle volte) le proprie idee sovraniste, affronta temi scottanti, tutti quei temi che i suoi colleghi coetanei, bisogna dirlo, sviano impauriti e i suoi colleghi più giovani invece evitano come la peste.
Povia invece affronta tutto di petto, ma sembra che questa scelta, se da un lato l’ha reso estremamente interessante da seguire sui social, dall’altro non ha certamente giovato alla sua carriera di artista, che ormai si schianta, fuori dai giri importanti dello showbiz, nelle piazze della provincia, tra Destro di Longobucco e Castiglione Cosentino, passando da Nova Siri Marina, Parolise, Sturno, Tardiano e Montalbano Jonico, (queste alcune delle date già confermate del suo prossimo DivertimenTour).
Data la situazione quindi, era del tutto plausibile che non si trattasse di uno scherzo, tant’è che agli speaker di “Un giorno da pecora” Geppi Cucciari e Giorgio Lauro ammette “economicamente è vero che non me la passo molto bene” e questo, naturalmente, dispiace, perché, aldilà della retorica, Povia ha composto delle ottime canzoni e forse meritava un po' più di attenzione da parte del pubblico, proprio magari in virtù della scelta di affrontare temi scomodi in un panorama discografico che strizza decisamente troppo l’occhio all’intrattenimento fine a se stesso.