AGI - Takagi & Ketra non sono solo due producer di successo, collezionisti di hit, quelle che, loro malgrado, vengono definite “tormentoni estivi”, ma due artisti che sono riusciti a ridefinire ed imporre, anche al pubblico, la figura stessa del producer. Le loro canzoni hanno in qualche moto rivoluzionato il pop, sono riusciti a ricomporre in maniera del tutto vincente e fruttuosa i connotati della musica leggera italiana.
A sette mesi da “Ciclone”, al momento doppio disco di platino e graniticamente in vetta alla classifica dei brani più ascoltati e videoclip più visualizzati su YouTube, escono con “Venere e Marte”. Il ritmo estivo lascia spazio ad una ballad dentro la quale si miscelano alla perfezione le voci di Marco Mengoni e Frah Quintale.
Il primo è in silenzio da “Atlantico”, disco uscito nel 2018 che ne ha consacrato la posizione tra i grandi della musica leggera italiana, il secondo rappresenta l’anello di congiunzione tra il rap e quel mondo che ormai convenzionalmente definiamo “indie”, protagonista del 2020 con “Banzai”, disco dai tratti vagamente R&B inserito da pubblico e critica tra i migliori lavori dell’anno appena passato.
Che genere di pezzo avevate in mente quando l’avete pensato?
“In realtà volevamo attualizzare, dando una spolverata un po' urban, a quella che è la pop ballad internazionale che magari poteva esserci tra il 2004 e il 2010, una cosa con quel respiro lì internazionale ma con una componente hip hop”
Ancora un volta mettete insieme personaggi apparentemente lontani, questa volta Marco Mengoni e Frah Quintale, come mai?
“Perché la canzone ci ha indirizzato verso questa scelta, avendo la fortuna negli anni di aver fatto musica con Frah. Noi cerchiamo sempre di coinvolgere nelle nostre canzoni persone alle quali siamo legati e per le quali abbiamo tanta stima, sappiamo che la stima con Frah è reciproca e anche se è una cosa molto lontana dalla musica che lui fa di solito è riuscito a dare il suo contributo alla canzone e ne esce benissimo”
Il suo è un rap molto diverso, fuori dagli schemi di quello che ha conquistato le classifiche, quello della scuola Machete o di quella dei giovani trapper, avete pensato a questo aspetto nello scegliere lui?
“Noi siamo superfan di Frah, lo ascoltiamo molto, quando abbiamo pensato ad un ipotetico incastro, pur non usuale con Marco, c’è venuto subito in mente lui proprio perché lui ha questa capacità nello scrivere canzoni d’amore senza retorica e soprattutto senza stare attaccati al passato della canzone d’amore all’italiana. Lui ha portato un bel po' di novità, è superfresco e quando canta d’amore lo fa sempre in maniera fresca, e questo era quello che secondo noi aveva bisogno la canzone”
Mentre Mengoni? Com’è stata la collaborazione con lui? Come l’avete trovato dato che il suo ultimo disco di inediti è del 2018…?
“Con Marco noi avevamo già collaborato proprio in “Atlantico”, quando eravamo con lui a registrare ci siamo resi conto, oltre all’evidente talento, che ha una voce davvero incredibile e ci siamo detti che prima o poi per un nostro progetto dovremmo collaborare con lui.
È uscita questa canzone che, secondo noi, dalle melodie che c’erano uscite in studio, poteva star bene su di lui e semplicemente l’abbiamo contattato, lui ha risposto 'perché no? Se mi piace il pezzo lo faccio', gli è piaciuto molto e si è divertito molto a cantarlo; è successo tutto in maniera molto naturale, senza forzature discografiche, senza niente di tutto ciò, come tutti i pezzi nostri, perciò siamo molto contenti di come è uscito poi il pezzo”
“Venere e Marte” arriva sette mesi dopo “Ciclone”, doppio disco di platino, uno dei successi dell’estate, voi siete abituati ai successi ma c’è ancora un po' di ansia, il peso dell’aspettativa, quando esce un vostro pezzo nuovo? Una sorta di obbligo che tutto quello che toccate debba essere una hit?
“L’obbligo non ce lo sentiamo perché credo che nessuno abbia il dono dell’infallibilità”
Be, voi però ci andate vicino…?
“Ti ringrazio ma noi non la sentiamo questa responsabilità, facciamo sempre ciò che ci piace, questo ci da la libertà di non cercare ma di trovare le canzoni. Se ti metti al computer a produrre o davanti al block notes per scrivere un pezzo con l’intenzione di scrivere una hit sicuramente non la farai.
L’ansia c’è comunque prima dell’uscita perché ovviamente confrontarsi con il mercato, con il pubblico che ascolta le tue canzoni, ogni volta è cosa nuova. Proprio perché tutte le nostre canzoni vogliono essere differenti, vogliono toccare tasti differenti, vogliono fare quello che non ha fatto la canzone prima, quindi noi abbiamo la giusta ansia ma stiamo tranquilli perché sappiamo di aver fatto quello che ci piace, poi come va va, sono canzoni…”
Quindi il segreto di Takagi & Ketra sono i vostri gusti?
“Molto probabilmente negli ultimi anni il nostro gusto coincide con quello degli ascoltatori e quindi la roba funziona. Ma la cosa fondamentale è sempre fare ciò che ti piace, quando cerchi di fare una canzone che piace agli altri spesso e volentieri poi non piace agli altri”
C’è un artista con il quale vi piacerebbe tanto collaborare e ancora non avete avuto l’occasione?
“Noi lo diciamo sempre in tutte le interviste sperando che lui legga: Vasco Rossi. È un uomo molto lontano apparentemente da quello che fanno Takagi & Ketra ma a noi basterebbe prendere un caffè, passare qualche ora insieme a lui e saremmo comunque felici. Rimane un sogno ma Vasco, se ci stai leggendo, prendiamoci un caffè, con la mascherina!”
Voi avete avuto varie importanti esperienze a Sanremo, quest’anno Amadeus ha definitivamente sdoganato il nuovo cantautorato, quello che ormai convenzionalmente chiamiamo “indie”, voi cosa pensate di questa scena e dell’idea di Amadeus?
“Guarda, ti dico la verità, non guardiamo mai il cast, ci piacciono le sorprese, quindi non l’ho letto, non so chi c’è, aspettiamo la prima puntata, perché noi lo guardiamo sempre, aspetterò di essere stupito dal cast, mi piace molto non sapere prima, che escano a schiaffo gli artisti e ascoltarli. L’importante è che ci sia Vessicchio, l’importante è che ci sia lui, lui è fondamentale.